Home Sport e Automobilismo 1000MIGLIA: FERRARI, POTENZA SELVAGGIA di Maira Alcantara

1000MIGLIA: FERRARI, POTENZA SELVAGGIA di Maira Alcantara

AUTOMOBILI LEGGENDARIE

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Quando si parla di automobili di prestigio non può mancare la Ferrari. A questa potente e stupenda autovettura nazionale di tipo sportivo, per la rubrica dedicata alla 1000Miglia, automobili leggendarie, dedicheremo oggi un articolo. Un articolo doveroso da parte nostra dato che la supercar del “cavallino rampante” la potremmo annoverare fra le icone dell’automobilismo italiano. Credo che la Ferrari sia ad oggi una delle più affascinanti vetture sportive al mondo, un vero e proprio simbolo della creatività e della tecnologia tipicamente italiana. Nonostante esistano marchi di vetture molto quotate nell’ambito delle supercar, la Ferrari sarebbe riuscita nel tempo a crearsi una vera e propria misteriosa aura nell’ ambito del lusso, della sportività e della potenza del motore, un autentico status symbol italiano nel settore della velocità e delle automobili sportive da sogno. Non ci credete? Ebbene, chiedete ad un bambino quale autovettura vorrebbe possedere da grande. La risposta con molta probabilità sarà univoca: una Ferrari rossa. La fabbrica delle “Rosse di Maranello” fu fondata da Enzo Ferrari conosciuto anche con il soprannome di “Drake” nel lontano 1929. Chi era Enzo Ferrari? Il geniale costruttore di una delle vetture più desiderate al mondo fu imprenditore e pilota automobilistico. la Ferrari nasce a Modena, in una regione che da sempre ha il “fuoco nel sangue”, fucina di campioni del motociclismo e dell’automobilismo mondiale. Da un’ evoluzione dell’ Alfa Romeo come scuderia corse, esordì il marchio Ferrari. Il  brand si staccò dall’ Alfa Romeo anni dopo, nel 1940. In quell’anno la Ferrari si trasformò in una società denominata Auto Avio Costruzioni Ferrari, un nome che la dice lunga, tuttavia negli anni 30 il fondatore Enzo Ferrari decise di scegliere come marchio che ancora oggi la contraddistingue: il Cavallino rampante nero su scudo a fondo giallo ed i colori dell’Italia in testa allo stesso scudo. Perché un marchio con un simbolo di questo genere? Per contraddistinguere il carattere selvaggio dei una vettura “nervosa” e potente come un cavallo imbizzarrito? Il motivo non è principalmente questo, anche se devo ammettere calzi con reale precisione per un capolavoro automobilistico di questo tipo. Il vero motivo del marchio scelto da Ferrari è il fatto che quello scudo giallo con il cavallo rampante nero fu l’emblema dell’ aereo di Francesco Baracca, asso dell’aviazione italiana caduto durante il primo conflitto mondiale. La prima Ferrari recante il nuovo marchio pur essendo ancora legata all’Alfa Romeo, nel 1932 vinse la prima vittoria all’ impegnativa 24 ore di spa. Nel 1943 la fabbrica di “rosse” decise il trasferimento da Modena a Maranello dove ancora oggi ha una stupenda ed avveniristica sede. A Maranello la Ferrari iniziò la produzione di cuscinetti a sfere. Anche questo marchio automobilistico dovette patire le fatiche degli instabili tempi di allora e nel 1944 subì un bombardamento. Nonostante tutto l’officina venne ricostruita negli anni seguenti 1946 e 1947. Nel periodo posteriore alla ristrutturazione aziendale il 1947, ebbe inizio il periodo di produzione delle più belle automobili sportive al mondo. La prima vettura ad essere prodotta fu la Ferrari 125 sport 1500 cc a 12 cilindri su  progetto dall’ Ing. Gioachino Colombo. Quest’ automobile da corsa fu pilotata da campioni indiscussi, icone delle competizioni automobilistiche, come Tazio Nuvolari un grande pilota italiano dalle epiche avventure in pista. Nelle successive competizioni Ferrari acquisì una grande fama come costruttore di vetture da corsa vincendo con la 166 la 1000Miglia nel 1959. Anche l’anno successivo la Ferrari tagliò il traguardo. Nel 1949 la “vettura del cavallino” vinse anche la 24 ore di Le Mans, una gara fra le più impegnative della rosa automobilistica di allora. Nel 1951 con la Ferrari 375, vinse il GP di Gran Bretagna, tuttavia la “supercar del cavallino” non finisce di stupire dato che sia in Germania che nel GP d’Italia sul circuito di Monza, con il celebre Ascari alla guida la Ferrari riuscirà a piazzarsi al secondo posto nientemeno che nella classifica mondiale dei piloti. Il 1952 è l’anno in cui Ferrari pensò di inserire fra i propri modelli di autovetture da competizione anche il “segmento” Gran Turismo che grazie anche al contributo della mitica casa di designer automobilistico Pininfarina, inizierà un successo non da poco conto. Il 1952 risulterà essere per la Ferrari un anno davvero importante. In quel periodo il marchio sportivo tricolore si confermerà ancora vincitore con la vittoria nel Campionato mondiale di Formula 1 sempre con il pilota Alberto Ascari alla guida della 500 F2. Quell’anno fu un susseguirsi di vittorie, la Ferrari vinse ben sei GP ma non è finita, anzi per la celebre casa automobilistica saranno solamente gli inizi, un susseguirsi di vittorie di grandi e prestigiose competizioni vinte. Nel 1953 con Ascari alla guida la Ferrari si guadagnerà il primo posto in F1, con la 375 MM vinse alla 1000Miglia ed in seguito alla 24 ore di spa ed ai 1000 Km del Nurburging. In quell’anno “la rossa” vinse ancora il campionato mondiale Sport che venne riconfermato l’anno successivo 1954. Insomma la Ferrari dimostrò di essere in un certo senso regina imbattibile e temibile dei campionati di mezzo mondo. Le varie vittorie ottenute nelle gare più prestigiose del mondo automobilistico regalarono alla Ferrari una vera e propria aura di potenza che unita alle linee meravigliosamente disegnate da designer come Pininfarina portarono la “Rossa di Maranello” a divenire un vero e proprio oggetto del desiderio tutto italiano in fatto di automobili da corsa. Nel 1955 la Lancia decise il ritiro definitivo dalle gare quindi cedette alla Ferrari il materiale meccanico delle proprie vetture da competizione compreso un modello di auto da corsa, Lancia D50. L’anno seguente gli espertissimi preparatori Ferrari con i sistemi particolari apportati sulla  D50 porteranno ancora una volta la vettura alla vittoria del Mondiale di Formula 1 con il pilota argentino Manuel Fangio alla guida. In quel frangente Ferrari vinse anche il campionato del mondo Sport con la 290MM. Gli anni successivi a queste vittorie contribuirono a portare l’azienda in una vera e propria crescita che fece propendere i vertici ad optare per l’ industrializzazione nella produzione delle vetture. Iniziò quindi il tramonto delle versioni puramente artigianali. Dopotutto è normale evoluzione dato che la Ferrari divenne talmente nota e desiderata da dover procedere in un ammodernamento aziendale riuscendo quindi ad accontentare la crescente richiesta di auto sportive di lusso. Le modifiche aziendali effettuate dai vertici di Ferrari portarono la produzione dalle 81 vetture prodotte nel 1956 a ben 6655 esemplari prodotti dieci anni dopo. Al termine degli anni 50 Ferrari sotto la guida dell’ing. Chiti iniziò la produzione industriale di automobili con motore 12 cilindri montanti 2000 cc. sempre carrozzate Pininfarina. Quei modelli di Ferrari furono vetture dalle grandi prestazioni ma addolcite nelle linee e nel confort. In pratica furono realizzate vetture pur sempre “rampanti” ma che riuscirono ad unire anche il confort alla guida. Iniziarono ad essere realizzate vetture molto differenti da quelle della sezione da competizione. Anche in questo caso fu un passo obbligato nella commercializzazione delle Ferrari al di fuori dell’ambito competitivo. Il 1957 ed il 1958 non furono anni molto brillanti per Ferrari nel senso che proprio questa vettura venne pilotata da grandi, agguerriti ma sfortunati drivers come Alfonso De Portago, Collins, Musso e Castellotti. Tuttavia nonostante il biennio non certo fortunato Ferrari non perse il proprio smalto e nel 1958 vinse il Mondiale di F1, nel 1961 il Campionato Mondiale Sport. Negli anni successivi la fortuna arrise ancora alla Rossa di Maranello che continuò a vincere impegnative competizioni nei vari campionati fra cui il campionato prototipi GT, il Campionato Costruttori GT del 1964 ed il Mondiale Piloti F1 con John Surtees alla guida della Ferrari 158. Il 1965 fu un periodo di svolta di capitale importanza nel settore delle gare automobilistiche. In quell’anno cruciale venne introdotta una certa norma stando alla quale per potersi iscrivere alla F2, era necessario dato il nuovo regolamento presentare una vettura il cui motore fosse montato su un minimo di 500 esemplari di automobili prodotte in serie. In quel frangente Ferrari decise di iniziare un sodalizio con l’italiana Fiat. Fiat già da tempo era in possesso di una parte del pacchetto azionario di Ferrari. Anche questa volta Ferrari si trovò di fronte ad una scelta obbligata per una piccola fabbrica di automobili seppur gloriose. In quegli anni gareggiare iniziava ad essere davvero costoso come altrettanto oneroso fu tenere aperte le scuderie nell’ ambito
della F1 e nel segmento prototipi. Le nuove regole unite ai costi da da sostenere per poter seguire a competere sulle varie piste del mondo costrinsero Ferrari a cedere una quota paritaria di azioni alla Fiat, dopotutto quest’ultima, la Fiat, già all’epoca era una grande azienda automobilistica e logicamente sostenere i costi necessari non sarebbe stato impossibile, mentre per la piccola Ferrari sarebbe risultato evidentemente proibitivo. Nonostante l’entrata in scena di Fiat in quota azionaria paritaria, Enzo Ferrari grande appassionato di competizioni ed ex pilota, riuscì a mantenere la direzione della scuderia Ferrari Corse ma anche la presidenza della fabbrica da lui fondata. La produzione di Ferrari iniziò da quel momento una linea in progressiva crescita ed in merito ai motori vennero applicate interessanti innovazioni. Fu abbandonato il motore 12 cilindri a V e venne introdotta una versione a disposizione a 180 gradi. Nel 1974 Ferrari parteciperà solamente alle gare di F1 dando l’addio a tutte le altre competizioni automobilistiche. Nel 1975 Ferrari si concentra sulla F1 e torna dominante vincendo ben sei GP con titolo mondiale. Nel 1976 il pilota Ferrari più promettente era un pilota austriaco Niky Lauda, il campione che nel 1977 dovette lasciare per un certo periodo le piste a causa dell’incidente che tutti conosciamo. L’ amicizia e la rivalità fra il pilota austriaco Ferrari e James Hunt pilota McLaren fanno parte della leggenda della Formula 1. Nel 1979 Jody Schekter vincerà il mondiale ma in seguito la Ferrari inizierà a passare un periodo di difficoltà, di insuccessi, eccetto il Mondiale Costruttori nel 1982 ed 83. Gli anni 80 non iniziarono bene per Ferrari e la malasorte accompagnò il marchio italiano fino agli anni 90. Quegli anni furono spettatori di gravissimi incidenti a carico del team Ferrari, come l’incidente di Gilles Villeneuve e di Didier Pironi tuttavia i fans del “cavallino rampante” non si raffreddarono quindi la Ferrari riuscì ancora una volta a resistere alle disavventure del momento. In seguito i motori Ferrari subirono altre innovazioni importanti come le 4 valvole per cilindro, l’introduzione del turbo, particolari tecnici che furono un vero successo commerciale nel segmento GT. Negli anni 80 la produzione di Ferrari si attesterà a ben 3000 vetture l’anno. Nel 1988 morirà l’anziano Enzo Ferrari quindi il marchio e la produzione passeranno interamente in mani Fiat. Nei primi anni 90 si decise di abbandonare i grandi numeri e controtendenza si inizierà a produrre vetture più spinte verso una produzione semi artigianale tralasciando la produzione di massa ma facendo risaltare l’ esclusività dei modelli Ferrari. Una decisione di marketing presa da Enzo Ferrari destinata a rendere intramontabili e desiderate le proprie creazioni, fu scontentare ogni anno 1 solo cliente rimandandolo all’anno successivo nella consegna di una Ferrari. Anche questa strategia di marketing alquanto particolare, contribuì a rendere le Ferrari una delle autovetture corsa più desiderate nel mondo intero.

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Author: Maira Alcantara

free lance generalista, incaricata anche per articoli speciali relativi a settore sport ed automobilismo storico e moderno

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