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Desidero ricordare che le fotografie in stile Fine Art della mitica Ermini sono state gentilmente offerte dal leggendario studio fotografico Fenaroliatelier http://www.fenaroliatelier.it e fanno parte della prestigiosa collezione assolutamente limitata “Tracce di Tempo”.
Possiamo orgogliosamente affermare che l’Italia sia stata di grande importanza per quanto riguarda il settore dell’automobile, tanto da ricordare che buona parte dell’automobilismo, in particolar modo quello competitivo, debba molto alla nostra nazione. Le case automobilistiche artigianali nascevano un po’ dappertutto ma in particolar modo in quella che è la regione delle corse e della velocità: l’Emilia Romagna.
In questa particolare zona italiana che ospitava i grandi marchi di automobili da corsa, spesso trovavano “terreno fertile” nuove fabbriche, molte volte fondate da meccanici di grandi brand automobilistici che uscivano dalla fabbrica di auto da corsa nella quale operavano per fondarne una nuova portando spesso nella propria mente, la tecnologia ed i segreti per la realizzazione di automobili che talvolta furono in grado di competere con marchi veramente altisonanti nel settore dell’ automobilismo creando quindi nuovi miti italiani di autoveicoli. Come scritto in un precedente articolo in quegli anni tutto era più facile, non esistevano molti standard e regole particolari per fondare una fabbrica di automobili. In quegli anni era veramente importante possedere soprattutto la conoscenza per poter realizzare motori particolarmente performanti, veloci e robusti, motori e meccanica in grado di poter sopportare ore ed ore di velocità talvolta su strade normali quindi all’epoca non proprio ben asfaltate, autovetture da corsa robuste ma veloci in grado di vincere le varie gare che si disputavano sul territorio italiano. Possiamo dire che i personaggi che hanno fatto l’automobilismo italiano non siano pochi, ed abbiano vissuto in questo caso i periodi migliori. In quegli anni tutto era da inventare, non esisteva il buisness esasperato di oggi quando per pilotare una vettura in pista, servono le spalle coperte da milioni di Euro. All’epoca era sufficiente possedere delle qualità particolari come non avere paura, amare la velocità, essere molto competitivi e fortemente appassionati per le automobili. La maggior parte delle piccole fabbriche automobilistiche di quagli anni sparirono, fagocitate da grandi marchi di autovetture mentre altre hanno furono costrette a chiudere i battenti per non aver saputo reggere alle sfide che il futuro aveva in serbo per il settore, ciò non toglie che in quei periodi davvero particolari abbiano visto la luce vetture davvero eccezionali, una di queste è un marchio poco conosciuto se non dagli appassionati di veicoli storici: ERMINI. La Ermini fu fondata nel lontano 1932 da Pasquale Ermini. La prima Officina Ermini nacque a Firenze in via Campo d’Arrigo 7. In questo caso l’Officina Ermini operava nel settore della preparazione di veicoli sportivi per i piloti del luogo, una piccolissima realtà quindi. Nel 1946 tuttavia arrivò il periodo del cambiamento per la piccola Officina Ermini che in quell’anno mise a punto una propria prima vettura, realizzata da un basamento Fiat Alfa Romeo SS. Con questo veicolo la Ermini riuscì a conquistare il titolo di Vicecampione italiano nella categoria Sport Maggiore. Alcuni anni dopo nel 1946 ERMINI progettò la prima “testa bialbero” che venne applicata sempre su un basamento FIAT 1100. L’anno successivo fu la volta della T.E.S.S. che venne fondata sempre da ERMINI. Con la questa scuderia “Testa Emisferica Super Sport” Ermini riuscì ad aggiudicarsi la settima posizione alle 1000Miglia del 1947. La ERMINI vide purtroppo il declino nel 1956 quando cessò la produzione di veicoli da corsa, causa della salute del proprio fondatore. Nonostante tutto però il marchio seguì ad assicurare ai propri piloti assistenza fono al 1962 anno in cui definitivamente dovette chiudere l’ultima officina. Nel 1949 ERMINI iscrisse alla 1000Miglia le proprie tre automobili che si dimostrarono davvero veloci e performanti al punto di posizionarsi in testa con i piloti Bormioli e Montanari. Nonostante il buon vantaggio l’equipaggio dovette ritirarsi dalla corsa a causa di un guasto dei registri a vite delle valvole che fulmineamente l’Ingegner Alberto Massimo risolse il permettendo quindi alle ERMINI di tornare a battere le piste proseguendo nella stagione agonistica, guadagnando la vittoria assoluta con la Gran Premio Sport di Sbraci alla Firenze – Fiesole ed alla
Coppa della Collina Pistoiese. Ermini si posizionò bene anche in altre gare italiane tanto da divenire (dopo i numerosi successi del 1949) una vettura molto conosciuta e ben recepita nell’ambito delle competizioni. Dal 1949 quindi per la ERMINI iniziò a soffiare un vero e proprio vento positivo data la richiesta di autovetture e di motori ERMINI 82 CV a 6200 giri su basamento sempre Fiat. Questi particolari e potenti motori iniziarono ad essere molto richiesi essendo considerati fra i più performanti della classe Sport 1100. La piccola fabbrica di automobili fra il 1949 ed il 1950 fu in grado di realizzare ben dieci motori che dopo l’acquisto vennero montati su differenti vetture dai vari piloti, in sostituzione dei meno potenti motori di serie. Nel 1950 Ermini pensò alla realizzazione di un telaio tubolare ribassato a sezione ovale. Con questa innovazione tecnica la ERMINI riuscì a migliorare molto le proprie vetture quindi a renderle ancor più competitive. In quel periodo la piccola fabbrica di auto da corsa riuscì a realizzare due esemplari a siluro ed una berlinetta, con carrozzeria Motto. La Ermini si fece veramente onore nelle diverse competizioni fra cui la 1000Miglia tanto che venne annoverata fra le migliori vetture nella maggiori gare europee fra cui la 1000Miglia. Il piccolo brand di automobili fiorentino riuscì a produrre solamente venti autovetture più un autotelaio fra il 1946 ed il 1955 per poi scomparire definitivamente dal panorama della costruzione automobilistica nel 1962. Nel 2007 si pensò ad un rilancio del marchio quindi nel 2014 venne presentata una moderna supercar recante il marchio Ermini: la Seiottosei. Il questo caso il telaio sarebbe stato disegnato dalla carrozzeria Giulio Capellini. Il motore montato da questa nuovo modello modernissimo di ERMINI fu un Renault da 320 CV. La produzione stimata fu molto limitata a solamente nove esemplari.