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Lotus, una vettura da corsa presente alle 1000Miglia. La Eleven fu ideata da Colin Chapman con linee di Frank Costin. La versione Le Mans montava motore anteriore Coventry Climax 1100 cc. Questo modello di Lotus montava l’innovativo telaio tubolare sospensioni posteriori De Dion e freni a disco da 240 mm. Una vettura da corsa di soli 450 Kg prodotta con cilindrate da 1100 a 1172 cc sempre motorizzate Climax. Alcune versioni in verità montavano freni a tamburo. Alcuni modelli di Le Mans vennero equipaggiate da portiere ad ali di gabbiano con carrozzeria chiusa. Quando si parla di Lotus viene alla mente subito la vettura sportiva, da competizione. Anche questo marchio automobilistico inglese comparve in alcuni film di 007 tuttavia la presenza della Lotus Esprit nel film 007 “solo per i tuoi occhi” fu notevolmente inferiore a quella onnipresente dell’ Aston Martin, pertanto contrariamente al primo e storico brand automobilistico britannico, Lotus non fu in grado di creare attorno a se quell’aura di mistero e di sportività quasi eroica che l’Aston Martin riuscì ad affermare. Tuttavia per coloro che desiderassero possedere una vettura dalle eccezionali prestazioni, realizzata con materiali di alto profilo e dalle linee assolutamente aggressive, la Lotus è ancor’ oggi è la vettura adatta. Quello che è la verità è il fatto che quando si parla di Lotus si parla di circuito automobilistico. La Lotus è un brand britannico piuttosto recente a voler vedere, risalente alla fine degli anni 40 quindi non in possesso della storia di molte autovetture da corsa. Possiamo affermare che la vettura britannica possa aver avuto la fortuna di potersi sviluppare in anni segnati da una certa stabilità sociale ed economica, tempi ormai lontani dai conflitti mondiali e da alcune crisi finanziarie particolarmente incisive nel settore produttivo come la famosa crisi degli anni ’30. Detto questo proseguiamo quindi con la storia di questo brand automobilistico gettonato in modo particolare dagli amanti della velocità e delle prestazioni esagerate. Uno dei punti di forza della Lotus in fatto di prestazioni è l’aver incentrato la propria politica produttiva non tanto sul lusso, ma su un dettaglio puramente tecnico, il potere del rapporto fra peso e dimensioni del veicolo. Lotus sarebbe riuscita partendo da queste prerogative a realizzare dei veicoli davvero particolari, dotati di leggerezza ma allo stesso tempo in grado di raggiungere velocità impressionanti ma con motori non certo di cilindrate pazzesche, montando quindi motori assolutamente modesti. In genere le Lotus “di punta” sono prive di optional aggiuntivi. In questo caso non si tratterebbe di un difetto o di trascuratezza nel campo del marketing, ma di una scelta fortemente voluta per garantire una guida sportiva a tutti gli effetti. La Lotus è una vettura nata per correre. Il logo della Lotus come pure il nome “lotus” o “loto” rappresenterebbe il fiore del Loto, stano vero? Solitamente i fondatori delle auto da corsa utilizzano loghi aggressivi. In questo caso il fiore del Loto, un fiore che solo a pensarlo riporta alla tranquillità ed alla bellezza. Comunque non è una coincidenza il fiore del Loto come logo. Il fondatore Colin Chapman scelse quel particolare fiore per il fatto che fu il regalo che donò alla moglie quando chiese di sposarla. Un simbolo romantico quindi e devo dire molto piacevole per il proprio significato. Di Colin Chapman non se ne è parlato mai sufficientemente. Il fondatore britannico fu un genio, paragonato per il proprio carisma addirittura ed Enzo Ferrari. Chapman fu contraddistinto da una spiccata creatività ma anche da un carattere particolarmente irruento e carismatico, un carattere che rispecchia il “carattere” delle proprie vetture. Chapman fu talmente geniale (tutti non lo sanno) da riuscire a cambiare il mondo della F1. Ma chi fu Colin Chapman? Certamente i profani non lo conoscono, forse non tutti sanno, ripeto che il geniale fondatore della Lotus riuscì a cambiare non solamente la Formula uno ma fu in grado di dare una svolta moderna all’automobilismo in se, portando alla vetture che oggi conosciamo. Si dovrebbe parlare di più di questo affascinante ingegnere, laureatosi presso la prestigiosa University Colleger londinese. Chapman fu anche pilota della Vanwall. L’esperienza sugli aerei fu per questo geniale tecnico fonte di ispirazione. Nel 1948 negli anni degli studi Chapman realizzo la prima vettura, la Lotus Mark 1, con strumenti davvero rudimentali. Quattro anni dopo iniziò l’avventura della Lotus. Lotus fu fucina di grandi piloti che credettero nelle fantastiche vetture britanniche. Nella F1 Lotus vinse più di 475 GP 79 vittorie e 7 titoli mondiali. Negli anni 50 quando i costruttori di veicoli tradizionali utilizzavano materiali tradizionali, (metallici per capirci) per la realizzazione dei propri veicoli, la Lotus guidata da Colin Chapman utilizzava materiali compositi. Una lungimiranza davvero geniale a pensarci bene dato che precedette di alcuni decenni la tendenza, nella fabbricazione di autovetture sportive e meno sportive. Non è finita qui, la lungimiranza di Chapman spinse la Lotus a portare in pista un’autovettura da corsa a quattro ruote motrici con un propulsore turbo. Chapman introdusse l’ “effetto suolo”, le ali portanti, il telaio monoscocca, il controllo attivo delle sospensioni, il telaio in estruso di alluminio incollato, il motore in posizione centrale – posteriore portante. Tutte innovazioni avanti nel tempo di parecchie decine di anni fino ai nostri giorni, innovazioni poi imitate da altri importanti marchi automobilistici. La Lotus corse per circa 10 anni in formula due tuttavia riuscì ad approdare alla F1 nel 1958. Con l’entrata di Jim Clark in Lotus il brand automobilistico iniziò veramente a fare la storia dell’automobilismo da competizione. Nel 1963 il pilota vinse il primo titolo mondiale. Quella vittoria com’era previsto portò il marchio britannico ad un vero e proprio prestigio. Purtroppo Clark morì nel 1968 e Lotus fu costretta ad avvalersi di altri piloti comunque eccezionali come Jochen Rindt, l’italiano Mario Andretti ed il brasiliano Ayrton Senna. Piloti che in seguito fecero strada nel campo della F1 divenendo icone della velocità in pista. Il geniale e lungimirante Chapman fu il primo a pensare all’inserimento di sponsorizzazioni da parte di aziende esterne sulla propria vettura. Ricordate la Lotus nera sponsorizzata da J.P.S con scritte dorate? Sfortunatamente il patron della Lotus morì nel 1982 in circostanze misteriose, come spesso accade alla persone che fanno la storia, quei soggetti in genere troppo geniali. La leggenda narra che come Elvis, il re del Rock, Colin Chapman dopo una plastica facciale abbia simulato la morte e viva ancora in sud America. Dalla morte del proprio creatore lentamente il brand uscì dal mondo delle gare automobilistiche. Fu un ritiro momentaneo anche se della durata di alcuni anni dato che nel recente 2010 la Lotus tornerà in pista. Parallelamente al settore delle competizioni Lotus riuscì a sviluppare una linea di roadster veramente stupende, ritagliandosi una certa nicchia di mercato, formato da appassionati di tutto il mondo nel campo delle automobili veloci e potenti. Uno dei primi modelli fu la Elise una piccola vettura sportiva al massimo dalle linee particolarmente aggressive, una vettura biposto montante un motore a benzina di soli 1598 CC ma sviluppante un’accelerazione da 0 a 100 in solamente 6,5 secondi. Una vettura prodotta in varie versioni ma mantenendo sempre un peso davvero di poco conto per una supercar di 1000 kg. Il secondo modello è la Exige. In questo caso si tratta di un’estremizzazione della Elise, montante motore Toyota V6 da 3456 CC. Questa versione, la Lotus Exige, monta un motore potente in grado di erogare prestazioni davvero spettacolari come un’accelerazione da 0 a 100 in soli 3,7 secondi. Segue il modello Lotus Evora; in questo caso si tratterebbe di un modello GT più pesante dei modelli precedenti del segmento roadster montante però il motore grosso e potente motore Toyota della Exige.