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Per la rubrica “Automobili leggendarie” dedicata alla celebre competizione bresciana, la 1000Miglia seguiremo le vie della storia di un’automobile che spesso partecipa alla 1000Miglia, un’automobile francese ma con un fondatore dal cognome italiano, Enrico Teodoro Pigozzi. Cosa significa SIMCA? “Société Industrielle de Mécanique et de Carrosserie Automobile” fondata nel lontano 1934. La produzione di questo brand automobilistico francese sarebbe stata attiva fino al 1990. Per poter comprendere il tortuoso passato della SIMCA è necessario andare a ritroso nel tempo, precisamente nel 1907 quando l’italiana FIAT fu una realtà industriale già attiva e molto importante nell’ ambito automobilistico. In quel periodo la FIAT già esportava le proprie vetture in Francia. L’importatore francese di automobili FIAT fu Ernest Loste, un attivo distributore di automobili italiani su territorio francese. Erano gli anni ’20 in cui FIAT prese la decisione di essere direttamente presente alla commercializzazione delle proprie vetture in Francia, quindi per poter riuscire nel nuovo progetto commerciale fondò la SAFAF Société Anonyme Française des Automobiles Fiat che iniziò con una prima sede parigina e come Presidente della neonata azienda venne nominato proprio Ernest Loste. La direzione della nuova azienda invece fu affidata ad un giovane italiano che già da qualche anno si occupava della commercializzazione del brand FIAT in Francia: Enrico Pigozzi. In questo modo la fabbrica di automobili torinese raggiunse un buon volume di vendite in Francia, durante i primi anni. Tuttavia come accadde per molte aziende si mise di traverso la famosa crisi degli anni 30, quella che provocò il tracollo della borsa di Wall Street e che portò il mondo verso la grande depressione. Da quel momento tutto subì un potente rallentamento. Per favorire i mercati interni i vari paesi colpiti dalla crisi cercarono di tirare “i remi in barca” quindi optarono a scopo protettivo una sorta di regime protezionistico che per forza di cose andò a colpire l’import anche in Francia. La neonata SAFAF si trovò quindi in oggettiva difficoltà portando, la FIAT a decidere di iniziare una produzione di automobili in Francia per evitare le difficoltà dell’esportazione. FIAT decise quindi di inviare nella vicina Francia solo i componenti che in seguito sarebbero stati assemblati in territorio francese. Nel 1932 la SAFAF cambiò regione sociale con Société Anonyme Française pour la Fabrication en France des Automobiles Fiat. Con questa configurazione l’ azienda avrebbe potuto raggiungere una buona tranquillità dal punto di vista produttivo. Dalle linee di montaggio dell’azienda ne uscì la 6CV una vettura che ricorda in moltissimi particolari la Balilla. Come fu per la Balilla anche la 6Cv riscosse un buon successo per via del prezzo abbordabile ma anche per la varietà di versioni che spaziavano dalla berlina alla spyder. Il 1934 fu protagonista della produzione della 11 CV, la fiat Ardita ma aggiornata al mercato d’oltralpe. LA SAFAF in quegli anni ebbe un grande successo nella vendita di autoveicoli quindi nel 34 la SAFAF rilevò uno stabilimento. Da quel momento nacque la SIMCA, fondata a Parigi che ebbe il supporto di vari finanziatori francesi. Il Presidente della neonata azienda fu un Generale in pensione Alphonse Jolivet de Riencourt Masson de Longpré mentre all’ amministrazione venne indicato l’Ing. Charles Cornet. Nel 1935 SIMCA rilevò il marchio ed i brevetti della Donnet. Il 28 giugno del 1935 l’amministratore delegato divenne Pigozzi che in via non ufficiale assunse anche il ruolo di Direttore generale. Il 1 Luglio la SAFAF venne sostituita con il nuovo marchio SIMCA-FIAT. A fine anno sempre nel 1935 l’azienda raggiunse il tetto di 50 milioni di franchi che solamente un anno prima fu di 8 milioni. Un gande successo, probabilmente dovuto anche al fatto che i francesi avrebbero sentito proprio il brand. 1936: fu l’ anno della replica francese della 500 Topolino. Lo stemma ebbe una mutazione ed il nome FIAT venne posizionato in secondo piano rispetto a SIMCA più evidente ed in posizione centrale. Nel 1936 le lotte operaie fomentate dalla gauche francese provocarono un danno alla produzione delle vetture Cinq. Questo trauma subito dall’azienda, fece in modo che in quegli anni il marchio SIMCA divenisse l’unico marchio aziendale. Nel 1937 venne lanciata la SIMCA 8, l’anno successivo nacque un logo nuovo e definitivo. Il logo nuovo avrebbe compreso il nome SIMCA ma anche una rondine stilizzata che divenne il simbolo della casa francese. Nel 39 SIMCA si preparò per affrontare il nuovo Salone di Parigi tuttavia poco dopo la Germania iniziò il secondo conflitto mondiale ma i trascorsi italiani la salvarono, dato che venne vista come una fabbrica italiana in Francia, quindi non venne sfruttata per scopi bellici. SIMCA si occupò anche della fabbricazione di motocicli ma non ebbe molta fortuna. Nel 44 fu la fine della guerra e lo stabilimento venne risparmiato proprio per la scarsa importanza strategica. Dopo Pigozzi Venne nominato Direttore Generale SIMCA Jean-Albert Grégoire, il personaggio dell’automobilismo che un ventennio prima sperimentò la trazione anteriore sulle automobili Tracta e poi sulle Citroen Taction Avant. L’ingegnere iniziò a produrre la AFG una vettura a trazione anteriore dal frontale molto tormentato che non avrà seguito commerciale come SIMCA dati i costi di realizzazione proibitivi, tuttavia tale modello verrà ripreso anni dopo quando l’ingegnere lo riproporrà per Panhard permettendo la nascita della Panhard Dyna X. Nel 46 furono prodotti SIMCA 5 e SIMCA 8. Nel 47 a Parigi venne presentata la SIMCA 6 anticipatrice della Topolino C. Il 1948 fu l’anno della SIMCA modello Cinq e 8. Il 48 si aggiunse la Break, una vettura simile all’ italiana giardinetta 500 legno con sedili posteriori rivestiti il pannelli lignei. Nel 49 la 6 iniziò il successo. La 8 fu sostituita dalla 8, 1200 con motore 1,23 litri e calandra frontale ridotta. Quell’ anno la SIMCA produsse 12000 vetture in più che nel 47 e le 18000 del 48. Nel 1951 nacque la SIMCA Aronde, prima SIMCA monoscocca ma anche prima vettura della casa francese con linee inedite che ricorderebbero la FIAT 1400. Il modello Aronde fu un grande successo e nel 1954 SIMCA prese il controllo della Ford francese ereditando il modello Ford Vedette che divenne SIMCA Vedette Il modello sportivo derivato dalla Ford Vedette fu il Ford Comète che divenne SIMCA. Il sodalizio Ford e SIMCA comportò l’acquisizione del 15% del pacchetto azionario SIMCA da parte di Ford, in questo frangente tornò Pigozzi che divenne Presidente e Direttore Generale del gruppo SIMCA. SIMCA ora è un vero e proprio gruppo francese ed inizia l’export delle proprie vetture in tutto il mondo. Nel 1956 nacque la SIMCA Ariane, un ibrido che incorporava il corpo della Vedette al motore della Aronde passato da 1,2 litri a 1,3 litri. Nel 1958 la casa francese iniziò una collaborazione con Chrysler per poter entrare nei mercati USA. Dal sodalizio con SIMCA anche Crysler riuscì ad invadere i mercati europei con le proprie vetture. Nel 1958 SIMCA acquisì TALBOT. In quel periodo nacque la SIMCA do Brasil. Nel 1959 in Marocco venne fondata la SOMACA detenuta da SIMCA e FIAT. Il 1961 vide il lancio della SIMCA 1000 che fece concorrenza all’italiana FIAT 850, tuttavia per la casa francese iniziò un rallentamento. In seguito a decisioni finanziarie e commerciali di FIAT e Chrysler la SIMCA iniziò il declino. Il 1963 vennero prodotte le SIMCA 1300 e 1500, berline eleganti e classiche. 1966: SIMCA prese il logo Pentastar di Chrysler. SIMCA venne riorganizzata rilevata da FIAT che ne farà una filiale per la distribuzione in Francia con il nome di FFSA con Umberto Agnelli a capo. Nel 1966 lo stemma SIMCA sparì lasciano definitivamente spazio al logo Pentastar Chrysler. Nel 1967vennero lanciati due modelli: 1200 S Bertone, un coupè per la nicchia di clienti sportivi e la SIMCA 1100, la prima a trazione anteriore e prima SIMCA con portellone posteriore destinata alle famiglie. Nel 1972 e 1973 la SIMCA torna ad andare “alla grande”. In quel periodo entra in scena la SIMCA Matra “Bagheera”. Sempre nello stesso anno il presidente e direttore generale Gillespie si dimette ed arriva Frank M. Rogers. Nel mese di ottobre vi fu lo scoppio della crisi petrolifera ma SIMCA arrivò a poco meno di 600.000 vetture nel mondo. Ma già dal 1974 seguì la crisi del Kippur, immatricolazioni crollarono del 27% . Simca perse una consistente fetta del mercato interno. Il 1977 fu un anno nuovamente all’insegna del successo dei modelli 1307 e della 1308, poi seguì un SUV la Matra-Simca Rancho con carrozzeria in vetroresina, meccanica della 1100 e motore di derivazione della 1308 GT. Il 1979 SIMCA venne associato al marchio Talbot dopo una serie di cambiamenti e fusioni di vario genere. Nel 1990 l’avventura SIMCA cessò.

 

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Maira Alcantara
Author: Maira Alcantara

free lance generalista, incaricata anche per articoli speciali relativi a settore sport ed automobilismo storico e moderno

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