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Avrete già sentito parlare di Marilù Manzini. Mondooggi si occupò dell’ artista in merito ad un film italiano tratto da un romanzo firmato dall’artista modenese. Nel film “Il quaderno nero dell’amore” Marilù Manzini non fu protagonista solamente per aver scritto il libro che ha fatto da filo conduttore dell’opera cinematografica ma divenne protagonista attiva per aver addirittura diretto l’opera.
Dalla veste di regista, quindi, in questo periodo autunnale potremo assistere ad una vera e propria “mutazione”, un secondo risvolto della Manzini che in questo caso sarà protagonista ancora una volta, ma con una mostra riguardante le proprie opere pittoriche. La mostra è stata inaugurata la scorsa settimana a Milano e proseguirà fino ad inizio inverno. Tuttavia il nome di Marilù Manzini lo sentiremo pronunciare ancora dato che i progetti artistici dell’ artista sarebbero molto intensi per il futuro e certamente ne seguiremo le “tracce”. Seguiremo l’artista italiana anche per il fatto che la riteniamo un po’ anomala, nel senso che Marilù Manzini è a tutti gli effetti una creatrice d’arte veramente poliedrica. Non sono numerosi i soggetti che nel campo dell’arte riescono a spaziare dalla regia cinematografica, alla pittura, passando per la scrittura ed altre forme d’arte. In genere un’ artista si esprime in un campo ben preciso, eccetto alcune eccezioni che vedono certi rari geni dell’arte ad occuparsi di più frange artistiche. Marilù Manzini credo proprio che faccia parte di queste iconiche figure protagoniste in questo caso dell’arte contemporanea. Sarà per noi un piacere quindi seguire i passi di questa particolare artista italiana e descriverne le opere. Ora torniamo alla mostra inaugurata nel mese di ottobre. Anche nelle opere pittoriche il messaggio dell’artista è davvero attuale come ad esempio “facce di bronzo” realizzato in un periodo nel quale devo ammettere che a proposito di facce di bronzo sembrerebbe essere purtroppo molto attivo.
Marilù S. Manzini, artista modenese, ha un ricco curriculum di attività in diversi campi della creatività che vanno dalla scrittura, avendo pubblicato diversi romanzi, alla fotografia e alle arti figurative, campo in cui, predilige i linguaggi materici del tessile, della carta, dei metalli e dei colori. Nelle recenti mostre ha presentato diversi filoni tematici come le “facce di bronzo”: serie di foto dedicate a quanti vivono le proprie menzogne borghesi senza alcuna vergogna e issando vere e proprie maschere di attori-ipocriti che rivestono o interpretano la figura di eroi o divinità del mondo classico antico. Seguono le composizioni di volti assai conosciuti riprodotti con collage di carta moneta o colorati fili di lana e persino spille da balia come ironico richiamo alla languente pop art e alla centralità del denaro nella nuova Paperopoli o Tangentopoli globalizzata. Tuttavia grande interesse hanno suscitato le sue “Attese ricucite” dove l’ironia e la parodia dialogano intorno ai tagli che fece Lucio Fontana alle sue tele monocrome e che Marilù Manzini ha voluto ricucire nel tacito scopo, pensiamo, di voler sanare quelle ferite inferte all’arte in un suo momento storico di forte criticità e cambiamento. Ad un’attenta lettura della ricca produzione di opere nei più svariati generi dell’eclettica artista non può sfuggire quel fil rouge che tiene insieme il tutto: la cifra ironica e attenta, spesso persino provocatoria, verso le caotiche tendenze del mondo contemporaneo sempre più dominato dai social media.
Interpretare l’arte a tavola…
Una mostra tra gusto, musica e vip per Marilù S. Manzini.
Se l’arte è bellezza, insieme alla capacità di creare emozioni e messaggi, ecco che una mostra di opere si può unire a un “gusto”, non solo visivo ma anche del palato. Ecco che Marilù S. Manzini, seguendo il trend ovvero l’orientamento di questi ultimi anni, ha deciso di esporre diversi suoi quadri presso il ristorante “Mo. Sto Bistrot” di via Castelbarco 3 a Milano, per renderli fruibili a un target ampio ed eterogeneo. La mostra dal titolo “Intreccio multiforme” distribuita nel locale su due piani sarà presente fino al 15 dicembre 2021. In tal modo, tra un calice di vino, uno sfizio culinario e la musica dal vivo con la cantante Margherita Piumatti, la Manzini, conosciuta come scrittrice e ultimamente come regista, ha salutato estimatori e amici, nonché diversi personaggi invitati da Deborah Bettega, sociologa ed ex volto Rai. Tra gli intervenuti alla presentazione della mostra, introdotta dal professor Cosimo Mero, c’era il conduttore e attore Manuel Casella, l’attrice Sarah Maestri, ora impegnata nel sociale, intervenuta con amiche e amici, la cantautrice e produttrice discografica Giovanna Nocetti, l’attore e modello internazionale Christopher Leoni, lo showman e coreografo Lele Dinero, la conduttrice Paola Rota e diversi altri. Alcune opere, presenti in questa mostra, ritraggono facce di bronzo: di fatto ci sono persone che possono essere definite sfrontate, insolenti, impudenti, capaci di azioni riprovevoli senza rimorsi, che non si vergognano di nulla e non arrossiscono mai, proprio come fossero composte di metallo o appunto di bronzo… sono sfacciate nel significato di senza faccia, persone “spudorate”, cioè senza pudore e senza ritegno come nota la Manzini. Ultimamente l’artista ha esposto nel 2019 a Milano al “Mia Photo Fair”, la fiera internazionale di fotografia, ed è stata presente a quella dal 7 al 10 ottobre del 2021 con due sue foto, “Quarantine” e “The Kisses” attraverso la Galleria di Paola Colombari. Nel 2019 ha anche varcato i confini nazionali poiché diverse sue opere erano presenti a Miami nell’ambito dell’ Art Basel al Mana Wynwood e a New York presso la Unix Gallery. Il suo film, “Il Quaderno nero dell’amore”, uscito nelle sale il 27 maggio di quest’anno in Italia, distribuito dall’Europictures e apprezzato sulla scena internazionale grazie alla partecipazione a vari festival e alla vittoria nel 2020 all’ “International Women’s Film Festival” in Florida, sarà presente a breve su Amazon Prime.
Fotografia opere ed artisti fotografo Paolo Pugnaghi