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Fra le miriadi di notizie nefaste, ecco che a fare capolino nel marasma è una notizia non certo negativa che esporremo nelle prossime righe. Da qualche mese gli italiani stanno vivendo sul filo del rasoio, psicologicamente provati da un inverno incerto in fatto di prezzi dei combustibili. Le fatture sono già ampiamente raddoppiate sia a livello di metano che di energia elettrica. Molte aziende si trovano con l’acqua alla gola fra bollette arrivate a toccare i massimi livelli, guadagni sempre più risicati, tasse sempre più alte, fra l’altro versate ad un governo che non sa, o peggio, non vuole, risolvere le situazioni negative che pesano sul tessuto economico del proprio stato . La previsione per il futuro prossimo? Appena arriveranno i primi freddi, che a dire la verità sono già minacciosamente dietro la porta, la richiesta di combustibili da riscaldamento farà ancora una volta lievitare i prezzi. Le fatture quindi già fuori controllo,
se non quella puramente speculativa e distruttiva del tessuto economico nazionale, diverranno ancora più feroci, dando il colpo di grazia a quelle attività che ancora stanno “boccheggiando”, resistendo, bruciando il denaro accumulato negli anni precedenti, con la speranza che qualcosa possa cambiare nel breve periodo. Da questo quadro della situazione non certo positivo ecco arrivare una notizia che potrebbe essere una “boccata di speranza”. Da quanto riportato sul quotidiano “La Verità& Affari” un paio di giorni fa sarebbero ripartiti i flussi di metano dalla Russia verso l’Italia, flussi che la Gazprom aveva sospeso da sabato. Stando alla spiegazione di ENI la ripresa delle forniture e quindi la risoluzione, sarebbe stata possibile grazie ad un intervento di ENI e delle parti coinvolte ma anche dai vincoli della nuova normativa imposta dall’ Austria. Quando si parla di burocrazia si parla indirettamente di interessi e di denaro. Praticamente la situazione sarebbe stata sbloccata da un pagamento di 20 milioni di Euro bonificati dal fornitore russo alla società di dispacciamento austriaca. Ora il gas potrà partire dalla Russia e passare verso la rete austriaca come previsto dal contratto fra ENI e Gazprom. I 20 milioni di Euro previsti dalla nuova normativa austriaca sarebbero stati elargiti a titolo di di deposito cauzionale richiesto dall’ operatore austriaco, al quale il fornitore russo, Gazprom, sembrerebbe non aver versato bloccando di conseguenza le forniture di gas naturale verso l’Italia. (clicca quì) Ciò che resta amaro in realtà è il fatto che in Italia si continui a non risolvere i problemi irrisolti, si prosegua sulla strada del non voler fare per ragioni di poco conto, considerato lo stato d’emergenza in cui la nazione si trova. Per il momento resta fermo il progetto del rigassificatore che dovrebbe essere pronto per la prossima primavera a Piombino, questo per il fatto che al largo del
porto esista una zona frequentata da cetacei e quindi per motivazioni ecologiche non si possa proseguire. Cosa sta aspettando il governo a trovare un altro luogo? Per quale motivo il governo non ha selezionato una possibile seconda zona “di riserva”? Credo che gli “esperti in materia” fossero al corrente della presenza dei cetacei…. Vedremo quindi quando sarà realizzato questo benedetto rigassificatore. Penso proprio che l’impianto possa essere realizzato e quindi divenire operativo, come sempre accade, ad emergenza terminata. Nel frattempo proprio in questi giorni, l’Opec taglia la produzione di greggio di 2 milioni di barili. Sinceramente si spera che con questo nuovo governo, per la verità non ancora insediato, qualcosa possa cambiare in meglio, anche se a dire il vero penso che in sostanza molto resti invariato tuttavia la speranza, come si suol dire, è l’ultima a morire.
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