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Nel corso della storia umana, Dio ci manda persone particolari, una sorta di “ciambelle di salvataggio”, personaggi che rivoluzionano il mondo. Loro non hanno bisogno di armi, non hanno bisogno di violenza, non hanno bisogno di scatenare guerre. Queste persone sono in possesso dell’ arma più potente al mondo, la giustizia e l’amore per il proprio popolo, per la propria terra. Tramite la sete di giustizia nel lungo periodo questi “condottieri” vincono le guerre. Chi era realmente Nelson Mandela? Il Presidente del Sudafrica? Non credo proprio. Dipingerei il volto di Mandela non solamente del consueto colore ma di tanti colori che vanno dall’ ebano al bianco più splendente. Penso che Mandela abbia incarnato il Presidente di tutte le persone, di ogni etnia, che amino la libertà la giustizia, ed il proprio popolo.
Nelson Mandela
Attaccato fortemente alle radici della sua terra, Mandela restò umanamente umile. E la devozione che il suo popolo e parte dello scenario internazionale gli tributarono, fu tale da valergli un Nobel per la Pace nel 1993, oltre al conferimento di numerose altre onorificenze anche al di fuori dei confini sudafricani: nel 1990 l’India lo premiò con il Bharat Ratna, il più alto riconoscimento civile locale; nel 2001 il Canada lo rese cittadino onorario; nel 2002 ricevette la Presidential Medal of Freedom da George W. Bush; nel 2004 fu insignito dell’Order of St. John dalla Regina Elisabetta II; nel medesimo anno ricevette le chiavi della città di Soweto in occasione delle celebrazioni in memoria del massacro, con una cerimonia solenne. Non solo il mondo della politica, ma anche quello della musica lo omaggiò, tant’è che nel 2008 venne organizzato a Londra un grande concerto in occasione del suo 90° compleanno. Amante dello sport, Mandela si battè e ottenne il permesso di organizzare i Mondiali di calcio in Sudafrica nella tornata del 2010 presenziando alla cerimonia di chiusura. La città di Firenze gli intitolò il Nelson Mandela Forum. Anche il grande schermo gli rese omaggio con alcuni film: il “Goodbye Bafana” del 2007, ispirato alle vicende del carceriere bianco James Gregory e del suo speciale rapporto di amicizia con il detenuto Mandela; il film “Invictus” del 2009 diretto da Clint Eastwood e vincitore dell’Oscar nel 2010; il “Mandela: Long Walk to Freedom”, uscito postumo (2013) e ispirato alla sua autobiografia. Molti artisti del panorama musicale mondiale, tra cui i Simple Minds e gli U2, gli dedicano canzoni, omaggiando in musica il grande tributo che Mandela, uomo ed eroe, aveva reso al mondo intero. Anche l’ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, lo ha ricordato con grande stima ed affetto durante il suo mandato, dipingendo Mandela non solo come il noto Padre della Nazione, ma anche come un ‘padre adottivo’ per lui stesso; un uomo che gli ha insegnato molto e che lo ha ispirato nel suo cammino politico e culturale, forte anche delle radici africane.
L’eroe, il politico, l’uomo
Quest’anno si celebrano i 105 anni dalla nascita di Nelson Mandela: un’occasione per continuare a riflettere sull’eredità storica di una figura che, per la sua dedizione e il suo coraggio a tutela della libertà e dei diritti umani nella prospettiva di un Sudafrica multietnico, pacifico e democratico, è stato e continua ad essere fonte di ispirazione per l’intero mondo. Il “Mandela International Day” che si celebra oggi non rappresenta semplicemente la celebrazione del suo grande impegno per la giustizia sociale ma anche, e soprattutto, un invito a prendere coscienza delle potenzialità insite in ciascuno di noi per poter impattare positivamente sul contesto in cui si vive e quindi, in qualche modo, promuovere il cambiamento. L’obiettivo più importante della Giornata è proprio questo: stimolare al coraggio, alla solidarietà, all’umana fratellanza, ma anche spingerci ad osare, sollecitare il cambiamento, perchè per cambiare il mondo non occorrono azioni eclatanti: il dialogo e la disponibilità all’ascolto rappresentano l’arma più potente per avviare autentici processi di riconciliazione.
“Mandela International Day”
Oggi 18 luglio si celebra il “Mandela International Day”, una giornata commemorativa internazionale istituita dall’ONU nel 2009 per onorare, nel giorno della sua nascita (18 luglio 1918), il leader e attivista sudafricano Nelson Mandela che, convogliando le sue energie nella lotta alla violenza, alle disuguaglianze e al sistema di segregazione razziale, noto come apartheid, ha incarnato nella sua persona i più alti valori delle Nazioni Unite. Classificato come crimine contro l’umanità dall’Assemblea Generale dell’ONU nel 1973, l’apartheid -che in lingua afrikaans significa ‘separazione’- è una politica di discriminazione razziale, adottata in Sudafrica dalla popolazione bianca a danno dei neri, nel periodo che va dal 1948 al 1994. Tale regime che inglobava, sia le politiche di segregazione razziale istituite dal governo bianco sudafricano nel dopoguerra (rimasero in vigore fino al 1990), sia le misure di sicurezza adottate per difenderle, consisteva nel programma di separazione sociale e razziale tra i vari gruppi etnici e nel combinare tali divisioni con ripartizioni geografico-territoriali allo scopo di concentrare non solo il potere politico, ma anche le ricchezze economiche e il benessere sociale nelle mani della minoranza bianca. Come filosofia di sottofondo l’apartheid risultava essere sostenuta dalla volontà di offrire ai vari gruppi razziali la possibilità di condurre il proprio sviluppo sociale in sintonia con le proprie tradizioni; in realtà, questa motivazione altro non era se non un paravento per legittimare una politica razzista. Nel 1948, a seguito delle elezioni che videro la vittoria della coalizione formata dal Partito Afrikaner e dal Partito Nazionale Riunificato -alleanza elettorale che rimarrà al potere per i successivi trent’anni- l’apartheid venne dotato di una concreta forma politica. Ma la lotta contro l’affrancamento dalla segregazione razziale ebbe come guida una delle figure più imponenti e rappresentative del 20° secolo a livello mondiale, Nelson Mandela, universalmente riconosciuto come un eroico combattente per la libertà.
La lotta per i diritti civili
La sua esemplare lotta contro le ingiustizie dell’apartheid rappresentò una svolta epocale, non solo per le straordinarie qualità dell’uomo dal profilo morale inattaccabile, ma anche per la visione illuminata del politico capace di comprendere la necessità di una transazione pacifica del suo Paese. Adoperandosi strenuamente per perseguire la pace e l’uguaglianza, la sua fervida attività segnò profondamente la storia del Sudafrica e ridisegnò le sorti dell’essere umano restituendogli dignità e valore in seno alla grande famiglia umana che abita la Terra. Durante i suoi lunghi anni di prigionia (venne arrestato nel 1962 con l’accusa di alto tradimento nei confronti del regime e detenuto nel carcere di Robben Island), il trionfo della democrazia liberale -conclusione straordinaria per la storia sudafrica del 20° secolo- sembrava incredibilmente improbabile: esisteva certamente un ampio consenso sul fatto che il dominio delle minoranze bianche non potesse durare per sempre, ma coloro che ne predissero la fine non avrebbero mai immaginato un esito politico così favorevole. Rilasciato nel 1990, Mandela intensificò la battaglia contro l’oppressione per raggiungere le mete che lui, insieme ad altri, aveva fissato quasi quarant’anni prima.
Nel 1994 fu proclamato il primo presidente nero del Sudafrica rimanendo in carica fino al 1999. A conclusione del suo mandato presidenziale, si ritirò dalla vita pubblica e collaborò alla gestione di varie organizzazioni a scopo umanitario, quali il Nelson Mandela Children’s Fund, la Nelson Mandela Foundation e The Mandela Rhodes Foundation. Attaccato fortemente alle radici della sua terra, Mandela restò umanamente umile. E la devozione che il suo popolo e parte dello scenario internazionale gli tributarono fu tale da valergli un Nobel per la Pace nel 1993, oltre al conferimento di numerose altre onorificenze anche al di fuori dei confini sudafricani: nel 1990 l’India lo premiò con il Bharat Ratna, il più alto riconoscimento civile locale; nel 2001 il Canada lo rese cittadino onorario; nel 2002 ricevette la Presidential Medal of Freedom da George W. Bush; nel 2004 fu insignito dell’Order of St. John dalla Regina Elisabetta II; nel medesimo anno ricevette le chiavi della città di Soweto in occasione delle celebrazioni in memoria del massacro, con una cerimonia solenne. Non solo il mondo della politica, ma anche quello della musica lo omaggiò, tant’è che nel 2008 venne organizzato a Londra un grande concerto in occasione del suo 90° compleanno. Amante dello sport, Mandela si battè e ottenne il permesso di organizzare i Mondiali di calcio in Sudafrica nella tornata del 2010 presenziando alla cerimonia di chiusura. La città di Firenze gli intitolò il Nelson Mandela Forum. Anche il grande schermo gli rese omaggio con alcuni film: il “Goodbye Bafana” del 2007, ispirato alle vicende del carceriere bianco James Gregory e del suo speciale rapporto di amicizia con il detenuto Mandela; il film “Invictus” del 2009 diretto da Clint Eastwood e vincitore dell’Oscar nel 2010; il “Mandela: Long Walk to Freedom”, uscito postumo (2013) e ispirato alla sua autobiografia. Molti artisti del panorama musicale mondiale, tra cui i Simple Minds e gli U2, gli dedicano canzoni, omaggiando in musica il grande tributo che Mandela, uomo ed eroe, aveva reso al mondo intero. Anche l’ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, lo ha ricordato con grande stima ed affetto durante il suo mandato, dipingendo Mandela non solo come il noto Padre della Nazione, ma anche come un ‘padre adottivo’ per lui stesso; un uomo che gli ha insegnato molto e che lo ha ispirato nel suo cammino politico e culturale, forte anche delle radici africane.
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