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Introduzione di Goldfinger
Non avrei mai pensato di dover scrivere fiumi di inchiostro sulla questione climatica. Questo per il fatto che dopo essermi ben informato da canali che non hanno poco a che vedere con quanto spiegano i media del mainstream, dopo aver fatto una cernita in questo dedalo di notizie non sempre attendibili, ritengo il discorso inutile dal punto di vista allarmistico. Ripeto il concetto che da sempre sostengono alcuni grandi uomini di scienza, ovvero che l’attività umana rientri ben poco nelle cause scatenanti l’innalzamento delle temperature. Si tratterebbe invece di eventi astonomici, accentuati dalla menzogna di una certa elitè con lo scopo di cambiare gli asset produttivi e commerciali, sostituendo i mercati e la produzione tradizionale che oggi si troverebbe in saturazione totale. Credo che il principale obbiettivo di tutto questo caos economico e sociale, sia il cambiamento forzato del mondo produttivo. Dall’altro canto l’obbiettivo nascosto penso proprio sia la conquista del potere assoluto tramite il controllo globale.
Oggi, per un sistema come il nostro nel quale per sopravvivere, il sistema stesso necessita sempre di avere un nemico, il nemico sarebbe da vedersi nel clima. La palla è stata presa al balzo dai potentati che governano il mondo. Dopotutto non è difficile credere alle menzogne sulle cause dell’innalzamnto climatico. Per far presa sulla popolazione è sucfficiente scatenare i media collusi con il sistema, ed il gioco è fatto. Dopotutto il tempo e la voglia di ricercare di indagare la popolazione l’ha persa da tempo. Non è un caso che si guadagni sempre meno ed i prezzi aumentino a dismisura. Da una parte è un “giochetto” fonanziario. Con questo sistema il cittadino sarà sempre più in preda alla tensione, alla paura, alla preoccupazione ma soprattutto non avrà più il tempo di pensare e si “berrà” tutte le “favole” ribaltate astutamente dal mainstream. Ricordiamoci che
Il vero potente
il vero potente del mondo non è colui che possiede le bombe atomiche ma colui che pozssegga l’informazione, il potere mediatico.
Non vi siete mai chiesti da chi sono controllate la maggior parte delle aziende dell’informazione quotate in borsa? Non vi siete mai chiesti chi siano i proprietari della maggior parte delle banche disseminate nel mondo? Giornali, agenzie di stampa, televisioni, cinematografia, banche e via dicendo sono per la maggior parte controllate direttamente o indirettamente dai soliti noti.
Le sfide sono tante come gli inganni.
Mentre noi siamo a parlare di ecologia, mentre noi pensiamo alla guerra, ecco avanzare di soppiatto la più grande trappola dell’umanità l’“European Digital Identity Wallet”. Le pensano davvero tutte per arrivare rapidamente al controllo totale in stile cinese. Presto ci chiederanno di scaricare questa app: non fatelo. Se vi rifiuterete il gioco finirà prima ancora di essere partito. Ricordiamoci che i potentati non possono mai fare ciò che noi non desideriamo avallare. Per questo usano l’inganno. L’app che vi chiederanno di scaricare sarà all’apparenza una vera comodità, una sorta di portafoglio digitale con il quale potrete accedere a tutti i vostri dati, certificati, patente, diploma, conto corrente, forniture di servizi pubblici e tanto altro. Il fatto è che scaricando l’app e iscrivendosi al programma il cittadino perderà ogni libertà. Ancora una volta verremo controllati e l’imbuto del controllo totale diverrà sancora più stretto.
Ragionamenti sull’allarme climatico
Toriniamo ora all’inganno ecologico. Saremmo oggi di fronte a due realtà: il blocco occidentale che risulterebbe essere il meno inquinante, al quale si chiedono sempre più sforzi, dall’altro canto il blocco orientale che viceversa inquina indiscriminatamente. E’ normale che sia così. Se non posso produrre in casa perchè inquino, farò produrre in Cina, in India, in Brasile dove ad inquinare non sono io, oltrettutto della Cina tutti hanno timore e lasciano perdere, anche perchè sanno che se nessuno produce anche i potentati perdono. Convincere i cinesi sulla “favola dell’orso” non è facile. Tuttavia anche la Cina il contentino lo deve pur dare anche se dall’altro canto a casa propria fa quello che vuole come sempre.
Se il pianeta fosse realmente in pericolo pensate che i paesi “inquinanti” come la Cina o l’India o il Brasile continuerebbero sulla propria strada? Credo proprio di no, dopotutto la “morte” non risparma nessuno neppure i cinesi quindi, alla luce di questo si comprende che tutto è una messa in scena. Sono cresciuto sentendo parlare di punto di non ritorno ogni volta spostati di decenni ed il punto di non ritorno non è mai arrivato. Sapete perchè? Perchè è evidente che l’allarme non esista. Se così non fosse i cataclismi avrebbero reso la “razza umana” estinta da decenni. Nelle prossime righe la giornalista Teresa Monaco offrirà alcune spiegazioni sulla transizione energetica globale.
La Transizione Energetica Globale: USA, Cina e Europa a Confronto
In un mondo sempre più consapevole delle sfide climatiche, la transizione energetica emerge come un punto cardine per il futuro del nostro pianeta. Ogni continente, con le sue politiche e investimenti, sta delineando un proprio percorso verso un futuro più sostenibile, evidenziando sia le differenze che le similitudini nelle loro strategie ambientali. In questo articolo mettiamo a confronto Stati Uniti, Cina ed Europa, superpotenze mondiali con percorsi diversi ma paralleli in questo cruciale processo di transizione.
Cina: gigante energetico in cerca di rinnovamento
La Cina si colloca in una posizione unica nel panorama della transizione energetica. Da un lato, è il maggiore produttore mondiale di gas serra, dall’altro guida gli investimenti globali in questo settore con un imponente stanziamento di 546 miliardi di dollari. Questo investimento massiccio non è solo una dichiarazione di intenti ma una strategia ben definita che pone la Cina come leader nella produzione di tecnologie per l’energia rinnovabile, specialmente nel campo eolico, solare e nella produzione di veicoli elettrici. Il paese mira a raggiungere zero emissioni entro il 2060, un obiettivo ambizioso che riflette la sua crescente consapevolezza ambientale.
La produzione di energia rinnovabile in Cina sta vivendo una crescita senza precedenti. Oltre la metà degli impianti eolici e solari globali, così come delle auto elettriche vendute nel mondo, sono prodotti in Cina. Questa significativa trasformazione industriale si inserisce in un contesto più ampio di riorientamento dell’economia cinese verso settori più sostenibili e tecnologicamente avanzati.
Gli Stati Uniti puntano alto: oltre 500 Miliardi per un futuro ecosostenibile
Gli Stati Uniti, da parte loro, hanno destinato 140 miliardi di dollari per la loro transizione ecologica, con l’obiettivo di raggiungere zero emissioni entro il 2050. Il recente Inflation Reduction Act del 2022 ha stanziato oltre 500 miliardi di dollari per la sicurezza energetica e la transizione, focalizzandosi su batterie e rinnovabili, trasporti green e mobilità elettrica, oltre al raccoglimento e allo stoccaggio del carbonio. Queste mosse indicano una chiara volontà degli Stati Uniti di posizionarsi come leader nella lotta contro il cambiamento climatico e nella promozione di un’economia più sostenibile e resiliente.
L’ UE investe per un 2030 all’insegna dell’ecologia
L’ Europa, con un investimento di 180 miliardi di dollari nel 2022, si candida a diventare il primo continente completamente carbon free. Il pacchetto “Fit for 55” dell’UE stabilisce obiettivi ambiziosi per il 2030: un 42,5% di energia da fonti rinnovabili e miglioramenti significativi in termini di efficienza energetica. Le politiche europee includono inoltre l’introduzione di un meccanismo di tassazione del carbonio sulle importazioni (Cbam) dal 2026 e il divieto di vendita di nuove auto a diesel e benzina dal 2035. Con una spesa totale di 578 miliardi di euro per il clima e tecnologie green nel periodo 2021-2027, pari al 33% del budget complessivo, l’UE dimostra un impegno senza precedenti nella lotta contro il cambiamento climatico.
L’UE è chiamata a tenere il passo
È dunque da sottolineare quanto sia importante l’impegno da parte dell’ Unione Europea in ottica transizione energetica, specialmente in risposta all’Inflation Reduction Act degli Stati Uniti che ha rafforzato ulteriormente il ruolo americano in questo campo. Se l’Europa dovesse rallentare nell’adattamento a questa transizione, infatti, ciò potrebbe risultare in una perdita di competitività.
I Paesi dell’Unione Europea devono continuare ad intensificare gli sforzi e le risorse per l’innovazione e la produzione, onde evitare impatti negativi sull’industria e sulla strategia Europea di crescita.
Un potenziale rischio derivante da un’incapacità di seguire opportunamente la strada della transizione energetica a livello Europeo è quello di vedere le imprese trasferirsi negli Stati Uniti, attratte da maggiori incentivi, specialmente nel settore dell’energia solare.
Insomma, è fondamentale per l’Unione Europea non perdere il passo con Cina e Stati Uniti, che sono pienamente impegnati nella corsa allo sviluppo sostenibile e che delineano pertanto un contesto globale in cui rimanere indietro non è un’opzione minimamente percorribile per l’UE.
Fonte: https://www.prontobolletta.it/news/transizione-energetica-globale/
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