ARTICOLO OFFERTO DA DE ROBERTIS WOOD CALCI FABBRICA CALCI PER FUCILI
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Introduzione di Nicola Migliorini
Penso che fiera Eos per gli appassionati italiani di armi da difesa e da caccia sia una delle più belle fiere del settore che si tengano nella nostra nazione. Verona ultimamente è stata scelta come padiglione fieristico adatto ad ospitare migliaia di visitatori oltre che i migliori brand del settore delle armi sportive, da difesa e da caccia. La zona di Brescia fa da padrona indiscussa dell’evento con i bellissimi ma soprattutto interessanti stand di Franchi, Beretta, Chiappa Firearms e tanti altri marchi innovativi che dalla notte dei tempi, realizzano veri e propri gioielli della meccanica. Chiaramente non menzioniamo tutti i brand bresciani del settore armi che saranno presenti alla fiere, anche per il fatto che necessiteremmo di una quantità innumerevole di pagine.
Fatto è che la zona di Brescia e per restringere il raggio d’azione potrei dire la Valtrompia, resta la regina indiscussa delle industrie artigianali del settore armiero. Gli esperti bresciani sono stati in grado di produrre nei nostri tempi moderni le più belle armi in assoluto. Questo è dovuto alla perfezione e all’innovazione che le industrie armiere bresciane hanno saputo cogliere e assimilare ma anche alla grande tradizione tramandata da padre in figlio alla quale hanno saputo applicare l’innovazione.
Non solo armi ma potrei definire i fucili made in Brescia vere opere d’arte con le cesellature che le arricchiscono, spesso realizzate da esperti cesellatori, ormai rarissimi, che esprimono l’arte del cesello nell’argento dei fucili con una perfezione tale da poter definire queste armi veri capolavori artistici dell’arte del cesello. Le aziende bresciane più popolari nella produzione armiera sono 23 e sono tuttora concentrate nella zona che potremmo definire l’epicentro della realizzazione di fucili la “Valtrompia” dove ha sede anche il mitico marchio Beretta.
Si pensi che i prodotti bresciani in fatto di armi vengono venduti nientemeno che in 84 stati al mondo e per il 91 per cento riguardano i materiali. Brescia è anche sede di tante altre aziende che fanno da indotto al settore armiero per esempio nell’ambito della produzione di calci di Fucile, come la Camanini Group, la De Robertis Wood di Collebeato ed altre ancora. Il mercato delle armi sportive e da difesa resta comunque un mercato solido nonostante le traversie passate negli ultimi periodi e le leggi restrittive che hanno ridimensionato un po’ la passione della caccia. I fatturati delle aziende armiere bresciane sono comunque positivi, dopotutto penso che le nostre aziende siano come dire, in un certo senso “monopoliste” ovvero: se si desiderasse acquistare un fucile di prestigio per quanto concerne la bellezza, la precisione e la manifattura artigianale, la prima località che balza alla mente è Brescia.
Le imprese armiere della zona sono riuscite nel tempo a creare prodotti di assoluta eccellenza e precisione: la meccanica fusa con la bellezza. Non è cosa da tutti i giorni. La meccanica e la precisione la possono proporre anche altri competitor stranieri, ma la precisione, l’innovazione che si “fondono” con la bellezza e l’arte, penso che solamente le aziende italiane abbiano il bagaglio culturale e la creatività per poterlo coniugare. L’Italia è sempre l’Italia, il paese con più tradizione e cultura al mondo, un paese che ha creato la storia del mondo e che continuerà a insegnare.
La storia delle armi bresciane
La cultura armiera bresciana vanta radici molto profonde. La storia farebbe risalire la cultura della produzione di armi nientemeno che in epoche assai remote. Incisioni rupestri testimoniano rappresentazioni di pugnali già nell’età del bronzo. La fama dei bresciani in fatto di produzione armiera è documentata in modo certo dal 1200 in poi. In quel periodo Brescia era protagonista nella costruzione di armature, spade di fattura talmente pregiata da attirare l’attenzione dei VIP di quei tempi come per menzionarne uno Luigi XIV re di Francia.
I Cominazzo
In tempi remoti la famiglia Cominazzo di Gardone Valtrompia ha operato nel settore delle armi da fuoco dal 1500 al 1800. Sono interessanti la precisione, la perfezione tecnica di quelle armi ma anche la componente artistica delle armi di quella famiglia che addirittura presero il nome di “Lazzarine” da Angelo Lazzarino Cominazzo. Il nome “Lazzarine” in quelle epoche remote veniva usato anche per indicare una perfezione assoluta. Le armi di Cominazzo divennero tanto note da essere richiesta un po’ dappertutto. In effetti le “Lazzarine” venivano esportate in tutta Europa. Il valore di tali armi era talmente alto che da un documento datato 1644 si evince che già all’epoca esistevano armi su imitazione delle “Lazzarine”, armi contraffatte da artigiani che imprimevano il marchio con la dicitura “Lazzarino” sul metallo. La Valtrompia di allora era una valle piuttosto chiusa. I segreti della perfezione nella costruzione armiera erano gelosamente custoditi, tanto da rischiare il linciaggio coloro che avanzassero l’ipotesi di allontanarsi dalla zona per esportare altrove la tradizione e la produzione dovuta all’esperienza nel settore. Purtroppo nel 1784 la famiglia Cominazzo inizierà il declino per via della produzione di fucili e pistole divenuta per qualche oscuro motivo piuttosto scadente, tanto da essere rifiutate dall’allora potente Repubblica di Venezia.
La produzione armiera bresciana moderna
La produzione armiera bresciana di oggi al contrario è molto florida. Gli artigiani del settore hanno saputo rinnovarsi tecnologicamente e creare innovazioni molto utili per aumentare la perfezione e il design delle proprie armi apprezzatissime da capi di potenti stati, personaggi di fama internazionale. Non è un caso se nei film di Hollywood, (se si dovessero conoscere i modelli principali di pistole o di fucili) ci si rendesse conto che spesso vengono utilizzati modelli di armi made in Brescia. Ricordo un film di Hollywood che vidi un paio di anni fa, in cui il protagonista utilizzava una pistola molto particolare direi inconfondibile nel disegno molto particolare, a mia opinione si trattava di un potente, modernissimo e innovativo revolver “Rhino” prodotto dalla bresciana Chiappa – Firearms. Insomma il buisness armiero bresciano moderno vanterebbe cifre intorno ai 300 milioni di Euro all’anno. Questo particolare la dice lunga sull’apprezzamento di questi bellissimi prodotti facenti parte di una delle tradizioni più antiche della nostra meravigliosa zona.
Eos show ’25 ancora più facile
Prezzi Fiera
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