Con il passare del tempo iniziano ad essere studiati anche farmaci utilizzati per curare generalmente patologie differenti dal Covid. In questo modo è possibile capire se fossero valide anche applicazioni nella cura della forma virale da Coronavirus. La ricerca avanza sempre più con il passare del tempo. In questo caso i ricercatori avrebbero scoperto una seconda “porta” d’ingresso del Covid una porta utilizzata per poter entrare nell’ organismo umano. Una delle “chiavi d’accesso” in questo caso sarebbe un ricettore denominato Dpp4. Si tratterebbe di una vera e propria “chiave d’ingresso molecolare” che il Coronavirus utilizzerebbe per arrivare al proprio scopo ovvero invadere le cellule umane per proseguire la propria opera. Il ricettore Dpp4 si troverebbe su ogni tipo di cellula umana tuttavia il ricettore sarebbe lo stesso sul
quale agirebbero una vasta gamma di medicinali per combattere il diabete. In pratica questa particolare scoperta metterebbe in luce che gli stessi farmaci che generalmente vengono utilizzati per la cura del diabete potrebbero essere anche utilizzati in questo caso per la cura del Coronavirus, quantomeno nei casi di contagio lieve. La scoperta da attribuire a Gianluca Iacobellis dell’Università di Miami sarebbe stata pubblicata su Diabetes Research and Clinical Practice. Dopo il ricettore Ace2 tipico delle cellule deputate al sistema respiratorio umano riconosciuto come la chiave d’ingresso del Covid nell’uomo, si sarebbe scoperto che la SarsCoV2 si legherebbe al ricettore precedentemente descritto, il Dpp4 quindi sarebbe venuto alla luce un differente meccanismo che potrebbe aiutare i medici dando inizio ad una strada terapeutica alternativa a quelle percorse fino ad oggi per quei pazienti che fossero stati infettati dal virus in forma non grave. Questa nuova tesi sarebbe stata dichiarata all’Ansa da parte di Iacobellis Direttore del Servizio di Diabetologia dell’Ospedale Universitario di Miami. Il Dpp4 si sarebbe dimostrato un ricettore particolare che avrebbe la peculiarità d’ essere onnipresente sulla superficie di tutte le cellule a livello di bronchi e cuore ma anche per essere legato con il sistema infiammatorio e con il sistema immunitario. E noto anche il coinvolgimento del ricettore nella forma virale da Covid che fece la propria apparizione alcuni anni or sono, dal 2002 al 2003 nella forma virale della Sars. Dopo questa scoperta la ricerca passerà quindi ad un ulteriore gradino cercando di capire quanto possano essere efficaci per la cura del Covid i farmaci che in genere si utilizzano nella cura del diabete.
Certezze in questo momento non ce ne sarebbero considerato il fatto che questa scoperta sarebbe recentissima e quindi solamente all’inizio. Le prole di Iacobellis: “nell’Università di Miami abbiamo appena iniziato uno studio osservazionale per vedere se i pazienti con Covid-19 trattati con la terapia per il diabete hanno decorso diverso”. I farmaci in questione sarebbero il sitagliptin linagliptin saxagliptin e alogliptin. Iacobellis: “tutti hanno un profilo di tollerabilità molto buono – ha osservato – e recentemente è stato anche totalmente smentito il sospetto che aumentassero il rischio di infezioni alte vie respiratorie”. Quello che è certo è che la ricerca si starebbe davvero muovendo in modo rapido regalando una vera e propria speranza nella risoluzione di questo incubo in attesa dell’uscita di un vaccino specifico che possa portare alla prevenzione contro il virus. Per il momento è confortante il fatto che si possano relazionare farmaci già esistenti da poter utilizzare nella cura della malattia cercando di guarire i numerosi pazienti più o meno gravi affetti da Coronavirus. La scienza riuscirà certamente ad arrivare quanto prima ad una soluzione
anche se possiamo dire che dal punto di vista cristiano la scienza non sia tutto senza l’illuminazione divina quindi posso concludere con l’augurio: che Cristo benedica la ricerca, regalandole l’intuizione di poter arrivare ad una soluzione risolutiva che possa dire finalmente fine all’ incubo virale del Covid-19. Di conseguenza auspico che l’umanità possa tornare al più presto a poter svolgere una vita del tutto normale ma soprattutto a poter apprezzare le piccole e grandi cose che la quotidianità ci offre, prima fra tutte il dono divino della vita. Questo potrebbe essere il primo grande passo per iniziare la realizzazione di un nuovo mondo davvero migliore, un mondo anch’esso malato che necessariamente avrebbe la necessità di una rapida cura affinchè periodi spiacevoli come il momento che siamo vivendo non si debbano più ripetere.