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Per un’ umanità che si arroga il diritto di sedersi sul trono di Dio questo articolo potrebbe essere fastidioso, illeggibile, indesiderato, irritante ma c’è poco da fare: la realtà è proprio questa, almeno da quanto dicono gli addetti ai lavori. La nostra vita dipende da un delicatissimo equilibrio imposto dall’ecosistema e proprio questo ecosistema farebbe in modo che la creatura più piccola e più semplice possa essere necessaria alle creature più grosse ed intelligenti, colei che fosse destinata ad influenzare positivamente o negativamente la maggior parte dell’ ecosistema stesso. Per incrementare i propri affari i produttori di pesticidi destinati all’agricoltura, alcuni anni or sono avrebbero immesso sul mercato prodotti sempre più potenti, talmente forti da essere stati in grado di ferire l’esistenza di alcuni particolari insetti, non solamente insetti dannosi ma come spesso avviene gli insetticidi (che ovviamente non ragionano) sarebbero riusciti a mettere decisamente a repentaglio
anche la vita di insetti alquanto utili per la vita umana sulla terra, tanto che oggi il mondo scientifico avrebbe lanciato l’allarme, un’allarme assolutamente da non trascurare a mia opinione almeno se desidereremo continuare a vivere, soprattutto vivere con un certo piacere della vita e tradizionalmente siamo a conoscenza che uno dei pochi piaceri della vita, come recita un antico adagio, è proprio il cibo e noi italiani di piatti nazionali, ragionali e locali ne sappiamo qualcosa data la lunga tradizione in merito al buon vino ed al buon cibo, soprattutto al cibo salutare, quello che è in grado di permettere una vita più sana quindi di qualità. Forse non tutti sono a conoscenza che negli ultimi anni il mondo avrebbe perso nientemeno che il 50 per cento degli insetti impollinatori e purtroppo primi fra tutti gli insetti impollinatori utili alla vita umana le api. Ricordiamoci sempre che Einstein affermò che quando tutte le api esistenti sulla Terra fossero morte, subito dopo sarebbe toccato all’uomo patire la stessa sorte, pertanto credo che una svolta la si debba per forza di cose prendere, dato che da quanto ci spiega questa news i ¾ delle principali culture alimentari dipenderebbero proprio da questo piccolo ma utilissimo, anzì oserei dire necessario insetto. Dipendono dalla vita delle Api le coltivazioni di varie e differenti piante fruttifere come tanto per menzionarne solo alcune, le più comuni come mele, pere, kiwi, caffè, mandorle e tanti altri prodotti che noi utilizziamo per la nostra alimentazione e diamo spesso per scontati. E veramente brutto dirlo ma senza le api tantissimi prodotti non arriverebbero più sulle nostre tavole creando di conseguenza meno varietà di cibo ma soprattutto una sorta di fortissimo squilibrio alimentare. Possiamo quindi confermare che andando avanti di questo passo sia in gioco la nostra alimentazione futura. Una volta morte le farfalle (che oggi non si vedono più) e gli insetti deputati all’impollinazione da cui dipenderebbero il 90 per cento delle piante selvatiche ed il 75 per cento della nostra produzione alimentare, possiamo benissimo quantificare il fatto che potrebbero non arrivare più sulle nostre tavole imbandite almeno 2 piatti su tre.
Due terzi dei cibi a noi utili per la sopravvivenza potrebbero scomparire obbligandoci a ricorrere ad un’ alimentazione alternativa oppure a morire letteralmente di fame oppure patire i danni di un’ alimentazione squilibrata. Fra i maggiori responsabili di questo inizio di squilibrio all’ecosistema ai danni degli insetti impollinatori ci sarebbero alcune specie di pesticidi utilizzati nel settore agricolo ma oggi fortunatamente vietati in UE, anche se tuttavia gli insetti impollinatori fra cui le preziose api starebbero ancora pagando le conseguenze del massiccio utilizzo di questi prodotti chimici avvenuto nel passato per diversi anni. I nuovi prodotti per l’agricoltura tuttavia potrebbero anch’essi essere controindicati per tali insetti. Per poter salvare le preziose api gli apicoltori sarebbero stati costretti a spostare i propri alveari vagando da un territorio all’altro alla ricerca di zone più sane, tanto che in Francia gli apicoltori avrebbero spostato le proprie arnie affrontando viaggi di centinaia di chilometri arrivando a trasportare in camion le proprie api fino alla Bretagna, ovvero nella punta nord ovest della Francia vicino all’ Atlantico. In una recente intervista Partick un apicoltore francese spiegò a Lisa Lotti (racconta Presa diretta) come alla fine del trentennio scorso (gli anni 90 per capirci) si perdevano dal 4 al 5 per cento delle colonie ma da quando i nuovi pesticidi a base di neonicotinoidi iniziarono a produrre i propri effetti alquanto discutibili si arrivò ad un vero e proprio crollo nel settore dell’ apicoltura e se non fosse stato per la laboriosità e la buona volontà dagli allevatori le api domestiche sarebbero già scomparse dall’inizio del terzo millennio. Un problema davvero non da poco la morte degli insetti impollinatori ma soprattutto delle api domestiche, le nostre alleate in fatto di alimentazione. Una problematica che certamente non starebbe passando inosservata, anzi è da tempo in via di studio per poter trovare il sistema di permettere che le api continuino a riprodursi cercando di salvaguardare in questo caso non solamente la vita degli utilissimi insetti ma soprattutto la vita dell’intero genere umano cercando di non arrivare mai al compimento delle parole del grande scienziato Albert Einstein.