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Credo che in Italia esistano da sempre davvero tanti eroi. Forse lo siamo un po’ tutti. Sopportare una situazione come quella che staremmo vivendo è da veri eroi. Tuttavia spostando la lente verso altri paesi possiamo affermare che la situazione sia decisamente peggiore della nostra. Ormai la questione afgana penso sia di pubblico dominio. Come avrete capito dai vari notiziari, in Afghanistan la situazione è letteralmente impossibile, caotica. Una guerra minaccia una pace ed una “libertà” che sinceramente per quel popolo non è più ormai da decenni. In Afghanistan l’estremismo religioso ma anche interessi occidentali non da poco conto che mettono a rischio la zona, avrebbero contribuito a creare un vero e proprio inferno, in quella terra lontana ma a noi per certi versi molto vicina. Un zona davvero particolare l’Afghanistan. Una terra che nel tempo sarebbe stata teatro di conflitti di vario genere. Una terra nella quale si sarebbero avvicendate guerre organizzate da potenti nazioni, considerate invincibili. Tuttavia tutti gli eserciti che si sarebbero avventurati in quella zona, portando sempre disperazione e violenza, sarebbero stati costretti a tornare in patria con le “pive nel sacco”, portando in Afghanistan solamente morte, distruzione ed instabilità.
Una vera e propria folla di disperati ammassati verso la sola porta per la speranza, in grado di separare due mondi davvero differenti: l’occidente e l’oriente, la pace ed il caos. La situazione è caotica in quel luogo. Un inferno sulla terra. Una massa umana, braccia alzate, urla di persone davvero disperate, corpi accalcati in una massa umana impaurita. Quel muro ripeto, altro non sarebbe che la porta per la vita, per la speranza, una porta che premierà con la libertà coloro che riusciranno a varcarne la soglia. E’ brutto tutto questo non è vero? E’ veramente triste sapere di uomini obbligati in una trappola mortale. Tuttavia l’Afghanistan oggi è così. La realtà è questa ed è cruda. Tutti hanno fretta, la fretta per la salvezza. Loro sanno che i talebani potrebbero reagire da un momento all’altro con estrema violenza. Il nostro giovane Console Tommaso è proprio lì, sopra quel muro, in piedi su un confine in grado di dividere due realtà differenti, l’inferno e il paradiso. Tommaso domina proprio lo spartiacque. Proprio ai piedi del muro fra la folla urlante, si nota un uomo che con tutta la forza che ha in corpo, tiene alzato un bimbo, forse il proprio figlio di circa sette o otto anni, per evitare che venga schiacciato dalla folla impaurita e caotica. Tommaso è lì, in un metro quadrato di relativa calma, lo vede. Ha solo pochi secondi per scegliere se ignorarlo oppure aiutarlo. Ha deciso. Si inginocchia, lo prende in braccio e lo stringe a se consolandolo. Tommaso lo salva. Oggi forse non siamo più abituati ad immagini come queste. La crudezza di certe situazioni ha forse contagiato un po’ tutti e forse il cuore di molti è diventato duro come la pietra. Per Tommaso no, non è così. Evidentemente il nostro giovanissimo Console è uno di quelli che il contagio da parte dell’indifferenza non l’ha colpito. Tommaso Claudi avrebbe portato a termine un gesto davvero eroico. Il giovane Console avrebbe ascoltato il proprio cuore e quindi avrebbe agito di conseguenza. Per questo lo considererei un vero eroe, un politico dal cuore ancora palpitante e pieno di buoni sentimenti verso il prossimo,
impegnato da tempo nel delicato compito di evacuazione della popolazione afghana, un popolo tormentato dai talebani e dalle loro assurde leggi oscurantiste. L’Afghanistan, un paese tradito da quell’occidente che da sempre l’ avrebbe illuso parlato falsamente di futura democrazia e libertà. Auspico che il gesto del Console originario di Camerino non sia solamente un fatto isolato ma possa divenire contagioso, possa essere per il meraviglioso popolo afghano il segno di un nuovo e meritato inizio.