ARTICOLO OFFEETO DA EUROTAGLI ANTISCIVOLO PER STALLE GHEDI BRESCIA
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Trattori per le strade di Brescia
Una cosa che mi ha incuriosito è la protesta degli agricoltori. Queste persone francamente sono per noi di un’importanza direi vitale, in quanto producono ciò che diamo sempre per sconato ma che è necessario per la vita umana, il cibo. In questo periodo avrete certamente notato trattori che bloccano le città provocando rallentamenti e code infinite. Questo è quanto sta avvenendo in molte città d’Italia ma anche all’estero. Nella nostra nazione gli agricoltori sono molto educati e tranquilli. In altre zone d’Europa come la Germania o la Francia, questa categoria di lavoratori sarebbe un po’più agitata. Siccome per andare in città con la mia vettura ho impiegato più di un’ora per poter fare qualche chilometro, invece di protestare per il ritardo, mi sono incuriosito ed ho cercato dove gli agricoltori sono stanziati. A questo punto mi sono recato presso di loro per intervistatarli in modo da capire esattamente cosa desiderano questi lavoratori e cosa vorrebbero ottenere con la protesta in corso. Devo ammettere di essermi trovato fra amici. Gli agricoltori mi hanno riservato un’accoglienza davvero famigliare, come se avessero accolto un amico arrivato per salutarli. Gli agricoltori devo dire essere da sempre persone stupende, abituati a “spremere” dalla terra il più possibile, rispettandola, rischiando il proprio lavoro per cause impreviste. Gli agricoltori sono un po’ come i marinai, persone pratiche, “rotte all’imprevisto” alla vita dura, alla fatica ed al rischio, tuttavia sono persone semplici in genere di unabontà infinita. Forse è proprio il contatto con la natura che li rente tali, genuini e sinceri.
L’intervista
Per prima cosa l’intervistato ci ha spiegato che il gruppo non appartiene a macro associazioni che dovrebbero fare gli interessi degli iscritti. In questo caso la protesta è iniziata ed è stata portata avanti da agricoltori autonomi, non certo grandi proprietari terrieri, ma piccoli e medi lavoratori del settore agricolo. Piccole e medie aziende agricole italiane, il tessuto economico tipico del Bel Paese, quello che il sistema starebbe da anni cercando di eliminare inasprendo le norme a riguardo, aumentando la tassazione, mettendo insomma i pali fra le ruote alle piccole e medie aziende, non solamente agricole ma di ogni settore. La cosiddetta “classe media” quella su cui la furia del sistema starebbe abbattendosi senza alcuna pietà. Giunto alla base degli agricoltori abbiamo intervistato Davide Pedrotti. Da quanto spiegato dall’intervistato, i punti che gli agricoltori vorrebbero risolvere tramite una risposta dall’attuale esecutivo sarebbero più di uno. Nelle prossime righe faremo una sintesi.
Le richieste degli agricoltori
Il primo punto riguarda il Green Deal. In questo caso gli agricoltori chiedono una revisione della politica agricola imposta dalla UE. Gli agricoltori e non solamente loro ma anche noi, giornalisti indipendenti, intravedrebbero nel Green Deal una sorta di estremismo ambientalista a mia opinione creato per minare il settore agricolo e di conseguenza noi consumatori. I principali settori agricoli danneggiati da questa politica a mio parere dissennata, sarebbero proprio loro, gli agricoltori, gli allevatori, il cosiddetto settore primario.
Un secondo importante punto molto caro al settore agricolo è la limitazione di importazione di prodotti agricoli che provengano da paesi aventi regolamenti differenti, norme meno pressanti, regole produttive e sanitarie diverse dalle nostre italiane. Credo che l’equità possa essere la sola via per il libero mercato. Se si deve combattere all’ultimo centesmo sia almeno ad armi pari. Gli aderenti alla protesta chiedono anche un “tavolo tecnico” ovvero di poter istituire un “pool decisionale” composto solamente da veri agricoltori che possano venire coinvolti, ogni qual volta si debba intervenire con una nuova normativa di settore, ma anche quando fosse necessario ritoccare regole specifiche, riguardanti anche solamente indirettamente il settore agricolo. Credo che la decisione normativa non spetti a freddi burocrati europei, magari appartenenti a settori che nulla hanno a che vedere con l’agricoltura. Penso che nessuno meglio dell’agricoltore, conoscendo molto bene i punti deboli e di forza del proprio lavoro, possa consigliare su regolamentezioni equilibrate. Una richiesta importantissima non solo per gli addetti ai lavori ma anche per tutti noi, è il blocco immediato di finanziamenti degli incentivi per mantenere i terreni incolti. L’eliminazione dell’obbligo di non coltivare il quattro per cento dei terreni, ma anche l’abolizione di qualsiasi contributo, atto alla disincentivazione delle coltivazioni. Una spina nel frianco per l’agricoltura di oggi sono i carburanti. Diciamo che i carburanti con i prezzi al rialzo cronico, siano una spina nel fianco un po’ per tutti i settori economici ma anche il “volano” per il rialzo dei prezzi al consumo. Il costo dei carburanti oggi incidono moltissimo sui prezzi al consumo ma anche sui costi della produzione. Gli agricoltori chiedono a gran voce che dopo il 2026 il gasolio agricolo sia mantenuto a prezzi calmierati. Una richiesta molto equilibrata è nella regolamentazione dei cibi “alternativi” modernisti come ad esempio la carne carne sintetica che oltrettutto sembrerebbe impattare maggiormente sulla natura che non la carne tradizionale proveniente da allevamento. Anche le tasse scontentano gli agricoltori che richiedono una riduzione o meglio ancora, l’abolizione dell’iva su alcuni prodotti alimentari ed il vino con iva al 10% come soglia massima. Per quanto riguarda la fauna selvatica si chiede che lo stato ne garantisca un contenimento e risponda in tempi brevi ai danni arrecati dagli animali selvatici all’agricoltura. I lavoratori del settore primario richiedono una ri valorizzazione del proprio settore a partire dalla scuola, rivalorizzando il settore primario agricolo e l’allevamento animale, senza annichilire il settore con teorie che lasciano il tempo che trovano, come additare l’agricoltura a responsabile dell’inquinamento ambientale.
L’agricoltore e la Terra
Si rammenti che proprio l’agricoltore resta oggi quella figura che salvaguarda la natura. Dopotutto l’agricoltore vive in sinergia con l’ecosistema. Se la natura morisse l’agricoltore resterebbe disoccupato ed è prooprio questo che si vorrebbe evitare. Con le politiche dissennate dell’attuale sistema, a mia opinione, la natura non sarebbe tutelata ma subirebbe conseguenze disastrose, così come il settore agricolo, unico “guardiano dell’ ecosistema”.
I cambi climatici
Da questo si comprende la menzogna della responsabilità del genere umano sui cambi climatici, che in realtà sarebbero dovuti, (stando a scienziati di grande spessore) a fattori naturali, astronomici e fattori insiti nella vita naturale del pianeta Terra e quì menziono due grandi nomi della scienza intellettualmente onesta: Franco Prodi ed Antonino Zichichi . Questo la dice lunga sulle menzogne di una certa politica che a Davos trova l’epicentro della follia. Gli agricoltori specificano di non essere contro il Governo ma per la nazione, l’Italia. I lavoratori del primario cercano di proteggere il proprio operato, il proprio lavoro e con esso gli interessi intrinsechi dell’alimentazione sana di ogni italiano, quella donata dalla natura. Per questo il simbolo della protesta è la bandiera tricolore con un trattore raffigurato in essa.
La protesta
Il settore degli autonomi dell’agricoltura non si limiterà a protestare per poi tornare a casa senza avere ottenuto nulla. Gli addetti al settore primario non staranno ad assistere in attesa della propria morte lavorativa, come al contrario staremmo facendo noi, con la complicità del nostro silenzio, sperando che chi dovrebbe curare gli interessi delle categorie si muova. State certi che nessuno si muoverà e nessuno avrà il coraggio di andare contro le discutibili e distruttive decisioni di un’ Europa che starebbe mandando in rovina non solamente l’agricoltura, ma l’intera nazione, per accontentare a mio parere i folli interessi della finanza mondiale e dei poteri forti. Gli agricoltori protesteranno fino al punto in cui non otterranno quanto richiesto.
L’astuto piano per obbligare al cambio di alimentazione
L’intervistato ci lascia comprendere come il proprio settore sia determinante per la vita in salute di tutto il popolo italiano. Dopotutto a mia opinione, se restassimo senza cibo per disseminare i campi di pannelli fotovoltaici, la grande domanda supererebbe di gran lunga l’offerta nell’ambito dei prodotti alimentari. Credo che per il fotovoltaico sarebbe sufficiente, a voler guardare occupare i tetti di ogni casa, stalla e capannone artigianale od aziendale, per non impattare sull’agricoltura. Da questo raginamento si comprende come il fattore energia, tramite pannelli fotovoltaici installati nei campi, sia fuorviante e menzognero oltre che, anche in questo caso una subdola ed astuta leva per foraggiare interessi e progetti diabolici, molto diversi dal fattore energia pulita. Dedicando i campi all’energia la grande richiesta di alimenti per la sussistenza di ogni giorno, provocherebbe fortissime impennate rialziste dei prezzi degli alimenti. In questo caso dovremmo piegarci nostro malgrado, al cibo sintetico ed alle farine di insetti. Il masacro dell’agricoltura e la disincentivazione alla coltivazione avrebbero a mio vedere, questo scopo occulto. Credo che ogni cittadino che possa avere ancora un briciolo di dignità, di onestà intellettuale, possa comprendere i motivi della protesta portata avanti dagli agricoltori, ma soprattutto debba sostenere questa importantissima frangia di lavoratori: il settore primario. A dire il vero anche altri lavoratori dovrebbero unirsi alle rimostranze.
Il bene comune
Voglio ancora una volta focalizzare l’attenzione di ogni cittadino su un concetto. Qualora gli agricoltori dovessero, chiudere i battenti, chiudere le aziende agricole, in seguito saremo noi a doverlo fare. Probabilmente dovremo cibarci di prodotti a cui non siamo non solo impreparati, ma che non rientrano nella nostra cultura alimentare e quindi potrebbero recarci danno. Non potremo più essere protagonisti e consumatori di quello che è la cucina migliore del mondo, quella italiana, la cucina più salutare in assoluto, fatta di sapori, di gusto. di profumi, di cultura millenaria, di tradizione, di amore e di amicizia.
Conclusione
Concluderei l’articolo affermando che quanto la politica UE starebbe attuando, spinta da personaggi molto discutibili, mi lascerebbe l’amaro in bocca. Tuttavia è nostro dovere difendere la nostra tradizione e la cultura italiana fatta di eccellenze, una tradizione tramandata nei millenni dai nostri progenitori che, se dovessimo adagiarci e non difendere, per ignavia o per falsi timori, certamente ci porterà a dovercene presto pentire. Ringraziamo pertanto i nostri agricoltori che starebbero dimostrando di essere uno dei pochi settori che non teme ad alzare ancora la voce contro la menzogna e contro la follia politica e finanziaria di certi personaggi, che in UE trovano terreno fertile. Ringrazio gli agricoltori autonomi che pur di far valere i propri diritti, ma anche i diritti di ogni italiano, come il diritto di mangare bene e di rimanere in salute, sono in questo periodo per le strade senza lavorare, perdendo tempo e denaro anche per noi, anche per me, per te che leggi questo articolo, per smuovere l’opinione pubblica, cercando di risvegliare le coscienze di un popolo che forse non conosce più neppure il significato della parola coscienza.
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