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Quando si parla di malcostume, di crimini, di inciviltà, di egoismo e di inquinamento, in genere la mente si sposta in direzione sud. Spesso la mente viaggia fino ad approdare nella terra dei fuochi. La terra dei fuochi, una zona particolarmente provata dall’inquinamento selvaggio, dovuto spesso all’azione della criminalità organizzata che, per produrre entrate da capogiro, non ci pensa due volte ad inquinare l’ambiente con la consapevolezza di produrre di conseguenza (nel lungo periodo) pericolosi danni alla cittadinanza. Purtroppo le conseguenze di tali crimini ambientali non sarebbero finite così, bloccate, occultate sotto terra. Esse per forza di cose si ripercuoteranno sui cittadini della zona interessata ma anche oltre. Si tratta di una filiera completa:
il terreno viene contaminato, contaminando di conseguenza la catena alimentare e come viaggio finale la contaminazione terminerà nell’uomo. Non è necessario a mio modesto parere proiettare la propria mente nel sud dell’Italia quando si parlasse di inquinamento ambientale. Credo personalmente che ogni zona sia un potenziale teatro dei propri crimini. La questione ambientale e la salute umana non sarebbero di grande interesse per “personaggi ed aziende” che avrebbero dimostrato una spregiudicatezza senza limiti e questo purtroppo anche nel nord Italia, il nord, il tanto organizzato e produttivo nord Italia, ultimamente purtroppo tanto provato dall’ inquinamento ambientale. In merito a questo tema recentemente un pentito di camorra disse che la zona di Montichiari o meglio allargando il raggio d’azione, alla Lombardia, sarebbe stata peggio della terra dei fuochi ed in effetti questa sarebbe la triste realtà delle nostre zone settentrionali.
(Da Today Città):“Montichiari peggio della Terra dei Fuochi”. L’affare milionario anche in Lombardia: “Fino al 1987 li portavamo solo qua”.
Un danno enorme perpetrato quindi ai danni della nostra campagna e dei cittadini bresciani ma la questione non sarebbe terminata. Oggi a quanto pare non esisterebbero solamente le bieche e gravissime azioni camorriste, ad aggravare la salute delle nostre terre produttive, quelle che danno da sempre origine al prezioso mais. A creare incresciose problematiche in questo senso ci sarebbe anche un’ azienda della zona. Chi si cibasse del mais coltivato nelle campagne di alcune zone come Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte sia ben cosciente che un domani, potrebbe nascondere insidie a livello di agenti inquinanti assorbiti da terreni fortemente contaminati. Che conseguenze avrà sulla salute di quel cittadino? Chi berrà l’acqua del “rubinetto” di quelle zone o preparerà una semplicissima pasta, cuocendola in quell’acqua (contaminata) da sempre oligominerale e salutare, che conseguenze avrà nel lungo periodo sulla salute di quel cittadino? Difficile dirlo ma facile fare una previsione certamente poco allegra. Sia chiaro che per la salute dei residenti del comprensorio bresciano e di altre regioni vicine non si preannuncia in realtà nulla di buono, ma altrettanto lo sarà per coloro che fuori dal comprensorio contaminato si ciberanno dei frutti della terra. Anche quei soggetti saranno a rischio in fatto di salute. Sono troppi anni che i crimini ambientali proseguono senza sosta. Qual è il motivo di tanto danno? Certamente alla base c’è la venerazione per il “dio denaro”. Premetto di non avere nulla contro coloro che guadagnano tanto denaro, anzi, sarebbero persone da imitare, a patto che lavorino però nella legalità. Seguendo la vicenda
mi rendo conto che si tratti principalmente di una questione di “sporchi soldi”, che qualcuno intenderebbe intascare alle spalle altrui, senza guardare in faccia nessuno, addebitandone i costi su intere popolazioni. Spesso ci si chiede il motivo dell’insorgenza di determinate malattie incurabili come ad esempio i famigerati tumori, malattie sempre più frequenti nel mondo “civilizzato” occidentale. Stando a certe intercettazioni telefoniche ed ambientali condotte dai Carabinieri Forestali su delega della procura, si sarebbe scoperto nel bresciano un giro di fanghi trattati in modo non adeguato, sparsi nei terreni del comprensorio padano “gabbando” anche gli agricoltori.
(da Verona sera): gli agricoltori quindi sarebbero stati allettati non tanto dalle supposte proprietà fertilizzanti del prodotto, quanto piuttosto dal risparmio sulle spese di lavorazione dei propri terreni.
L’inchiesta avrebbe portato a 15 indagati ed al sequestro dell’azienda bresciana produttrice di fanghi e gessi di defecazione. Sarebbero stati interrati in terreni agricoli ben 150 mila tonnellate di queste pericolose sostanze. A detta dell’ARPA sarebbero stati veri e propri rifiuti non neutralizzati con metodi specifici, per un buisness stimato di 12 milioni di Euro. Il tutto avrebbe avuto inizio nel 2018 sino al 2019. Questi incresciosi fatti sarebbero stati portati alla luce, dalle parole degli interessati traditi da mirate intercettazioni telefoniche. I fanghi sparsi ed interrati nei campi non sarebbero stati trattati come previsto dalla legge, producendo quindi guadagni enormi alle società interessate. ARPA avrebbe dimostrato il carico altamente inquinante di tali fanghi che avrebbero superato i limiti di soglia per alcune sostanze tossiche. Ora faremo chiarezza in base a quanto segnalato dall’ ARPA di quali sostanze sarebbe stato “arricchito” il terreno. In questa avventura (dice il Corriere della Sera) con protagonista un vero e proprio crimine ambientale i terreni agricoli avrebbero ricevuto sostanze tossiche come: zinco, stagno, idrocarburi, toluene, fenolo, cianuri, cloruri, nichel-rame, solfati, selenio ed arsenico. Ora ovviamente si teme per la salute della popolazione delle zone interessate, sia per quanto riguarda le produzioni agricole, che risulterebbero contaminate da tali agenti inquinanti, quanto a carico delle falde acquifere. La preziosa acqua (contaminata) potrebbe essere ingerita indirettamente. Non vogliamo dire altro. Non desideriamo addentrarci nella vicenda a livello di nomi ma neppure sulla dinamica burocratica che potrebbe aver permesso di consumare un crimine ambientale gravissimo, tantomeno su eventuali complicità. Non è il nostro scopo. Tanti giornalisti hanno parlato coraggiosamente del fatto esponendo per filo e per segno le responsabilità in merito alla vicenda. Per quanto ci riguarda desidereremmo solamente provocare una dovuta riflessione. Penso che quando il “dio denaro” riesca ad ottenere il potere assoluto, l’umanità dovrebbe iniziare realmente a preoccuparsi. Ancora una volta sarebbe necessario fermarsi un attimo per fare un accurato esame di coscienza. Sarebbe arrivato il momento di comprendere la necessità di scoperchiare
quel famoso vaso di Pandora che forse, per timore nessuno vorrebbe mai aprire, per la paura di vedersi, assieme alle proprie responsabilità, alle proprie omissioni, riflesso in un’immagine abbruttita e logora, come in uno specchio. Credo che sarebbe necessario finalmente cercare di affrontare la realtà in modo maturo e coerente, comprendere che sarebbe arrivato il momento per iniziare, in modo assolutamente deciso a voltar pagina, a comprendere che mondo qualcuno starebbe cercando di offrirci e quindi iniziare a dire basta. Sarebbe arrivato il momento di iniziare velocemente, nel proprio piccolo mondo, a “realizzare l’ uomo nuovo”, quell’uomo responsabile e proiettato nel futuro.