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L’ESERCITO DEL CAMBIAMENTO

GLI UOMINI CHE POTREBBERO CAMBIARE IL MONDO OCCIDENTALE

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L’ora del cambio presidenziale americano

Novembre è stato un mese cruciale per il cambiamento in atto. Il mondo è arrivato a un bivio: o saltare nel baratro e “suicidarsi” in alternativa al suicidio di massa dei valori morali, della politica, della democrazia e dell’economia l’occidente può scegliere di cambiare strada e virare definitivamente verso la luce, verso un nuovo mondo. Quanto posso leggere nell’elezione del Presidente Trump ha un significato profondo e pieno di speranza. Il popolo degli stati uniti d’America (portavoce del mondo occidentale) hanno scelto di virare la rotta verso un nuovo mondo e un nuovo sistema. L’elezione di Trump denota la stanchezza dei popoli in modo particolare quello americano. I popoli occidentali sono stanchi, ormai sfatti. Quello che noi abbiamo vissuto dal 2019 in poi potrebbe essere definito il momento storico più oscuro e difficile della storia umana. Ciò che in questo momento preoccupa il mondo occidentale sarebbero da vedersi nel declino dei valori morali garantiti dal cristianesimo, dalla pochezza politica dilagante, dalla la continua tensione psicologica dovuta a notizie fuorvianti date in pasto alla popolazione. Il mondo occidentale è realmente preoccupato per il futuro, per il timore dei numerosi conflitti creati per il dominio di pochissimi soggetti e per il depopolamento mondiale, per il settore farmaceutico che intenderebbe scalare la china del dominio totale, per crisi economiche pronte ad affliggere ancora una volta il genere umano, per la democrazia a rischio. Il sistema sgangherato del vecchio mondo sta morendo, è agonizzante ma non per questo ha perso la pericolosità.

Foto di Daphne Siegert da Pixabay

Le due strade

Le strade che i mondo ha oggi davanti sono due, quelle predette da Papa Giovanni Paolo II: la prima è arrivata a capolinea, ora non resta che un salto nel vuoto per precipitare e schiantarsi al suolo in un’azione di follia suicida, tipica di coloro che non avendo alcuna speranza tentino l’insano gesto, la seconda strada è da vedersi in un rapido giro di boa, una vera e propria inversione totale di tendenza. Dopotutto abbiamo toccato con mano che le ideologie di certi ideologi a mia opinione affetti da psicopatia acuta, non possono avere futuri ne applicazione.

Solamente una decisa inversione di 180 gradi potrà essere risolutiva e portare il mondo verso una nuova era. Il solo fattore in grado di poter imprimere un’inversione radicale di tendenza alla “barca mondo” potrebbe avvenire solamente tramite un capitano con le idee chiare. Non un capitano perfetto, un capitano perfetto non esiste se non solo nelle favole. Il mondo necessita di un capitano dalle idee ben chiare nel contrasto di qualcuno che sa molto bene dove mandare il mondo a proprio vantaggio. Il sistema mondo sta oggi morendo, il vecchio mondo basato sull’imperialismo e sulla schiavitù del genere umano che va contro il libero arbitrio, il dono più grande che Dio ha dato all’uomo creandolo maggiore degli angeli, starebbe morendo.

Il capitano dalle idee chiare, imperfetto finchè volete, ma dalle idee molto chiare e ben definite credo sia in arrivo. Il personaggio chiave lo vedrei in Donald Trump. Il popolo americano ha ben compreso che il sistema mondo attuale è finito e deve morire. L’America deve tornare ad essere grande, un grande avamposto di libertà e di esempio nel mondo occidentale in sinergia con quello orientale. Il blocco occidentale dipende dall’America in tutto. Gli Stati Uniti sono da sempre proprietari di circa 196 stati al mondo, oggi finte repubbliche dipendenti dalle decisione dell’Inghilterra e gestiti a dovere dagli Stati Uniti d’America. Trump penso possa essere il capitano che l’occidente attendeva. L’oriente uno lo ha già da tempo il proprio capitano, all’appello mancavano i popoli occidentali. Da gennaio (nuovo anno) penso vedremo l’inizio di un cambiamento radicale del nostro mondo.

I tre attentati sventati ai danni di Trump: la firma di Dio

Se non erro il Presidente Trump ha subito non pochi attentati ultimamente a dimostrazione di essere non certo comodo ma considerato per il sistema una “scheggia impazzita”. Certo è un leader scomodo per i conduttori del vecchio mondo che ben tre volte hanno tentato di toglierlo di mezzo e ben tre volte è stato salvato, in una anche ferito all’orecchio sinistro ma non ucciso.

Foto di Dave Davidson da Pixabay

A mia personale opinione i tre attentati a Trump penso non siano un caso, anzi penso abbiano un significato particolare. I tre salvataggi se così possiamo chiamarli, hanno un significato profondo. I salvataggi sono TRE. Cosa significa il numero tre? Il numero tre è la firma di Dio. Tramite i tre attentati sventati, penso che Dio vorrebbe imprimere la propria firma preservando il proprio servitore e annunciando al mondo che alla guida dal 2025 ci sarà un condottiero che Lui permette, per cambiare molte cose.

L’importanza del numero tre

Il numero tre: il numero tre è considerato il numero perfetto da molte religioni.

Per il popolo eletto (il popolo ebraico) il numero tre è un numero sacro (2 + 1)

Nell’antico Egitto il geroglifico del Tre era “due più uno”.

Gli Arabi come pure gli Ebrei davano al numero tre il medesimo significato che rappresentava un patto tra due persone ed un terzo che simboleggiava il testimone.

Per il cristianesimo il numero tre è il numero trinitario (Padre, Figlio e Spirito Santo).

Per la scala pitagorica è il tre numero perfetto che raffigura nella teoria dei numeri la superficie. La prima superficie, è a forma di triangolo (la trinità).

Bibbia: anche nella Bibbia il tre riveste un’importanza notevole. Nelle sacre scritture il tre riveste la triplice lode che sale a Dio: “Santo, Santo, Santo”, come pure nel mondo semitico il tre indica la completezza.

Donald Trump è tornato sulla scena politica promettendo un cambiamento epocale. Un nuovo mondo è alle porte e spinge ormai con forza per entrare, scalzando il vecchio sistema basato sull’ingiustizia e sull’imperialismo che sarebbe mutato solamente come facciata ma mantenendo la medesima anima. Il nuovo Presidente americano essendo stato ancora una volta regolarmente eletto, dovrà mantenere le regole di transizione e quindi si insedierà finalmente alla Casa Bianca ad inizio anno. Il mese di Gennaio darà il benvenuto a Trump che per la seconda volta guiderà il mondo libero occidentale. Un Presidente in questa tornata eletto non più con percentuali risicate come per il primo mandato contro la Clinton. In questa tornata dati i risultati importanti potrei dire a furor di popolo. Trump sarà quindi il leader di punta degli Stati Uniti d’America e dell’occidente fino al 2029. In questo articolo cercheremo di comprendere le dinamiche post elettorali americane. Cercheremo anche di comprendere come e quando il Presidente inizierà il proprio mandato con i pieni poteri e che riflessi avrà la propria conduzione anche sull’Europa. Il prossimo gradino sarà il passaggio di consegne da Joe Biden al Presidente Trump.

Il sistema americano

Il sistema americano è piuttosto differente da quello italiano. Per prima cosa si differenzia per il fatto ci essere una Repubblica presidenziale mentre l’Italia una “repubblica democratica”. Anche il metodo di insediamento prevede periodi differenti, come pure le modalità che si differenziano molto dalle nostre. Dal termine dell’elezione presidenziale saranno necessari due mesi, affinchè il nuovo Presidente eletto possa insediarsi alla Casa Bianca. Due mesi dovranno essere un periodo di transizione dal voto dei “grandi elettori” o “paesi chiave” per poi passare al giuramento. Donald Trump sarà il 47 esimo Presidente degli Stati Uniti d’America ma entrerà a pieno regime dal 20 gennaio 2025.

I mesi di transizione (da novembre a dicembre) saranno sessanta giorni non certo facili. Il passaggio dei poteri è una pratica piuttosto complicata. In questo periodo il nuovo leader, il Presidente uscente, ha ancora potere ma l’arrivo del nuovo inquilino della Casa Bianca già fa pesare la propria presenza. Una serie di decisioni dovranno venire prese dalla vecchia amministrazione con molta attenzione e con rispetto verso il nuovo Presidente. Nelle prossime righe cercheremo di capire come e quando il nuovo Presidente entrerà in scena e quali saranno i periodi di transizione e come si svolgerà l’iter di insediamento.

La belva ferita a morte

Quando una belva è ferita a morte è il momento in cui diviene più pericolosa. La belva ovvero il morente NWO ha già giocato le proprie carte cercando di mettere il difficoltà Trump tramite i missili lanciati dall’Ucraina alla Russia, con ovvia risposta di Putin che ha lasciato comprendere di non essere disposto a scherzare oltre. Penso che fra il leader russo e Trump possa esserci un’intesa o quantomeno una sorta di reciproco rispetto e di dialogo privato. In effetti la guerra totale non è stata scatenata come avrebbero desiderato i registi del NWO. Ormai le carte sono state giocate penso tutte. Il NWO dovrà rassegnarsi a morte certa. Sono gli ultimi mesi di agonia di un sistema perverso che penso da metà gennaio inizierà il decesso e poi la sepoltura.

 

l’Europa

L’Europa resta il solo blocco ancora ancorato al vecchio sistema del NWO. L’Europa fatica a sganciarsi definitivamente dal sistema psicopatico di certi potentati. Con il ritorno di Trump l’Europa inizialmente “vedrà i sorci verdi” ma la colpa sarà solamente sua. L’Europa sarà afflitta da scelte sbagliate prese per servire i capricci di uomini sbagliati, serviti da uomini altrettanto sbagliati, pavidi, servili e corrotti. Trump prevedo cercherà di sganciare l’UE dalla “mammella americana” che la protegge dalla notte dei tempi. L’Europa sarà costretta ad arrangiarsi da sola o a sgretolarsi. Se la Ue riuscirà a liberarsi dai “burattini del sistema” che la compongono politicamente e a rinnovarsi passando dal rovinoso sistema ambiguo che la compone giuridicamente e politicamente, allora potrà entrare a piedi pari nel nuovo mondo. Se non saprà farlo e si sgretolerà allora potranno essere i singoli stati, tornati in possesso della propria sovranità, ad entrare singolarmente nel nuovo mondo. Quest’ultima previsione potrebbe portare a traumi più o meno gravi per la nazione Europea. Quando un bimbo è troppo piccolo e non vuole crescere ma la mamma lo abbandona al proprio destino, è facile che cada in disgrazia oppure al contrari che rafforzi il proprio carattere. La medesima cosa potrebbe accadere all’UE dopo aver perduto mamma America.

Foto di günter da Pixabay

Dopotutto questo deve accadere e i “burattini” devono tornare al circo, per forza di cose: quello è  il loro posto. Se la UE passerà giorni non facili, non sarà da incolpare la politica di Trump ma la politica europea da sempre miope, pavida, psicopatica e servile, come d’altra parte sono da sempre i leader europei. Penso che l’Europa sia l’ultimo stato a riuscire a cambiare in meglio. prima dovrà affrontare un certo “purgatorio”. La sola cosa che potrebbe fare l’UE è cospargersi il capo di cenere, vestire di sacco e chiedere perdono a Dio per il male commesso e quindi ricominciare una nuova avventura positiva, ma dovrà avere l’umiltà di pentirsi cadere e rialzarsi verso il nuovo mondo che ormai prepotentemente bussa anche alla sua porta. L’Europa nel breve termine potrebbe essere parzialmente schiacciata dal nuovo esecutivo. Penso tuttavia che la UE infestata da cattivi politici si meriti di raccogliere quanto abbia seminato. Dopotutto chi semina vento si ricordi che raccoglierà sempre tempesta e quindi meglio non si lamenti. Per gli europei il nuovo esecutivo americano potrebbe portare a momenti di oggettiva difficoltà economica dovuta ad un cambiamento radicale che annichilirebbe finalmente la globalizzazione, il green forzato, il Woke. L’Europa rischierà di fare la fine dei militari giapponesi del post conflitto mondiale, quando dopo anni dalla fine della guerra, combattevano nelle foreste un fantomatico nemico che non esisteva più. Il monopolarismo diverrà un ricordo del passato. Il mondo tornerà al multipolarismo, una forma più democratica di vedere l’economia e di considerare i popoli con la propria tradizione e cultura.

Il 17 dicembre

il 17 dicembre sarà una data importantissima in quanto avverrà la riunione dei “grandi elettori”. Ogni stato interessato avrà l’onere di certificare il risultato elettorale. Questo iter dovrà essere portato a termine entro tale data dicembre. In questo giorno i “grandi elettori” si riuniranno nelle capitali dei propri stati “stati chiave” per esprimere il voto per il Presidente e per il proprio vice. Quel giorno verrà emessa una certificazione con la quale Donald Trump, diverrà formalmente Presidente in capo agli Usa. Il voto dei “grandi elettori” verrà spedito al Senato americano le cui schede dovranno arrivare alla capitale Washington entro il giorno di natale: il 25 dicembre. Il 17 dicembre sarà il giorno in cui verrà formalizzato il processo di transizione del potere.

Trump: la squadra di Governo

Il nuovo Presidente americano avrà accesso a uffici e a fondi, iniziando un trattamento similare a quello del Presidente uscente. Quel giorno il nuovo eletto potrà ricevere gli aggiornamenti giornalieri da parte dei servizi segreti, mentre un pool di transizione avrà l’onere di occuparsi del passaggio di consegne della vecchia amministrazione, ma anche di formare il nuovo team governativo. Il nuovo eletto (Trump) starebbe già decidendo le nomine dei propri dirigenti ma dovranno passare l’approvazione del Senato, dopo l’insediamento che avverrà dopo il 20 gennaio, giorno in cui il nuovo Presidente avrà le piene funzioni.

Il 2 gennaio del prossimo anno per la prima volta il nuovo congresso americano si riunirà. Il nuovo congresso sarà formato da nuovi volti, nuovi deputati e nuovi senatori eletti il 5 novembre. Verrà anche scelto il nuovo speaker della Camera dei deputati. Il 6 gennaio avverrà la prima riunione del nuovo congresso americano che accompagnerà gli USA fino alle prossime elezioni presidenziali. Lo stesso giorno ci sarà lo scrutinio delle schede degli “stati chiave” o “grandi elettori”. Nel caso di questa tornata elettorale a scrutinare le schede sarà la vice di Biden che presiede il Senato ovvero la contendente maggiore di Trump: Kamala Harris. La beffa sarà proprio nel fatto che dovrà essere lei a proclamare il contendente repubblicano Trump nuovo Presidente degli USA.

Il giuramento del Presidente

L’ultimo gradino che separerà la transizione dalla nuova politica americana sarà il giuramento del nuovo inquilino della Casa Bianca. Quel giorno viene per tradizione chiamato “Inaugiuration day” ed avverrà il 20 gennaio 2025 a Capitol Hill sulla famosa scalinata dei giardini. Sulla scalinata più famosa del mondo si decideranno le sorti del mondo libero occidentale cui gli Usa sono il caposaldo.

Le parole del giuramento

Per la seconda volta il tycoon americano ripeterà le medesime parole pronunciate dieci anni fa:

“Giuro solennemente che eseguirò fedelmente l’ufficio di Presidente degli Stati Uniti e che preserverò, proteggerò e difenderò la Costituzione degli Stati Uniti al meglio delle mie capacità”.

Il nuovo leader giurerà sulla Costituzione oltre che sulla Bibbia. L’evento e le parole del Presidente saranno trasmesse in diretta televisiva, tutti potranno ascoltarle negli stati della federazione americana. Come in un film hollywoodiano in occasione del giuramento saranno presenti folle di cittadini americani, i famigliari del nuovo leader, mentre una star di prestigio canterà l’inno nazionale americano che tramite un repertorio di altre canzoni strettamente legate alla storia degli Usa allieteranno la giornata. L’evento ospiterà gli appartenenti al Congresso e i giudici della Corte Suprema oltre che i rappresentanti dell’Esercito americano. Presenti all’evento anche i Presidenti americani delle legislazioni passate come Biden, Obama, Clinton ma anche il vecchio Presidente del sud Jimmy Carter ormai centenario. Il solo Repubblicano sarà W Bush figlio.  Il giuramento presidenziale dovrà necessariamente essere corretto dalla prima all’ultima parola. In caso di errori nella lettura la “pappardella” dovrà essere rieletta sino al punto in cui verrà pronunciata correttamente e senza alcun errore. Dopotutto è anche giusto. Questa regola permette il non fraintendimento del giuramento originale, dopo il quale Trump pronuncerà il proprio discorso di insediamento. Portato a termine questo percorso il nuovo Presidente salirà sull’elicottero presidenziale che lo condurrà alla Casa Bianca dove prenderà possesso del famoso studio ovale.

Foto di Ronile da Pixabay

L’esercito politico di Trump

Ora è arrivato il momento per conoscere chi saranno i membri del Congresso americano, gli uomini e le donne che accompagneranno e difenderanno il Presidente nei prossimi anni durante le battaglie politiche future, battaglie che bene o male avranno un forte peso anche sull’Italia e sulla stessa Europa.

Fra i fedelissimi di Trump vedremo volti conosciuti e meno conosciuti. Inizierei con il nome di una donna:

Susie Wiles: “chief off staff”. La Wiles vanta il primato di essere la prima donna nominata dal nuovo Presidente. L’esponente politica ha nei propri trascorsi il ruolo di coordinatrice della campagna elettorale di Trump e sarà la prima donna capo staff della Casa Bianca. La Wiles ha gestito la campagna elettorale ma spostata dai riflettori, sempre da dietro le quinte. Trump l’ha presentata a Palm Beach, nella sua amata Florida chiamandola “la fanciulla di ghiaccio”.

Stefen Miller: vice capo di Gabinetto. Anche in questo caso un politico con un ruolo di primo piano in fatto di immigrazione e amministrazione. Uno dei consiglieri di Trump più longevi e fidati. Ha lavorato con il Tycoon nella campagna elettorale del mandato precedente prima di divenire consigliere senior dell’amministrazione americana.

Pete Hegseth: L’ anchorman di Fox News sarà il nuovo ministro della Difesa. “Foxy” ha da sempre appoggiato le linee di Trump. Hegseth è Uno dei pochi politici che non ha ricoperto ruoli di rilievo nelle passate amministrazioni. Pete ha trascorsi in ambito militare; è stato veterano della Guardia Nazionale dell’esercito americano. Il politico ha un passato da militare in cui ha svolto turni di servizio in vari teatri di guerra come Iraq, Afghanistan e Guantanamo nel ruolo di ufficiale di fanteria. Il nuovo politico è stato fregiato di due “Bronze Stars e un Combat Infantryman Badge”. Una delle polemiche sollevate da Pete è il non volere donne nelle Forze Armate attive nei teatri di guerra.

Matt Gaetz: procuratore generale. Grande alleato di Trump dal primo mandato è stato attore dei tagli di “molte teste” come Kevin McCarthy reo di non aver bloccato un’indagine del Comitato etico della Camera nel campo delle accuse di droga e traffico sessuale a carico di Gaetz, poi respinte dallo stesso accusato, data un’indagine dell’FBI iniziata nel 2024 e chiusa senza accuse. Gaetz potrebbe divenire supervisore dell’FBI. Il politico è un tenace avvocato molto dotato che ha studiato al William & Mary College of Law. Al congresso è riuscito a far passare una riforma necessaria al Dipartimento di Giustizia.

Kristi Noems segretario della sicurezza interna. Un’esponente politica di fede cristiana e prima donna eletta nel South Dakota ma anche prima a governatrice ad avere inviato militari in aiuto del Texas nella salvaguardia dei confini con il Messico. Una vera e propria “dura” esperta di mantenimento dei confini nazionali.

Tulsi Gabbard, repubblicana da pochi anni. Deputata di lungo corso fu accusata dai repubblicani di essere una “quinta colonna” di Putin, amica di Assad e accusatrice dell’imperialismo americano. Ufficiale americana e rappresentante dello stato delle Hawaii dal 2013 al 2021 per i democratici, oggi passata nelle file di Trump. Una tenace conservatrice su temi come aborto, politica estera, diritti transgender e sicurezza dei confini.

Joghn Ratcliffe: ex direttore dei servizi nel primo mandato Trump. Uno dei politici più conservatori del Congresso e grande sostenitore del Tycoon americano: un fedelissimo.

.Elon Musk: genio dell’elettronica, genio della finanza, genio delle cryptovalute, imprenditore mega miliardario Elon Musk ha all’attivo la creazione di Paypal, di Tesla, di SpaceX, X (ex Twitter) e Starlink. Il ragazzo è proprietario di una miriade di satelliti al di fuori dell’atmosfera terrestre. Insomma un vero e proprio genio talentuoso a tutto tondo. Musk avrebbe investito capitali nelle elezioni americane su ambo le parti (poi recuperati con lauti guadagni dal gioco azionario).

Foto di Tumisu da Pixabay

Un vero e proprio genio a tutto tondo che alla fine ha scelto Trump. Questo ragazzo che starebbe dimostrando di avere delle idee piuttosto chiare e pochi “peli sulla lingua” sarà a capo del ministero per l’efficienza del Governo americano. Un altro “bingo” se così si può dire, scaturito dall’intuito di Trump: investire un genio dell’elettronica e della finanza offrendogli un ruolo davvero indicato. Musk ha contribuito in modo attivo e decisivo alla vittoria del secondo Trump con 200 milioni di dollari. Il ragazzo dell’elettronica sarà coadiuvato dal miliardario Vivek Ramaswamy con il quale ridurranno, ristruttureranno arrivando anche a smantellare se necessario, parti del Governo Federale. Insomma si prevede una pulizia totale per quanto riguarda i vertici degli Stati Uniti d’America ed un colpo nello “stomaco” al deep state.

Robert Kennedy Jr: figlio di Bob Kennedy fratello di uno dei più grandi Presidenti della storia americana JFK. Bob Kennedy: chi conoscesse la storia americana recente saprebbe che dopo il fratello Presidente ucciso a Dallas per ragioni ancora poco note ma che forse presto verranno svelate da Trump, venne ucciso durante un comizio. Democratico da sempre Robert Kennedy Jr ha deciso di appoggiare i repubblicani di Trump per essersi forse accorto che i democratici di oggi starebbero perseguendo una linea politica non certo favorevole sia agli interessi americani che occidentali. Convinto Novax (con ragioni ben fondate) Kennedy viene scelto da Trump come ministro della salute. Kennedy diverrà quindi l’uomo di punta della FDA, l’agenzia per i medicinali e per gli alimenti. Con Kennedy si preannunciano molti cambiamenti positivi sia in ambito medico che in ambito alimentare, son certo riuscirà a far luce sull’inganno del Covid e dei sieri genici sperimentali.

Steven C. Witkoff:  l’ex Governatore dell’Arkansas e sostenitore della grande Israele oltre che finanziatore del partito Repubblicano, sarà investito su scelta di Trump del delicato mandato di ambasciatore degli USA nello stato ebraico. Per comprendere la politica di Witkoff nei confronti di Israele è necessario riflettere su questa frase:

“Non esiste la Cisgiordania, esistono solo Giudea e Samaria”

Elise Stefanik: Stefanik è stata nominata ambasciatrice Usa alle Nazioni Unite. Quarant’anni e già deputata di Albany, New York, scelta da Trump per questo compito molto delicato. L’esponente politica è sostenitrice di Israele per quanto riguarda i recenti attacchi di Hamas. La Stefanik si è schierata contro l’antisemitismo presso le università americane. La deputata repubblicana è favorevole al blocco dei finanziamenti all’ Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi, per il fatto che, sostiene la deputata GOP, si siano infiltrati uomini del gruppo terroristico Hamas. La Stefanik ha condannato in modo piuttosto deciso la precedente amministrazione condotta da Joe Biden e Kamala Harris per un a suo dire insufficiente supporto verso Israele e l’Ucraina, oltre che per una politica troppo morbida con la Cina. La deputata è stata critica anche sul ritiro americano dal teatro afghano.

Doug Burgum: nel Governo Trump Doug Burgum sarà segretario degli interni. Già Governatore del Nord Dakota diverrà segretario degli affari interni e quindi dirigerà il Dipartimento specifico. Burgum: un politico maturo di 68 anni conservatore da sempre e orientato verso il business. Il nuovo uomo di punta degli affari interni non avrebbe potuto essere meglio di Burgum. Il politico si è candidato contro Trump per la Casa Bianca sempre restando nel GOP; in seguito è passato a Trump che ha strenuamente sostenuto sia in campagna elettorale che in televisione.

Conclusione: Le ripercussioni sull’Europa.

Questi sono i “generali” di Trump, personaggi molto decisi a lavorare per un cambiamento positivo, mirato a portare gli Stati Uniti d’America agli antichi fasti. Prima l’America! Una frase che denota un certo equilibrio e che lascia comprendere che probabilmente il futuro sarà protagonista di un ritorno al passato fatto di un ritorno alla sovranità degli stati ma anche alla distensione.

Foto di Pexels da Pixabay

Dal punto di vista della politica estera ammesso che il nuovo team mantenga le promesse elettorali (cosa che non escludo) e la linea della precedente amministrazione, penso che vedremo il mondo passare da una guerra continua ad una certa pace globale fatta di interscambi, diplomazia, distensione e buon senso. Se la nuova amministrazione gestirà bene il proprio enorme potere, il mondo potrebbe vivere nel lungo periodo una nuova età dell’oro. L’Europa nel breve periodo passerà di certo delle difficoltà proprio per aver dato credito (ripeto) a persone sbagliate e malvage che hanno proposto ideologie sbagliate che la UE ha assimilato a tutto tondo. Il cambio avverrà anche in Europa tuttavia come per tutti i cambiamenti rapidi e radicali, dovremo almeno nel breve e medio temine, patire, purgando lo scotto delle nostre decisioni insensate, per aver dato credito a menti criminali e psicopatiche. Saremo spettatori di un ritorno ai carburanti fossili, alla fine di ideologie contro natura, alla fine degli inganni climatici e penso che la verità sulla questione pandemia verrà finalmente a galla, creando una nuova consapevolezza nella società di ogni angolo del mondo.

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Author: Nicola Migliorini

Nicola Migliorini è Direttore Responsabile del media www.mondooggi.com, blogger, giornalista generalista con incarico a 360 gradi.