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EUROPEI DI CALCIO: VINCITORI E PERDENTI di Goldfinger

VITTORIA PER GLI AZZURRI MA SCONFITTA PER GLI ITALIANI

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Foto di Michal Jarmoluk da Pixabay

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Foto di Sammy-Williams da Pixabay

Premetto di essere veramente felice riguardo alla vittoria dell’Italia che dall’ altro ieri sarebbe diventata campione d’ Europa 2021. Tuttavia come spesso accade in determinate occasioni nella mente si accavallano pensieri, pensieri che mi spingono a delle riflessioni. Per questo vorrei esprimere alcune opinioni personali in merito alla situazione italiana. Opinioni certamente legate non solo al calcio, ma anche alla tifoseria violenta nel dopo partita. In effetti come stigmatizzato dal Corriere delle Sera Veneto, ci sarebbero stati spiacevoli episodi vandalici nel dopo partita, nella zona del Lago di Garda. Atti violenti consumati da in questo caso da turisti europei in vacanza al lago. In questo caso si tratta solamente di violenza gratuita. Dopotutto cosa ci si può attendere assistendo ad un calciatore inglese che lancia la medaglia in terra in segno di spregio e tifosi che se la prendono ingiustamente con i calciatori afro-britannici (dando sfogo a gratuite scene razziste) accusandoli di avere sbagliato i rigori? Questo non è sport ma una grande incivile vergogna, assenza totale di sportività. Tuttavia allargherò il “tiro” anche ad un vezzo tipicamente italiano che a mio credere sarebbe di capitale importanza per il mantenimento del nostro sistema democratico. Vorrei consigliare pertanto coloro che leggeranno questo articolo a soffermarsi, riflettere ed in seguito magari  cercare di vedere le cose con una nuova luce con una nuova “illuminazione”. Spero che questo editoriale possa servire per stemperare il buio che ci avvolge ormai da troppo tempo, un buio rischiarato da un flebile e rapido bagliore: la vittoria degli europei di calcio 2021. Detto questo mi sentirei di gridare a piena voce, sempre e comunque: W l’Italia!

L’altra notte si è scatenato l’orgoglio italiano. Gli “azzurri” la scorsa notte notte hanno vinto dopo una lunga battaglia a suon di rigori il campionato europeo battendo la tanto temuta Inghilterra, una nazione che di calcio ne sa qualcosa. Una tenzone oserei dire piuttosto equilibrata da ambo le parti in fatto di forze e di impegno. L’equilibrio delle forze in campo si è fatto notare andando a chiudere con i rigori. Grandi parate del portiere delle nazionale Donnarumma che ha dato il meglio di se salvando più volte la situazione ai rigori. Quello che tuttavia è importante oggi per l’Italia è aver vinto. A mio parere era necessario un po’ di ottimismo dopo tante sventure, ultima l’attuale pandemia. Diciamo che la vittoria degli azzurri abbia giustamente scatenato l’orgoglio nazionale. In effetti l’altro ieri un po’ in tutta la nazione abbiamo assistito a scene di grande euforia, festeggiamenti per quello che riguarda la vittoria della nostra nazionale. Una vittoria che devo ammettere ci ha tenuto sulle “spine”, restando per circa un paio d’ore incollati alla TV con il fiato sospeso. La felicità per la vittoria italiana è stata certamente una piacevole manifestazione di affetto e di unione per la propria patria. Tuttavia mi chiedo i motivi del fatto che l’unione e l’orgoglio italiano, escano allo scoperto solamente quando gli azzurri vincano i campionati di calcio. Analizzando bene la situazione dall’esterno si potrebbe affermare che ciò che interessi gli italiani siano solamente le vittorie calcistiche della propria nazionale. Oltre al calcio al popolo italiano sembrerebbe non interessare più nulla. Questo è quanto dimostrerebbero gli abitanti del Belpaese che da sempre si trovano divisi su tutto, anche su quanto riguarda decisioni imposte da un certo Governo fra l’altro mai votato. Gli italiani sono divisi su ogni cosa. Oggi l’ Italia apparterrebbe ad un popolo incapace di far sentire le propria voce su tematiche importanti. Il motivo? La mancanza di unione. Un esempio? Potremmo esporre una serie infinita di esempi. Uno emblematico il fatto che la UE stia facendo l’impossibile per abbattere, demonizzare i prodotti alimentari italiani da sempre ritenuti di eccezionale squisitezza, importantissimi in fatto di salvaguardia della salute del consumatore, prima fra tutti la dieta mediterranea. In questo caso dov’è l’italianità?  Anche in  questo caso, come in tanti altri, l’orgoglio nazionale non esiste, tutti stanno zitti, a testa bassa e subiscono le angherie in questo caso di quella che a mia opinione è un’ associazione “disonesta di stati” ancora purtroppo per certi versi “barbarici nell’animo” formanti la nazione chiamata UE.

Foto di M. H. da Pixabay

Stati intenti a fare solamente il proprio interesse e non quello della totalità dei paesi membri. La UE, uno stato a mio parere nato male al quale penso, con il senno di poi, che l’Italia non avrebbe mai dovuto aderire. Uno stato “nato storpio” al quale sempre con il senno di poi, penso che la nostra nazione sarebbe meglio arrivasse alla decisione di fare come la “terra degli angeli” che ha battuto ieri sul campo di calcio: uscire alla svelta da questa mostruosa Europa. Forse sarebbe la partita migliore vinta dall’Italia. Poi c’è qualcuno che avrebbe affermato che l’Europa ha vinto l’Inghilterra. Vorrei ribadire a quella deputata che l’Italia ha vinto l’Inghilterra. Credo che l’orgoglio italiano sia veramente entusiasmante vederlo “uscire” dopo una vittoria sul campo da calcio. Devo dire però che preferirei vederlo uscire anche in altri frangenti certamente più importanti di una partita calcistica. Dopotutto a noi singoli cittadini, a pensarci bene, cosa cambia se la nazionale vince il campionato oppure se lo perde? A parte il fatto di un certo “orgoglio nazionale” in grado di durare forse qualche settimana. A parte un certo indotto che certamente genererà qualche punto positivo sul grafico economico. A noi italiani in effetti non cambia veramente nulla. La nostra voce invece potrebbe essere in grado di cambiare i nostri destini se ci decidessimo ad alzarla in casi “critici” verso coloro che starebbero tentando di limitare le nostre libertà. Credo che in questo caso, se fossimo uniti come durante un campionato di calcio, le nostre realtà di vita potrebbero migliorare sensibilmente. Sono convinto che se il popolo italiano fosse unito (come lo è nel calcio) e facesse sentire la propria voce nei momenti in cui i nostri delegati insistessero nel proporre delle linee sconvenienti per l’Italia, i nostri destini cambierebbero. Se in questi frangenti uscisse il patriottismo esternato durante gli europei, molte cose, molte leggi e molti inganni, sarebbero certamente stemperati per non dire eliminati, dal tentativo di rendere questa nazione abbruttita e schiava, non schiava di Roma, piuttosto in questo caso del bacato sistema globale. Conoscendo la storia credo che il calcio venga utilizzato secondo gli insegnamenti degli antichi romani. Lo sport penso  sia ancora oggi un accessorio utilizzato per addormentare le coscienze. Un complemento per comprare il popolo, un contentino per una popolazione che avrebbe magari permesso tutto alla politica di quei tempi, ma non che gli fossero tolti i giochi nel Colosseo. Non ci avete mai pensato? Bene forse sarebbe arrivato il momento di iniziare a riflettere.

Foto di maxopt da Pixabay

Sono passati un paio di migliaia d’ anni da allora e sinceramente vedo che la storia si ripete incessantemente a scapito di una popolazione, che sembra interessarsi quasi esclusivamente di calcio. Un popolo che sembra essere unito solamente durante i campionati europei e mondiali. Il popolo italiano sembrerebbe amare la propria nazione solamente quando gli azzurri vincono le partite. Un popolo che quindi da sempre sporge il fianco agli inganni ed alle bieche strategie politiche, quelle studiate a tavolino per condizionare le masse e la loro libertà. Detto questo siamo proprio certi di essere un popolo di vincitori? A livello calcistico certamente siamo vincenti, ma a livello sociale e morale assolutamente perdenti.

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Author: Goldfinger

Goldfinger è un giornalista specializzato in misteri, opinioni politiche, religione, etica e società ha uno stile talvolta piuttosto controverso nelle opinioni, diciamo che in genere è “ fuori dal coro”, fuori dagli schemi tradizionali

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