Ormai credo che sia noto che le più belle ed affascinanti gare automobilistiche italiane siano nate a Brescia. Diciamo che la 1000Miglia avrebbe iniziato a far girare quel volano positivo in ambito automobilistico sul territorio bresciano. Il Circuito del Garda è una di quelle gare che avrebbero dovuto divenire grandi, talmente grandi, da eguagliare ancora oggi altri blasonati circuiti di F1 come ad esempio il bellissimo tracciato cittadino del Circuito di Montecarlo. Purtroppo il Circuito del Garda, per una serie di motivi non decollerà come si sarebbe sperato. Addentrandoci nell’articolo capiremo quali sono i motivi che fermeranno il circuito automobilistico gardesano. Che Brescia non fosse scritto dovesse ospitare un proprio circuito di F1 è un dato di fatto. Il Circuito del Garda che avrebbe dovuto nascere dal GP d’Italia negli anni 30 ed essere ospitato nella brughiera monteclarense venne spostato a Milano. Nel più recente1967 il Circuito del Garda che ancora una volta avrebbe dovuto essere ospitato dal comune di Salò, anche in questo caso venne sospeso. Certe volte le condizioni sono avverse. E’ il caso di Brescia con i propri tentativi di poter avere un circuito automobilistico di F1.
Il Circuito del Garda, data l’importanza storica e culturale di questa gara parleremo ancora degli anni passati, quando i piloti divenuti icone dell’automobilismo di tutti i tempi si sfidavano a Salò su un circuito appositamente realizzato fra le strade della zona gardesana.
E’ il 1961, in quell’anno scomparve il Conte Aymo Maggi, uno degli ideatori della 1000Miglia. Il Conte aveva all’attivo un paio di vittorie, quella del 1925 e quella ottenuta l’anno successivo. Quell’anno fu un periodo da dimenticare in ambito automobilistico, per il fatto che oltre ad Aymo Maggi anche Angelo Maifredi se ne andò pochi mesi dopo, lasciando anche in questo caso un vuoto nel mondo delle gare. Per questo l’amico Renzo Castagneto appartenente ai “quattro moschettieri della 1000Miglia” pensò di rendere omaggio ai propri amici istituendo due premi particolari. In questo caso nella gara venne introdotta la seconda categoria. La gara Formula JR divenne il Trofeo Caltex – Aymo Maggi. Per quanto riguarda l’altro amico Angelo Maifredi venne realizzata in sua memoria una gara dedicata alle vettura 1000 cc, denominata Coppa Angelo Maifredi. Nel 1963 la neonata categoria recante il nome di Aymo Maggi (Formula JR e GT) venne ripetuta ma nel 1964 corsero solamente le F3. L’anno successivo il Circuito del Garda non venne disputato a causa di oggettive difficoltà nell’ambito dell’organizzazione tuttavia l’ACI di Brescia riuscì ad inserire il Circuito del Garda riservandolo alle F3 nel 1966. Possiamo affermare che il tracciato del Circuito resterà invariato per tutto il decennio ’60 come fu per il biennio 1948 e 1950. La sola variazione consisteva nel numero dei giri del crircuito oltre che nell’introduzione di due batterie ed una finale. Una delle maggiori difficoltà per questa bellissima gara era in ambito organizzativo. Lo scoglio maggiore per gli organizzatori si rivelerà nella chiusura della viabilità di Salò su un tracciato di ben 16,4 km oltre che del tratto della statale SS45Bis. In quegli anni verrà tenuto conto del tracciato di Monaco che sappiamo tutti che da sempre si snoda per le vie della città. A ben pensarci l’unico sbocco per tenere in vita il Circuito del Garda era da vedersi nella riduzione del tracciato. Per poter quindi realizzare il progetto si penserà di evitare il blocco della statale per il fatto che bloccare quel tratto di strada avrebbe isolato Salò, non avendo vie alternative. L’anno successivo venne alla luce il nuovo tracciato sviluppato in senso orario. Un nuovo percorso che per la prima volta prendeva forma sul lungolago di Salò avrebbe ospitato il traguardo. Il resto del percorso invece si sarebbe duvuto sviluppare su strade interne. Dopotutto molte difficoltà si trovano proprio in quei punti. Per questo il nuovo tracciato verrà progettato per transitare in zona Campoverde e via Panoramica per poi raggiungere il punto massimo delle Zette e riprendere scendendo verso il lago. Per una questione di sicurezza i tornanti delle Zette, non certo facili, avrebbero avuto il divieto di sorpasso. L’ACI Brescia quindi annuncierà il primo trofeo Esso – Coppa Aymo Maggi che si disputerà nella primavera del 1967. Il destino tuttavia remerà contro il Circuito del Garda, in effetti pochi giorni prima, vicini alla vigilia dell’evento la stessa ACI Brescia sarà costretta alla sospendere la gara, causa l’impossibilità nel breve tempo, ad adempiere alla richiesta della CSAI di inserire ai bordi del circuito 1600 Km di guard rail metallico sul lungolago vicino alla partenza. Come potrete notare già in quegli anni passati inizieranno a fare da impedimento le norme di sicurezza ma non solamente, inizierà anche l’inasprirsi della burocrazia che con la propria lentezza e con i propri tempi talvolta elefantiaci darà filo da torcere a molti organizzatori non solo in merito alle gare automobilistiche ma un po’ in tutto.
L’ entrata in campo delle norme di sicurezza che verranno applicate al Circuito del Garda avranno un motivo ben preciso. Il CSAI aveva approvato il progetto del XVI Circuito tuttavia la morte del pilota Ferrari Lorenzo Baldini deceduto per incidente al GP di F1 di Montecarlo il 10 maggio del 1967 portò alla richiesta del fatidico guard rail metallico che di fatto obbligherà l’ ACI a sospendere la gara. L’evento fu davvero sfortunato per il fatto che il Circuito del Garda avrebbe potuto divenire con il tempo un grande circuito paragonabile a quello di Montecarlo che anche oggi resta invariato, un circuito molto particolare che si snoda fra le strade del principato. Tuttavia il destino come spesso accade assolutamente beffardo, talvolta riserva particolari non certo positivi. Dopotutto ci sono eventi che è possibile modificare, ma dall’altro canto eventi davvero inevitabili. La sorte del Circuito del Garda non era evidentemente quella di divenire un competitor italiano del Circuito di Montecarlo ma di essere ripreso anni dopo nella classica modalità di regolarità, che oggi contraddistingue le più grandi gare nate sul territorio bresciano.
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