ARTICOLO OFFERTO DA SAN LORENZO SERRAMENTI SONCINO CREMONA TEL 335.5862014 http://www.sanlorenzoserramenti.it
In merito all’ attualità dell’argomento parleremo di guerre. Con questo articolo cercheremo di informare cosa spesso si celi dietro il sipario dei conflitti armati e quali possano essere i rischi per l’intera umanità.
Ormai credo che sia noto (almeno per le persone ancora in possesso di coscienza critica) che nulla accada per caso. Molte volte il caso avrebbe poco da spartire con le guerre. Credo che se potessimo riuscire a togliere gli interessi di denaro e di potere, che a mia opinione sono ciò che dettano legge sulla “scacchiera” mondiale, le guerre sparirebbero magicamente. In questo caso mondo potrebbe sperimentare un lunghissimo periodo di pace. Tutto viene utilizzato per poter “finanziare” guerre, dittature e rivoluzioni. Finanziare le guerre porta sempre a dei vantaggi per qualcuno. Primo vantaggio: la vendita di armamenti e di conseguenza la floridità economica di questo specifico settore, oltre che del proprio indotto. Secondo vantaggio: ricordiamoci sempre che finanziare una guerra vuole dire distruzione. Anche la distruzione è un risvolto molto importante dal punto di vista finanziario ed economico per il fatto che dopo la distruzione, alla fine di un conflitto, sarà necessario ricostruire e lo faranno i vincitori. Terzo vantaggio: danni di guerra.
I danni di guerra saranno un onere a carico del perdente che pagherà con ciò che gli rimane, come ad esempio materie prime, alleanze con i vincitori, accettazione di specifiche regole geopolitiche ed economiche. Ricostruire sulle macerie di quanto sia stato distrutto si dimostrerebbe un grande sbocco per i finanziatori dei conflitti mondiali ma anche per i vincitori in genere loro “longa manus”. “Vincitori e registi” si spartiranno gli appalti per la ricostruzione e per lo sfruttamento del territorio, il quale spesso risulterebbe ricco di qualche materia prima necessaria all’ industria, in grado di fornire come spesso accade, energia al mondo industrializzato. Sono un esempio i vari conflitti o le guerre civili combattute da stati in possesso della preziosa kimberlite, petrolio, gas, diamanti, oro. Dovremmo crearci una mentalità nuova e quindi cercare di capire che la guerra non sarebbe più da vedersi come un esplosione di odio atavico, ma come un grande buisness scatenato da istigazione all’odio. Per la creazione di questo grandissimo affare economico, la guerra, si usano tutte le strategie possibili in modo da poter accendere la famosa miccia che poi esploderà nel conflitto. Come si crea o
Non vi siete mai chiesti perché ad esempio il mercato della droga risulti essere praticamente indistruttibile? Non vi siete mai chiesti perché in certi periodi si noti un aumento nel consumo di un certo tipo di droghe e dopo qualche tempo il consumo possa spostarsi su stupefacenti diversi? Uno dei fattori di tutto questo potrebbe essere il fatto che certi popoli acquistino armi pagando non certo tutto con il denaro (dato che spesso ne hanno poco) ma anche con quello che possiedono. Se queste popolazioni possiedono oppio come nel caso dell’ Afganistan, pagheranno anche con tonnellate di oppio. Dall’oppio deriva l’Eroina quindi potrebbe essere, che dall’inizio di un conflitto in Afghanistan o in medio oriente si possa assistere, in occidente, ad un ritorno dell’eroina sui mercati illegali. Certi servizi segreti sembrerebbero conoscere molto bene il fattore buisness legato alla droga, alla destabilizzazione ed alla guerra. Detto questo quindi si fa presto a capire che il mercato della droga, possa essere legato a doppio filo, al mercato delle armi e di conseguenza della guerra. Non ci vuole molto a comprendere che staremmo vivendo quindi in un potenziale surreale “film”. Surreale per il fatto che da una parte fingiamo di far guerra alla droga e dall’altra tramite i fondi neri di certi gruppi si finanziano guerre e rivoluzioni tramite la droga, magari ricevuta in cambio di armi o per finanziare il reclutamento militare. Dopotutto la droga ricevuta deve essere riconvertita in denaro quindi è sarebbe necessario facilitarne il consumo, nei paesi che possono permetterselo: il ricco occidente. Possiamo supporre quindi, che tutto questo iter faccia parte di una filiera economica ben precisa e ben orchestrata. Poco centrerebbe l’odio, poco centrerebbe la diatriba ed oserei dire centrerebbe relativamente la motivazione religiosa. Oggi lo scatenamento di un conflitto a mia opinione avverrebbe per puri fattori economici ed egemonici. In Afghanistan? La stessa cosa, fattori economici ed egemonici. Da una parte è interesse dell’occidente sano, isolare il gigante asiatico che aiutato dal deep state americano (con il ritiro delle truppe dalla zona) starebbe disturbando in vari modi le nazioni occidentali. Dall’altro canto il mercato dell’ oppio cui la zona è forte produttrice. Un terzo fattore che porterebbe l’Afghanistan nell’occhio del mirino sarebbe il fatto, che proprio quella zona ospiterebbe un preziosissimo oleodotto in grado di rifornire di fonti energetiche l’assetato occidente. Cosa rischierebbe quindi il mondo a giocare con insistenza al gioco della guerra? Come tutti i progetti non esiste nulla a rischio zero. Quello che il mondo a mia modesta opinione rischierebbe a “giocare col fuoco” è di scottarsi. Il rischio maggiore in ogni conflitto consisterebbe nel fatto, che quanto realizzato possa sfuggire di mano trasformandosi magari, in un distruttivo conflitto mondiale, l’incubo cui nessuno sano di mente,
desidererebbe essere spettatore attivo. L’ultimo conflitto, forse con il quale nessuno realizzerebbe guadagni, dato che probabilmente tutto potrebbe essere finito. Per concludere oserei affermare che l’incubo di oggi non sarebbe il Covid. Il virus potrebbe rivelarsi solamente parte del gioco sporco. L’incubo maggiore oggi consisterebbe nel rischio di una conflitto mondiale. Alla luce della fede, in merito i messaggi dettati ai veggenti di Medjugorje dalla Patrona della chiesa (la madre di Cristo), il pericolo oggi sarebbe chiaro: la guerra, la distruzione totale. Per questo la “Gospa” raccomanderebbe un rapido ritorno alla preghiera, alla fede in suo figlio, Gesù: “la via, la verità e la vita”.