Covid:19 una sconosciuta forma virale colpisce la Cina per poi passare alla nostra nazione e di conseguenza per arrivare ad infettare il mondo intero. Una forma virale sconosciuta e nuova, che di punto in bianco si abbatte sulle nazioni dell’intero pianeta, portando quasi al collasso gli ospedali delle zone più colpite fra cui l’Italia. Con il passare del tempo i medici comprendono il fatto che ci siano vari gradini nel contagio, ovvero alcuni pazienti passerebbero la forma virale in modo poco cruento mentre altri, i più gravi avrebbero la necessità della terapia intensiva. In quest’ultimo caso i pazienti sono sottoposti all’ intubazione in modo da poter ventilare i polmoni, tuttavia la moria di questi soggetti è grave e la maggior parte purtroppo muoiono. Anche i medici fanno quello che possono per salvare vite umane, dopotutto la forma virale ripeto è sconosciuta, quindi non è facile diagnosticare e curare, ma soprattutto avere un esito ottimale sui pazienti infettati. Tutto è successo in troppa fretta, come un lampo in una notte serena, tuttavia con il passare del tempo si inizia a sperimentare, ricercare, quindi anche a conoscere, conoscere sempre qualche dettaglio in più relativamente al Covid-19. Dato un articolo comparso su www.leccesette.it capiamo che esisterebbero anche altri risvolti della malattia. Forse sarebbe possibile aggredire la forma virale in altro modo. Cercheremo quindi di capire anche queste nuove ipotesi
mediche del Dott. Gianpaolo Palma medico cardiologo ed emo-dinamista, un professionista che ha studiato malattie cardiovascolari all’ Università di Parma. Il dottore non è un opinionista ma un professionista ed attualmente opera presso un centro trombosi, coagulazione e scompenso accreditato con il sistema nazionale a Salerno. I medici italiani possiamo dire ad alta voce che siano fra i migliori al mondo. In questo caso il Dott. Palma avrebbe stupito la comunità medica con una nuova ipotesi che avrebbe iniziato a circolare negli ambienti medici e sui propri telefonini. Il media www.leccesette.it avrebbe intervistato il dottore quindi dal loro articolo spiegheremo cosa avrebbe trattato, l’ importante videoconferenza con uno degli ospedali milanesi più importanti. Nel caso del Coronavirus la terapia anti-coagulante sembrerebbe avere effetti molto positivi sul paziente “Non vorrei sembrarvi eccessivo ma credo di aver dimostrato la causa della letalità del nuovo coronavirus – ha spiegato il cardiologo in un post su Facebook – Solo al Beato Matteo ci sono 2 cardiologi che girano su 150 letti a fare eco-
cardio con enorme fatica e uno sono io. Fatica terribile! Però, di quello che alcuni supponevano, ma non riuscivano a esserne sicuri, ora abbiamo i primi dati”.La gente va in rianimazione per tromboembolia venosa generalizzata, soprattutto polmonare. Se così fosse, non servono a niente le rianimazioni e le intubazioni perché innanzitutto devi sciogliere, anzi prevenire queste tromboembolie”. E’ bene specificare come riportato in precedenza che del Covid si conosca davvero poco attualmente quindi si proceda a tentativi, ipotesi, medicinali sperimentali (antivirali ed anti infiammatori), tuttavia la malattia si è notato, è in tre fasi: la prima svolge la replicazione virale, la seconda il coinvolgimento dei polmoni e la terza metterebbe in difficoltà la respirazione quindi proprio in questa fase il paziente andrà il terapia intensiva. Stando a quanto sosterrebbe il Dott. Palma muoiono nove pazienti su dieci in terapia intensiva dato che servirebbe a poco per il fatto che se anche ventili un polmone il sangue non arriva comunque (spiega il medico). Il problema non sembrerebbe quindi respiratorio ma cardiovascolare. A portare al decesso sarebbero le
micro-trombosi venose non la polmonite. I trombi si formerebbero a causa dell’ infiammazione per una causa fisiopatologica complessa ben conosciuta. Gli scienziati del “dragone” fino a metà marzo sostennero che gli antiinfiammatori fossero da evitare tuttavia oggi in Italia con l’utilizzo degli stessi e degli antibiotici il numero dei ricoverati è crollato. Si può quindi pensare che anche i malati giovani con febbre alta per un paio di settimane non siano stati curati in modo esatto. In questo caso l’infiammazione avrebbe distrutto tutto e preparato terreno fertile ai trombi. Il problema maggiore non è il virus ma la difesa immunitaria, la sue reazioni, che distruggerebbero le cellule dove entra il Covid. Questa nuova ipotesi confermerebbe il fatto del crollo dei decessi e che la malattia potrebbe essere curata anche a casa propria nelle prime fasi. Curando la malattia in modo adeguato si eviterebbero anche i rischi di trombosi. Comunque non è facile da capire dato che le tracce della micro embolia sono leggere ed anche all’ eco-cardio sono sfumate. Il medico avrebbe però messo a confronto alcuni pazienti fra chi respira male e chi respira meglio e la cosa avrebbe aperto nuovi fronti sulla cura della malattia. Burioni stando ad un post avrebbe bocciato questa teoria ma senza entrare nel merito e stando a quanto detto dal Dott. Palma confondendo il luogo di lavoro del medico che lavora a Salerno e non a Pavia. Le parole del Dott. Palma: “Io non mi permetto di discutere con i medici che vanno in televisione come Burioni. Ho ipotizzato questi interventi da medico che lavora sul campo da anni, oggi da direttore di un Centro Trombosi e Coagulazione accreditato con il Sistema Sanitario Nazionale. Giovedì pomeriggio, prima di fare il post, ho partecipato a una video-conferenza con i colleghi del Niguarda di Milano, in cui abbiamo analizzato i primi cinquanta reperti di biopsie dove emerge un tessuto polmonare pieno di coaguli – spiega il cardiologo – Ci sarebbe una formazione intravascolare disseminata innescata dal virus. Non è una certezza, ma un’ipotesi. Alcuni pazienti non vanno in ventilazione perché rispondono molto bene all’enoxaparina”. Stando alle ipotesi del medico i farmaci anti-trombotici potrebbero evitare che il paziente subisca l’intubazione e trattare il malato con questi medicinali nella prima fase della malattia si potrebbero salvare parecchie vite umane. Già molti ospedali starebbero provando tali trattamenti cercando di giocare in anticipo nei casi più gravi. I farmaci anti trombosi pertanto potrebbero rivelarsi dei validi alleati come pure la famosa Idrossiclorochina da sempre usata contro la malaria. Il medico pur sostenendo che il vaccino sarà il medicinale adatto come soluzione finale e definitiva sostiene che oggi abbiamo la necessità di misure tampone che siano efficaci, che evitino la rianimazione. Se analizzassimo il tessuto che compone i polmoni vedremmo che il virus porta ad una iper-
coagulazione polmonare pertanto l’anti-coagulante sarebbe in grado di migliorare la fase due della malattia. Le ipotesi del Dott. Palma sarebbero confermate dalle “vasculiti con esiti in tromboembolia polmonare”. “Al Sacco danno Clexane a tutti, con D-dimero predittivo: più è alto meno risponderà il paziente; al San Gerardo di Monza Clexane e cortisone al Sant’Orsola di Bologna Clexane a tutti più protocollo condiviso con i medici di famiglia che prescrivono Plaquenil a pioggia su tutti i pazienti monosintomatici a domicilio”. Una precisazione del medico informa che alcuni medicinali come Brufen, Aspirina e Naproxene ad esempio sarebbero controindicati al contrario il Celecoxib potrebbe essere utilizzato. Importante sapere che l’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo avrebbe portato a termine ben 50 autopsie, il “Sacco” di Milano 20 mentre i cinesi ne avrebbero fatto solamente tre e di tipo minimally invasive. Auspico che le ipotesi del Dott. Palma possano portare ad una svolta nella cura del Coronavirus ed in particolar modo alla salvezza di più vite umane possibili anche se sempre a detta del medico il buon esito della guarigione potrebbe dipendere anche dalla virulenza più o meno forte e da fattori genetici.