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Nel bel mezzo del periodo quaresimale a Montichiari apre una mostra controcorrente, con un significato molto particolare che come recita una parabola di Cristo, rende a “Cesare ciò che è di Cesare”. I venti starebbero pian piano cambiando. Finalmente anche Cristo e la Sua chiesa dopo anni di “oscurantismo” iniziano ancora una volta a fare capolino dal velo oscuro e caotico di un mondo ferito e orientato verso il materialismo più sfrenato intriso di una pericolosa apostasia, in perfetto stile anti-cristico.

Sarà un caso o una tendenza quella di riportare la “verità ferita” a occupare il trono che le spetta? Francamente da persona che ama un mondo di giustizia, altrettanto amo pensare che non sia un caso, ma una tendenza che aumenterà sempre più. Fatto è che Montichiari, con la propria mostra formata da opere di vari artisti, inaugurata ieri pomeriggio può considerarsi una sorta di apripista per una nuova tendenza. La mostra è stata ospitata da un palazzo meraviglioso datato intorno al 1300: “Palazzo Monti”, ubicato nella zona storica della cittadina del basso Garda. Ha introdotto l’evento Martina Varone assessore alla cultura come rappresentante del Comune di Montichiari, seguita dagli organizzatori dell’evento. Hanno contribuito all’introduzione della mostra dedicata a Cristo, Mons. Abate Cesare Cancarini e don Paolo, curato di Borgosotto.

La mostra

Le opere ispirate alla “Passione di Cristo” realizzate da una ventina di artisti, sono state protagoniste assolute della giornata ed hanno suscitato un grande interesse. Protagoniste dell’evento la scultura per arrivare alla fotografia, passando per la pittura. Tutte le opere d’arte esposte hanno avuto come “perno centrale” la passione di Cristo, la via crucis, un tema cristo – centrico che culmina nell’attuale periodo quaresimale. Visitando la mostra siamo stati attratti da differenti stili artistici. Alcuni quadri abbracciano uno stile dalla comprensione piuttosto immediata e tendenzialmente classica. Curiose le fotografie della celebre artista della fotografia Gloria Fenaroli, che ha esposto alcune opere piuttosto astratte e introspettive ma dal significato estremamente profondo.

A voler guardare in profondità le opere fotografiche si intravede un grande impegno nell’ambito di uno studio continuo dei colori e delle immagini, in cui la fotografa già da tempo ha iniziato a lavorare culminando in una linea piuttosto astratta, una linea artistica che lavora sulla riflessione e sull’immaginazione per portare lo spettatore verso una precisa emozione, un preciso obbiettivo. Per arrivare a ciò l’artista è certamente riuscita ad avere una grande padronanza non solamente dell’obbiettivo ma anche dei colori. Certamente alla base del lavoro della fotografa assistiamo allo sviluppo di un grande studio che prosegue da anni, dei colori e delle forme. Le opere a bassorilievo dell’artista Dino Coffani hanno impresso perfettamente nella creta alcuni “frame” riguardo alla passione di Gesù, il martirio, la sofferenza e il sangue versato per un progetto salvifico. Intravediamo tutto ciò nei colori che dominano le “formelle” in bassorilievo. I quadri del pittore Cioli sono state le opere che hanno offerto una comprensione più rapida ma non per questo meno importante delle altre. Molto significativo il Maestro vestito con veste “regale, signorile” che accoglie ogni singolo peccatore con una gestualità mirata. Significativo il quadro di Giuda il traditore sdraiato che guarda un cappio, come pure profonda la poesia a Giuda che riprende il traditore da un’angolazione più “morbida” ma non per questo esente dalla dannazione dovuta forse all’orgoglio, forse al dolore accentuato dalla superbia per non aver chiesto perdono per la scelta infausta del tradimento, scelta che lo avrebbe salvato.

Conclusione

Consigliamo una visita alla mostra in questo periodo primaverile, nel quale ciò che è vecchio si rinnova con nuovi colori, nuove emozioni e nuova vita, cercando di riflettere su ogni singola opera soffermandoci, immedesimandoci nella sofferenza degli attori della “Passione di Cristo” cercando di cogliere la positività del fatto a nostro vantaggio.

Sarebbe un errore soffermarsi solamente sul lato umano degli scritti evangelici impressi nelle opere esposte. Captando il nocciolo della vicenda vista dal lato puramente spirituale, si comprende dalle opere esposte, l’immenso progetto divino per la salvezza dell’uomo: la morte di Cristo proiettata verso l’amore e la risurrezione, quella risurrezione che non avrebbe potuto essere, ne vincere, se non passando attraverso la Passione e la sofferenza.

La risurrezione ha vinto la morte regalando, tramite il sacrificio della croce e della sofferenza, la redenzione all’umanità. Dopotutto (e dalla mostra lo si comprende molto bene) la Passione di Cristo, la morte e la risurrezione, non segnano solamente il cammino del figlio dell’uomo, Gesù, protagonista della storia umana. Il medesimo cammino viaggia parallelamente con il nostro cammino, segnando la nostra storia individuale tramite la nascita, la morte e la risurrezione la sofferenza, le cadute e i rialzi, i tradimenti e le pochezze umane.

Se questi tre elementi (nascita, morte e risurrezione) molto ben descritti dalle opere esposte, non fossero la medesima strada destinata a noi uomini come fu per Cristo, a voler ben guardare saremmo di fronte a un inganno totale, in quanto non esisterebbe una vita eterna per nessuno. Questo messaggio è quello che il nostro mondo anticristiano vorrebbe “sdoganare”.

Ringraziamo ancora una volta Cristo per offrirci questo cammino salvifico senza mai dimenticare che senza cadute e rialzi, sofferenza e problemi che ci affliggono ogni giorno (oggi più che mai) ci offrono la possibilità d’essere migliori, di riprendere il cammino della fede e della salvezza, cercando almeno di impegnarci per avvicinarci alla perfezione divina e per coloro che lo comprendono, cercando di lavorare per la vita eterna. Insomma è un po’ come nelle parabole del Maestro, esempi criptati che devono essere compresi da coloro che desiderassero comprenderli, in una proiezione infinita sino alla fine dei tempi.

Un ringraziamento anche agli organizzatori della mostra e agli artisti protagonisti dell’evento, per ricordarci, in tempi assai difficili per l’espressione della verità, in un contesto mondiale orientato verso la menzogna e l’apostasia, che la salvezza cristiana esiste è ancora protagonista e lo sarà sempre, fino alla fine dei tempi, che per oscuri che possano essere verranno sempre “mitigati” dalla luce di Cristo, sempre a patto di accettare d’essere umili e lasciarsi guidare da Lui.

Accesso alla mostra

Desideriamo ricordare che la mostra collettiva di pittura, scultura e fotografia “La Passione di Cristo”.
Apertura: giovedì, venerdì, sabato e domenica dalle 15 alle 19
Fino a Domenica 13 aprile 2025 rimarrà a disposizione del pubblico presso “Palazzo Monti” a Montichiari.

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Nicola Migliorini
Author: Nicola Migliorini

Nicola Migliorini è Direttore Responsabile del media www.mondooggi.com, blogger, giornalista generalista con incarico a 360 gradi.

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