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Anche in questo caso si tratta di un articolo di notevole importanza. Lo studio a mia modesta opinione, è necessario per i giovani che saranno (si spera) i lavoratori di domani e quindi riusciranno a contribuire alla filiera delle contribuzioni e dei servizi tramite le tasse che pagheranno, svolgendo il proprio lavoro. Io ragiono ancora forse in modo vecchio ma credo che la produttività sia ancora il solo mezzo sicuro per assicurare a tutti un certo benessere, al di là delle “balle” sul clima e su un inquinamento praticamente risibile (come spiegato in precedenti articoli). Esprimo questi concetti perchè mi sembra che il nuovo sistema creato per il NWO che vorrebbe imporsi di prepotenza stravolgendo rodati sistemi economici, preveda assistenzialismo ed economia in mano a pochissime macroimprese o multinazionali che ovviamente, come tutte le macro imprese spesso offrono prodotti a basso costo. Per poter avere margine è necessario ad un certo punto offrire prodotti scadenti. I miracoli nessuno li fa quindi bassissimi costi significa prodotti scadenti e su questo non ci “piove” dato che le multinazionali essendo imprese a scopo di lucro, prevedono ricavi non certo bassi anche se, di contro, una tassazione bassissima, proprio per lo status di questa tipologia di aziende. Per questo dico spero che i giovani del futuro lavorino. Comunque lo si voglia vedere, lo studio resta un pilastro necessario a prescindere dal lavoro che il soggetto svolgerà. La mente umana, la cultura, unita all’esperienza sono le sole caratteristiche a poterci aiutare a risolvere qualsiasi problematica si possa presentare e possa cercare di “minare” la nostra vita e la nostra tranquillità. Direi che un ignorante sarebbe un soggetto
“castrato” proprio per il fatto di non possedere quel bagaglio culturale in grado di renderlo abile a muoversi in un mondo complicato come lo ì l’attuale e peggio ancora quello futuro. Comunque sia l’intelligenza va al di là della cultura, tuttavia se le due cose fossero unite sarebbero in grado di formare un cittadino con la “C maiuscola”. Nelle righe che seguiranno sarà possibile affrontare il delicato mondo della formazione e capire quali siano le previsioni in merito alle future specializzazioni richieste dal mondo del lavoro, per poter far fronte alle necessità economiche degli anni a venire. (Introduzione di Goldfinger)
Quali sono i titoli di studio più richiesti in Italia
In un mondo del lavoro che cambia velocemente, qual è il valore dei titoli di studio? Quanto è importante avere un diploma? E una laurea? Il mercato oggi premia maggiormente le competenze acquisite con esperienza lavorativa rispetto all’istruzione, oppure avere un titolo è ancora considerato determinante? A questo domande si può rispondere guardando gli annunci di lavoro di tutta Italia e mettendo a confronto i dati relativi alle posizioni aperte, disponibili sul sito annunci lavoro 360. Il risultato? Ne emerge che avere la maturità è fondamentale per poter rispondere alla grande maggioranza degli annunci disponibili.
Il diploma di maturità è il titolo più richiesto
I numeri non lasciano dubbi: conseguire il diploma di istruzione di secondo grado (la maturità), oltre a essere una tappa importante di crescita personale, è anche fondamentale per qualificarsi nel mondo del lavoro. Ed è necessario per poter candidarsi alla maggior parte degli annunci di posizioni aperte. Secondo i dati (aggiornati al 4 agosto 2022), il diploma di maturità è infatti il titolo di studio più richiesto in assoluto, con 108.939 annunci in cui viene richiesto, in crescita del 9% rispetto al mese precedente.
Cosa succede se non si consegue alcun diploma? Con la sola frequentazione della scuola dell’obbligo, e quindi con il titolo di studio di licenza di terza media, le possibilità di trovare lavoro si riducono drasticamente: ci sono solo 459 annunci attivi. Nella pratica, quindi, chi oggi non ha un diploma rischia di essere tagliato fuori da molte opportunità professionali.
Quanto è richiesta la laurea
Per posizioni più specializzate o qualificate, risulta importante anche la laurea: erano 39.300 annunci gli annunci di lavoro attivi che la richiedevano al 4 agosto, il numero era però in significativa flessione (-40%) rispetto al mese precedente.
Anche la ricerca di figure professionali che avessero intrapreso percorsi formativi post laurea, come master e dottorati, risultano essere in flessione. Gli annunci con richiesta di master erano 3.746 (-51%) e quelli rivolti a chi ha conseguito un dottorato erano solo 30 (-43%). Poche le posizioni aperte per le figure più specializzate e altamente formate, quindi, anche se di solito chi ha intrapreso percorsi di ricerca e di approfondimento nell’ambito di dottorati e master ha comunque buone prospettive occupazionali poiché sviluppa competenze che possono essere apprezzate dai datori di lavoro. I numeri sono fisiologicamente inferiori a quelli relativi a titoli di studio più bassi.
Sempre più spesso, inoltre, per rispondere alla necessità di professionisti con competenze specifiche, le aziende portano avanti una formazione interna dedicata ai propri lavoratori, senza quindi richiedere titoli di studio ad hoc.
Fonte dei dati https://www.annuncilavoro360.com/
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