ARTICOLO OFFERTO DA TINTEGGIATORE CRISTIAN CIRELLI TRAVAGLIATO BRESCIA
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Credo che sarebbe il momento di iniziare a “rispolverare” gli antichi concetti cari alla cristianità e capire che l’uomo è carne ma soprattutto un’ essere spirituale. Sarebbe necessario capire che l’anima anela all’eternità ma l’eternità non è data per scontata….
Dante, il sommo poeta, quel grandissimo artista che produsse il maggior poema della storia del mondo, “La divina Commedia”. Un poema che non è per nulla passato ma che oltre ad aver offerto un grande contributo alla fede cristiana, ha descritto in certi punti i nostri giorni. Un esempio? Beh lo possiamo leggere in alcuni brevi versetti come quelli descritti dall’autore nella sinossi che leggerete in seguito:
“Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura. ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura”.
Potrei definire Dante un poeta per certi aspetti lungimirante. Non sarebbe credo un azzardo se affermassi che Dante più di un millennio fa, descrisse in queste due righe quanto starebbe accadendo proprio in questi ultimi anni. Un poema quindi assolutamente speculare con i nostri tempi. A mia opinione leggerei nel significato di questi intramontabili versetti una sorta di visione proiettata più di un millennio nel futuro. Analizziamo i primi versetti del capitolo dell’inferno: la “selva oscura” che porta ad un realistico timore per le insidie che potrebbero celarsi dietro ogni roccia, ogni pianta nell’oscurità, significherebbero le insidie che ai nostri giorni starebbero cercando di minare la nostra tranquillità, il nostro quieto vivere e la nostra esistenza terrena. La frase “la dritta via era smarrita” credo che non abbia la necessità d’esser commentata dato che nel nostro mondo come disse Giovanni Paolo II, l’umanità avrebbe da tempo perso la bussola. Dalle parole di questo grande pontefice si evince che la retta via sarebbe stata smarrita da diversi anni. L’ultimo spezzone dei versetti lascia comprendere quanto sia dura da affrontare la realtà odierna. La famosa introduzione dantesca dopotutto, è relativa all’ introduzione del capitolo dell’inferno. L’inferno è quanto alcuni uomini potentissimi con l’aiuto di satana starebbero cercando (anche per ragioni storiche) di creare. Questo sarebbe da vedersi proprio come l’inferno sulla terra. La Divina Commedia tuttavia non si focalizzerebbe solamente sull’inferno, come un certo sistema desidererebbe fosse. La Divina Commedia contiene anche la speranza del paradiso e del purgatorio divulgando un messaggio salvifico, se meritato, ma anche di dannazione per coloro che avranno preferito ed organizzato i progetti infernali sulla terra. Leggendo la Divina Commedia è possibile anche leggere un monito per gli ignavi, ovvero tutti coloro che non avranno mosso un dito per impedire all’inferno sulla terra di realizzarsi ma che neppure avranno partecipato al progetto. Gli ignavi, coloro che non hanno fatto ne male ma neppure bene, accettando magari di buon grado o di malgrado le ondate (sempre maggiori) di malvagità anticristica di un sistema infernale, imposto all’umanità senza aver fatto nulla per contrastarlo. Credo che sia necessaria una dovuta riflessione su questo grandissimo poema dantesco. Il libro “Un viaggio con Dante, reporter di Dio” scritto da Pino Donato credo possa essere in grado di riportare alle verità cristiane come l’inferno, il purgatorio ed il paradiso. Credo anche che oggi come mai lo furono, siano necessarie delle riflessioni su questi antichi ma sempre attuali argomenti, facenti parte della verità cristiana. Dopotutto non preoccupatevi perchè solamente Dio potrà salvarci da questa situazione che molto velocemente si sta imponendo nel mondo. Non dimentichiamoci però di un grandissimo particolare, Dio chiede anche il nostro aiuto tuttavia è necessario porsi una domanda: siamo oggi un popolo di ignavi, di codardi o di guerrieri?
Mi ritrovai per una Selva… La Selva dei vizi e la dritta via smarrita … è la luminosa via delle Virtù.
Si sa pochi luoghi della Commedia dantesca si prestano più evidentemente di questo alla interpretazione allegorica, morale, civile, religiosa, eppure anche qui all’inizio del Poema e prima che il mio fantastico viaggio con “Dante Reporter di Dio” cominci, già si afferma quella sovrana virtù descrittiva e rappresentativa tutt’affetto dantesco, nella quale consiste la e più vera ragione dell’eterna gloria di questa grande opera universale, e delle quale esula qualsiasi specie di interpretazione qualsivoglia, che non sia appunto quella del “Sommo Poeta”. Infatti, il Poema Sacro io l’ho scritto con riassunti, schemi e virtù del grande Poeta, ignorando commenti che come altri, in molti così, non tutti, han fatto possano questi snaturare la vera entità dell’opera stessa. Infatti, l’ho scritta così per intero in un solo volume e senza commenti è così suddiviso: a partire dal Purgatorio, Paradiso e Inferno. Il Poema Sacro quindi è diviso in tre parti chiamate cantiche, Paradiso, Purgatorio e Inferno, ognuna delle quali comporta 33, canti, tranne l’Inferno che ne conta una in più detta proemiale. Nel mio viaggio con “Dante Reporter di Dio” faccio un itinerario completo attraverso i tre Regni ultraterreni che condurrà il Sommo Poeta fino alla visione della “Santa Trinità”, dove alla fine del viaggio, grazie a Virgilio, Dante ritorna a riveder le Stelle – ed io con loro e l’aiuto del mio Angelo Custode anch’io rivedrò le stesse stelle che mi condurranno verso la salvezza dell’anima.
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Cavinato Editore International propone oggi un libro davvero interessante, un’opera che necessita di grande riflessione ma credo anche di un briciolo di cultura storica. Quando si parla di Dante Alighieri non si tratta di un discorso facile. Il Sommo Poeta è stato un protagonista della storia italiana ma non solo, anche dell’idioma italiano attuale, la lingua italiana con cui oggi ci esprimiamo è stata condizionata dalle opere di Dante. La nostra difficile e meravigliosa lingua italiana non scordiamocelo, deriva dal fiorentino. Un tempo dci fu una disputa fra il fiorentino ed il napoletano. Sarebbe stata la lingua napoletana ad imporsi per la creazione dell’italiano se Dante non fosse vissuto artisticamente in quei tempi. Il fiorentino ebbe quindi il sopravvento per merito di questo gigante dell’arte italiana. Da quel momento nacque le lingua italiana che oggi inconsapevolmente utilizziamo ogni giorno, offrendo a Dante un contributo davvero intramontabile. Per coloro che desiderassero acquistare il libro sarà possibile l’acquisto cliccando sull’icona (lato sx) della Casa Editrice ed entrare nel portale.
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