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Si parla da parecchi anni di energia pulita e pur non essendo un patito dell’ambientalismo comunque sia penso che cercare di tenere pulito il pianeta su cui viviamo sia un dovere dato che proprio lo stesso pianeta che ci da ospitalità e che funge da casa per gli esseri umani ci offre anche il sostentamento. Tuttavia si parla da parecchio tempo di energia pulita ma in un mondo ancorato all’energia proveniente dai carburanti fossili come carbone, petrolio, gas e tant’altro, che francamente sono i più facili da ottenere dato che in natura sono già presenti nel sottosuolo, è molto difficile oggi cambiare direzione anche per il fatto che sotto questo tipo di carburanti girano innumerevoli interessi, come ad esempio l’indotto dell’ economia derivante dal petrolio, interessi petroliferi delle multinazionali, degli stessi petrolieri ed altro ancora. Quando ci sono fiumi di denaro che circolano in una direzione anche se “parzialmente obsoleta” è difficile fermare il fiume in piena. Francamente penso che il fiume di denaro si fermerà un giorno, ma solamente quando i petrolieri si vedranno le riserve al “lumicino” quasi terminate. In quel periodo probabilmente metteranno in

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atto le fonti alternative e la ricerca sull’energia pulita inizierà davvero a dare buoni frutti ma penso che per arrivare a questo dovranno passare ancora parecchi anni e forse addirittura qualche generazione. Comunque sia oggi si discute, si sprecano parole sull’energia pulita o alternativa e questo è già qualcosa dato che il piccolo impegno a cambiare direzione ha portato il mondo ad ottenere il 3% del fabbisogno di energia proveniente da energia innovativa anche se la frontiere cui il mondo energetico futuro si propone è certamente più ampia fimo ad arrivare vicino al 100 per cento dato che prima o poi i carburanti fossili si esauriranno come pure le riserve accumulate dagli stati. Una delle possibili soluzioni future potrebbe essere l’utilizzo del deserto per la produzione di energia ovviamente solare. Nel 1986 l’esperto tedesco di fisica delle particelle Gehard Knies fece alcuni calcoli su quanta energia dovesse servire per coprire il fabbisogno mondiale di energia utilizzando fonti alternative provenienti dal deserto. Lo scienziato produsse una stima e capì che le zone desertiche mondiali se fossero adibite alla produzione energetica solare in sei ore, dico sei ore solamente di produzione sarebbero in grado di produrre più energia di quanto il mondo intero ne possa richiedere in un anno. Secondo il ricercatore tedesco un’area di 28 mila km quadrati rivestita di pannelli fotovoltaici potrebbe coprire il fabbisogno energetico europeo sufficiente all’intera Europa

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portando al minimo l’importazione europea relativamente ai carburanti tradizionali utilizzati per la produzione energetica. L’attenzione maggiore la starebbe offrendo naturalmente il più grande deserto del pianeta: il Sahara. Stando alle opinioni del docente di Intelligent Engineering Systems dell’Università inglese di Nottingham Trent Amin Al Habaibeh questo caldissimo deserto sarebbe in grado di produrre 7000 volte il fabbisogno elettrico europeo con una produzione superiore a 36 miliardi di barili di petrolio giornalieri ad emissioni zero. Stando alla lettura dei dati della NASA Al Habaibeh sostiene che ogni metro quadrato terrestre riceve annualmente fra i 2000 e 3000 KW/ora di energia solare. Teoricamente l’energia prodotta da ogni cm dei 9 milioni di KM quadrati di deserto del Sahara sarebbe in grado di rendere oltre 22 miliardi di Gigawatt/ora annuali. Per questo tipo di sfruttamento delle zone desertiche tuttavia sorgerebbero alcune problematiche come ad esempio prima fra tutte la diplomazia. Il trasporto dell’energia non sarebbe un problema dato che l’Italia non dista troppo dalle zone calde sahariane ma la diplomazia potrebbe essere lo scoglio maggiore in zone molto particolari dove tutt’oggi esistono conflittualità profonde e le risorse energetiche restano un vero e proprio strumento di potere. Una seconda difficoltà starebbe nei costi dei pannelli fotovoltaici che nonostante siano calati restano troppo alti. In particolar modo questa difficoltà avrebbe causato l’accantonamento dei progetti di lavoro che avrebbero ipotizzato lo sfruttamento energetico del più grande deserto dei pianeta, trasformandolo nella maggior centrale elettrica ad energia pulita del mondo intero. Forse con l’avanzamento delle scoperte scientifiche tutto questo in un futuro potrà essere possibile, dopotutto sfruttare le zone desertiche non sarebbe un male, anzi si potrebbe in questo caso aprire nuovi mercati ad impatto zero in zone dove

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non è possibile far nulla. Resta a mia opinione comunque sia lo scoglio dello smaltimento dei pannelli fotovoltaici quando iniziassero ad essere improduttivi e necessitassero di una sostituzione con pannelli nuovi. Lo smaltimento di questi prodotti che io sappia è inquinante. Comunque sia sarebbe necessario almeno per il momento non illudersi troppo e capire che fino ad oggi non esiste sistema non inquinante (direttamente od indirettamente) per la produzione di energia e capire che per avere qualcosa in questo campo è necessario cedere qualcosa. Come sosteneva il grande Einstein “nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma”.

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Nicola Migliorini
Author: Nicola Migliorini

Nicola Migliorini è Direttore Responsabile del media www.mondooggi.com, blogger, giornalista generalista con incarico a 360 gradi.

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