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Era da tempo che se ne iniziò a parlarne e quasi per magia Mario Draghi è puntualmente arrivato. Il personaggio della finanza più famoso d’Italia sarebbe sbarcato a Roma su convocazione dall’attuale Presidente della Repubblica, con l’incarico di formare un nuovo Governo tecnico. A mio parere la maggior sentinella di quanto starebbe per avvenire è la televisione. E’ già da tempo, da mesi, che si sente in nome di Mario Draghi infilato fra i discorsi politico economici televisivi. Un nuovo Governo tecnico quindi e questo è dovuto a mia opinione alla veramente poca capacità del precedente Governo Conte. Siamo tuttavia sicuri però di non essere spettatori oggi del più grande disastro della storia economica italiana? Spero proprio non sia così, tuttavia posso dire che il peggior nemico del futuro sia la capacità delle persone di dimenticare i particolari storici nazionali ma anche mondiali.
Ricordiamo che proprio Draghi sarebbe stato uno dei protagonisti dell’ ondata distruttiva che nei recenti anni 90 avrebbe segnato per la seconda volta il destino della nazione. Draghi fu uno dei grandi personaggi ospiti del “Britannia” proprio in quegli anni passati, ed oggi sarebbe stato incaricato di riformare un Governo di “alto profilo”. Questo particolare mi rende alquanto sospettoso e nubi nere temporalesche si accumulerebbero nella mia mente, delineando un certo passato e lasciandomi pensare ad un incerto futuro. Non sarà per caso che il progetto UE preveda il definitivo annientamento economico della nazione Italia e per questo i poteri forti europei puntino in questo caso sul “cavallo vincente” quello che li servì egregiamente in passato? Si tratta di legittime personali opinioni naturalmente ma siccome il passato io non lo dimentico, questo presente inizia ad instillare nella mia mente alcuni legittimi timori per il nostro futuro. Dopotutto l’Italia è da sempre scomoda ad alcune grandi economie UE come la Francia e la Germania…. Tutti oggi sembrerebbero tifare per Draghi, dopotutto sarebbe stato necessario un Governo disastroso a precedere l’attuale futuro esecutivo per fare accettare quello che potrebbe essere un Governo liquidatore della nazione. Oggi dato un articolo uscito sul quotidiano il Giornale ci occuperemo di alcune riflessioni su questo delicato argomenti.
Da Il Giornale: Fa una certa impressione rileggere oggi le parole di Mario Draghi, il giorno della festa della Repubblica del 1992. Avevano da poco ammazzato il giudice Falcone e Draghi era direttore generale del ministero del Tesoro. Salì e poi rapidamente sbarcò dal panfilo Britannia, proprietà di sua Maestà la Regina d’Inghilterra, affittato, per l’occasione, dalla Confindustria delle imprese finanziarie britanniche. È all’origine, quella breve crociera, di tutte le teorie complottiste sulla cosiddetta svendita dell’Italia.
Draghi
nei tempi passati fece un breve ma incisivo discorso nel quale spiegò con il proprio stile senza fronzoli, i motivi per i quali sarebbe stato necessario procedere con uno specifico piano di privatizzazioni per smontare un sistema economico tipico dell’ Italia, nel quale i sussidi ad imprese e famiglie avrebbero avuto un ruolo ancora troppo importante. La vendite delle aziende appartenenti allo stato italiano, aziende meravigliose, non avrebbe dovuto essere concepita per guadagnare, per fare cassa per capirci, non per contrastare il deficit, ma il discorso ritornerebbe su vecchi spettri italiani ovvero il debito pubblico, il fantomatico debito pubblico. Tutto sarebbe dovuto servire per ridurre il debito pubblico, un laccio legato al collo dell’Italia che permetterebbe a tutti di depredare la nostra nazione sentendosene anche in diritto. Stando alla politica economica di Draghi sarebbe stato opportuno liberarsi dalle interferenze politiche sulle realtà economiche ma nello stesso tempo sarebbe stato necessario proteggere gli azionisti minoritari. Per arrivare a questo sarebbe stato opportuno cedere monopoli al mercato ma allo stesso tempo deregolamentare ed incentivare la concorrenza. Il cappio al collo dell’Italia, il debito pubblico sarebbe dovuto essere sostituito con l’aumento della partecipazione azionaria ma anche con il miglioramento dei mercati finanziari, il tutto in un piano inglese in stile Tatcheriano. Alcuni ritengono che il progetto sia fallito, tuttavia nessuno può dire con il senno di poi cosa sarebbe accaduto se nulla fosse stato venduto. Quello a cui assistiamo oggi è un ritorno ad una certa tendenza alla ri-nazionalizzazione dell’ economia italiana. Oggi staremmo assistendo ad un sistema per il quale al fallimento del mercato sia possibile rispondere sempre con l’intervento pubblico. Dato un articolo pubblicato dal Financial Times Draghi avrebbe dimostrato di capire molto bene il livello di crisi cui oggi soffra l’economia reale, tuttavia soluzioni semplici a carico del pubblico bilancio non sarebbero state prospettate. Draghi resta quindi oggi a mia opinione un personaggio davvero enigmatico da un certo punto di vista ma dall’altro canto un personaggio legato all’economia che certamente non avrebbe portato
in passato benefici ma solamente una seconda ondata di privatizzazioni che a mia opinione avrebbe infossato ancora una volta la nostra nazione con la scusa dell’ impagabile debito pubblico, un debito pubblico che sempre a mia opinione non sarebbe totalmente reale ma spesso creato a tavolino, negli anni con artifici economico finanziari particolari ma una spada di Damocle oggi capace di far affondare definitivamente la “nave Italia” condannando una nazione gloriosa a trasformarsi in un protettorato, o meglio direi in una sorta di colonia UE (stile Grecia per capirci). Comunque sia il presente è quello a cui assistiamo giorno dopo giorno quindi staremo a vedere se Draghi potrà essere realmente una valida soluzione oppure se questo Governo si trasformerà nella definitiva eutanasia di una nazione malata per la quale i medici si rifiuterebbero di curare in quanto troppo scomoda.