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“Quando le cose sono troppo pericolose da dire…. canta!” ( dal film ELVIS)
Credo che se oggi possiamo ascoltare una musica rivoluzionata a partire dalle origini sino alle fusioni musicali di oggi, in cui la musica “dall’ anima nera” spesso si incontra con la musica bianca, lo dobbiamo a lui. Lui fu il primo interprete musicale “bianco” ad imprimere una traccia importantissima in un periodo piuttosto particolare per l’America “nera”. Lui ha portato la musica che in quegli anni era da considerarsi “vietata” (per i giovani americani bianchi), porgendo la mano alla meravigliosa e stimolante musica black offrendola a tutti. Lui fu un vero e proprio miracolo musicale, un personaggio con una voce misteriosa, piena di armonici, sentimento ed espressione, una voce che ricorda i cantanti afroamericani di quei tempi. Lui fu un cantante che da subito si posizionò controcorrente creando rapidamente una vera e propria icona musicale. Nonostante inizialmente venisse stroncato dalla critica divenne una vera e propria stella, nacque povero, visse in un quartiere fra amici dalla pelle scura ed amici poveri dalla pelle chiara, accomunati da un solo spirito, la fratellanza e la musica. Fu un astro musicale che decollò per caso, portando la musica di allora verso una vera e propria rivoluzione, quella rivoluzione che ancora oggi permette alla musica di proseguire unendo razze e generi musicali. La musica che non ha confini ne pregiudizi razziali.
Lui fu un astro musicale che purtroppo scomparve molto presto, forse schiacciato dal proprio immenso, planetario successo. Avrete certamente capito di chi stiamo parlando lui è il re, il re del rock, Elvis, quel cantante del Tennesee dalla fama intramontabile famoso per la proprie “movenze” sexy ma senza mai cadere nella volgarità. Un cantante veramente completo in grado si spaziare dal country, al pop passando per il gospel ed il rock’ and roll. Credo che nessun cantante sino ad oggi possa aver ottenuto un successo simile, forse solo il leggendario Michael Jackson. Tuttavia il contributo che contraddistinguerà Elvis (che non si conta in denaro) è quello di aver lasciato una grandissima eredità musicale, quell’eredità che tutti i cantanti ed i gruppi nati dopo la sua musica, hanno saputo cogliere e portare sino ai nostri giorni. Non è da tutti aver avuto il privilegio di incontrare e magari scambiare quattro chiacchiere con “The king”.Tanti dicono di aver riconosciuto il “Re” in qualche angolo del mondo, tuttavia i particolari della morte di Elvis non sono ancora del tutto chiari. Mito? Strategia di marketing? Morte simulata? Tante domande ma nessuna risposta. Per ora nessuno può sapere esattamente come sono andate le cose quel giorno. Tutto resta racchiuso nella mente e nel cuore dei fan di Elvis in un vero e proprio “così è se vi pare”. (Introduzione di Nicola Migliorini)
Da un’intervista a Cristiano Minellono rilasciata alla scrittrice Josie Stephanie Pastino.
Cristiano Minellono racconta il suo incontro con Elvis Presley
Nato ad Arona nel 1946 Cristiano Minellono è uno dei più famosi parolieri italiani, l’autore che ha segnato, con le sue innumerevoli canzoni, la musica pop degli anni settanta, ottanta e novanta. Il vincitore di tre Festival di Sanremo, durante una conversazione, mi rivela che ha incontrato Elvis Presley, il cantante nato a Tupelo in Mississippi nel 1935 e morto improvvisamente il 16 agosto 1977 in circostanze tragiche ma soprattutto misteriose. Il referto dell’autopsia è ancora sottoposto a segreto per volere di Vernon Presley, il padre di Elvis.
Dove vi siete conosciuti?
“Ho conosciuto Presley a New York ad una conferenza-cocktail della United Artists nel 1970. Ero stato negli Stati Uniti per le edizioni Curci che dirigevo in quanto Sab editore della United Artists in Italia”.
Cosa ricordi di quel giorno?
“Mi ha colpito il suo imbarazzo di fronte alla frenesia ed isteria delle donne che volevano toccarlo e baciarlo”. Fra le tante cose che Presley ha contribuito indubbiamente a modificare anche l’idea della sessualità e l’America puritana ha gridato allo scandalo. Non credo, però, gli facesse piacere ricevere continue attenzioni, infatti, quel giorno non vedeva l’ora di andarsene, eppure, è rimasto a stringere mani e a firmare autografi. E’ stato molto educato e gentile. Elvis Presley, il cantante dalla fama planetaria, l’uomo che nel 1954 ha stravolto dalle fondamenta l’industria musicale e ha cambiato il modo di fare musica, era rimasto un ragazzo di campagna dalla mentalità genuina e dai sentimenti veri. Ieri come oggi, quindi, non fa parlare di se solo per la sua attività musicale. Alla gente piacciono le persone semplici e poco importa se negli ultimi anni della sua vita si presentava sul palco gonfio e disfatto, lui, ha cambiato un’era.
Pensi che la sua prematura scomparsa sia dovuta al fatto che sia rimasto ingabbiato dalla sua fama?
“Abbastanza”.
Ringrazio il vincitore dei premi 1980 e 1985 come miglior paroliere Cristiano Minellono per la sua cortese disponibilità e per il suo prezioso ricordo a proposito di Elvis Presley. The King non v’è dubbio, non è un uomo destinato ad essere dimenticato e non solo per i suoi mitici abiti di scena, e nemmeno per le sue movenze trasgressive, lui, passerà alla storia anche perché quando usciva dalla sua vita reale ed entrava nel personaggio, viveva la sua musica senza alcuna rabbia, nessuna contestazione e nessuna violenza. Elvis non trasmetteva volgarità, trasudava il solo desiderio di divertirsi e far divertire.
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