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Introduzione di Goldfinger
Pensare di occupare i campi con pannelli fotovoltaici è la medesima cosa di “castrarsi con le proprie mani”. Il fotovoltaico non è certamente una risorsa efficentese usata male. Anche se il mondo ha sete di energia, il fotovoltaico non rappresenta una risorsa conveniente per la collettività a meno che sia utilizzato in modo ragionato e ben calibrato analizzando i pro ed i contro nell’installazione degli impianti. Iniziamo cercando di comprendere che l’uomo ha la necessità di energia ma soprattutto di cibarsi in modo sano. Per questa ragione l’uomo deve mangiare verdura, frutta, carne, pesce, il più possibile proveniente da produzione ed agricoltura sana per poter sopravvivere e rimanere in salute. Mangiare il denaro o cibarsi di corrente elettrica non è possibile. Come sempre saremmo di fronte al tentativo di plagio a carico del cervello della collettività, con la divulgazione di teorie antiumane e menzognere. Dopotutto la menzogna è il “generale in campo” di questa guerra che staremmo vivendo ogni giorno.
Togliere i terreni agli agricoltori
Qualcuno dall’altra parte del mondo sttarebbe acquistando terreni tramite società di vari genere, per installare impienti fotovoltaici. Togliendo terreno all’agricoltura si toglie terreno ai nostri generi alimentari. Essi ci servono per vivere in modo sano. Installando nei campi il fotovoltaico si evita di far coltivare la Terra agli agricoltori che magari vengono pagati per non coltivarla. Qualora la maggior parte dei terreni fossero occupati da impianti fotovoltaici, il cibo calerà e questo porterà a dei copiosi aumenti di prezzo. Non ci avete pensato vero? E’ la legge della domanda e dell’offerta. Sarebbe utile iniziaste a ragionare. Vi piacerebbe comprare insalata a 100 euro al chilo? Patate a 200 euro al chilo? Carne a 850 Euro al chilo? Bene, continuate a non farvi sentire, accettate le ragole dei burattinai del NWO e finiremo così. Da onnivori diverremo insettivori e quindi ci ammaleremo.
Come mangeremo
Per poter sopravvivere, qualora la maggior parte dei campi non fossero più coltivati per la produzione di cibo tradizionale, quello sano, i campi coltivati non sarebbero più sufficienti per sfamare la popolazione e colmare la richiesta. I prezzi diverranno proibitivi per la domanda fortissima e l’offerta troppo bassa. A quel punto magicamente entreranno in scena gli insetti e le proprie farine. Come potete capire anche questa volta il ragionamento smaschera i “furbi” che nel piatto vorrebbero metterci le blatte. Loro al contrario essendo ricchissimi mangeranno verdure freschissime e carne di primissima qualità.
L’alternativa
Il mondo è assetato di energia tuttavia esisterebbe un’alternativa per non riempire i campi di impianti fotovoltaici, ma l’alternativa sarebbe da vedersi come una proposta onesta e trasparente, non subdola come la transizione ecologica. L’alternativa, se i creatori di questo prodetto fossero onesti sarebbe continuare senza cambiamenti tuttavia volendo cambiare gli asset economici, si potrebbe varare leggi adeguate per obbligare i proprietari di immobili, nell’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti di tutte le case private e sui tetti di ogni capannone aziendale. In alternativa espropriare i tetti dei capannoni aziendali e commerciali, i tetti delle stalle e delle case, quindi installare impianti fotovoltaici (sempre che i proprietari si rifiutino di farlo loro per proprio uso e consumo con eventuale eccedenza immessa in rete). Credo basterebbe. Immaginatevi la mole di MW/H prodotta. In questo caso non verrebbero toccati gli alimenti e gli agricoltori continuerebbero a lavorare serenamente, a guadagnare, migliorando i propri prodotti per imbandire le nostre tavole. La popolazione proseguirebbe a cibarsi di prodotti sani, saporiti, tipici dell’eccellenza italiana.
La menzogna
Abbiamo scritto fiumi di parole sul fatto che i cambi climatici non dipendano ne dall’agricoltura, neppure dall’industria e neppure dalla vita umana ma sono prodotti da varie mutazioni astronomiche, come l’asse terrestre che si è spostata nell’arco degli anni, il cambio di polarità terrestre alle porte, l’attività solare ai massimi storici. Questa è la verità dei cambi climatici. Sono i corsi e ricorsi della storia della Terra ed assolutamente naturali. La Terra è viva e per permettere la vita evolve in continuazione. Fra un certo periodo tutto tornerà normale. La natura si compensa da sola. Il resto sono infinità di menzogne, bugie, balle a non finire, per scopi non certo nobili. Le teorie che ho esposto le sostengono uomini di scienza a livello internazionale, non i burattini del sistema. Riflettete, volete vivere mangiando insetti? Beh vedete un po’voi. Volete un consiglio? Riflettete comunque e poi agite, fate sentire la vostra voce. Nelle prossime righe la giornalista Emma Martin parlerà del sistema Agrivoltaico, che forse potrebbe essere una soluzione a metà strada.
Dalla Sicilia all’Europa: L’Agrivoltaico Come Modello di Sostenibilità
In un’epoca dove sostenibilità e innovazione vanno di pari passo, l’Italia si posiziona al centro di una rivoluzione verde che promette di ridisegnare il panorama energetico e agricolo del Paese. Con l’acquisizione di sei nuovi impianti agrivoltaici in Sicilia, Eos Investment Management Group inaugura un capitolo entusiasmante, sottolineando l’impegno verso un futuro più sostenibile. La crescita degli impianti agrivoltaici in Italia, ma anche il loro impatto e potenziale in Europa, invitano ad uno sguardo approfondito su come la tecnologia solare stia prendendo piede nel continente, con l’Italia pronta a giocare un ruolo da protagonista in questa transizione verde.
6 nuovi impianti agrivoltaici in Sicilia
Eos Investment Management Group ha acquisito da Lightsource bp 6 impianti agrivoltaici in Sicilia per un investimento totale di 300 milioni di euro. Questi impianti, che genereranno complessivamente 294 MW, sono in fase di autorizzazione finale o già autorizzati, e la loro costruzione inizierà entro i prossimi 12 mesi per diventare operativi dal 2025. L’obiettivo è promuovere l’integrazione della produzione di energia fotovoltaica con l’agricoltura, supportando coltivazioni come miele, ulivi, pistacchi, aranci e altre colture locali, nonché il pascolo ovino. Lightsource bp, che possiede già impianti per oltre 1 GW in Italia, vede in questo accordo un’opportunità per accelerare la transizione energetica. Eos Im, da parte sua, annuncia che questi impianti agrivoltaici rappresenteranno più della metà dei 600 MW in pipeline in Italia, sottolineando l’importanza dell’investimento agricolo e la volontà di contribuire alla sostenibilità e alla ripresa di terreni incolti, nonostante le sfide burocratiche.
Cosa sono e come funzionano gli impianti agrivoltaici?
Un impianto agrivoltaico avanzato combina la produzione di energia fotovoltaica con la preservazione delle attività agricole e pastorali. Questo tipo di impianto, impiega tecnologie innovative che includono il montaggio dei moduli fotovoltaici elevati da terra e, in alcuni casi, la loro rotazione, per non interferire con l’agricoltura. Permette anche l’uso di agricoltura digitale e di precisione. Prevede inoltre l’installazione di sistemi di monitoraggio per valutare l’impatto dell’installazione sulle colture, sull’uso dell’acqua, sulla produttività agricola, sulla continuità delle operazioni agricole, sul recupero della fertilità del suolo, sul microclima e sulla resilienza ai cambiamenti climatici.
Impianti agrivoltaici in Italia
Nel 2021, in Italia, la superficie occupata dagli impianti fotovoltaici a terra era di 152,1 km², ovvero solo lo 0,05% del territorio nazionale, un impatto marginale rispetto alla copertura del suolo da strade, che è di 9.200 km² (3%). Questa comparazione evidenzia quanto sia limitato l’impatto dei pannelli fotovoltaici sull’uso del suolo, specialmente considerando i benefici che offrono. Nonostante il consumo di suolo per coperture artificiali sia di circa 21.500 km² in Italia, per raggiungere gli obiettivi del piano PNIEC relativi al fotovoltaico a terra sarebbero necessari soltanto 405 km² di pannelli, meno di un terzo dell’estensione del Comune di Roma.
La panoramica degli impianti agrivoltaici in Europa
Il fotovoltaico in Europa ha registrato una crescita significativa, con un aumento del 50% nel 2022, evidenziando che 25 dei 27 paesi dell’UE hanno fatto notevoli investimenti in energia solare. La Germania guida la classifica con 7,9 GW installati, seguita dalla Spagna con 7,5 GW. Altre nazioni rilevanti includono la Polonia (4,9 GW), i Paesi Bassi (4,0 GW), la Francia (2,7 GW) e l’Italia (2,6 GW). Nonostante l’espansione, il mercato europeo del fotovoltaico affronta la concorrenza della Cina, risultando in una prevista perdita di quote di mercato dall’18,5% al 17,1%, a causa dell’avanzamento cinese nello sviluppo di nuove tecnologie. Secondo un report di Solar Power Europe, l’utilizzo del fotovoltaico è in crescita in Europa, con i principali paesi che hanno investito molto negli ultimi anni in questa tecnologia. Vediamo infatti, a conferma di ciò, il confronto in termini di produzione di GW attraverso questa tecnologia tra il 2021 e il 2022:
L’incentivo all’utilizzo dell’agrovoltaico in Italia
Il decreto firmato il 21 dicembre 2023 dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, rappresenta un punto di svolta per l’agrivoltaico in Italia, con l’obiettivo di installare almeno 1,04 Gigawatt di impianti entro il 2026, finanziato con circa 1,7 miliardi di Euro, di cui 1,1 miliardi dal PNRR e il resto da fondi nazionali. Questo decreto, approvato dopo un processo iniziato ad aprile 2023 e finalizzato con l’approvazione della Commissione Europea, punta a incrementare la sostenibilità e ridurre i costi di produzione nell’agricoltura, assegnando 300 MW di impianti agrivoltaici di massimo 1 MW per aziende agricole e 740 MW per associazioni temporanee di imprese, con incentivi che includono un contributo in conto capitale del 40% e una tariffa incentivante per 20 anni, variabile in base alla zona geografica. Gli imprenditori agricoli godranno di condizioni favorevoli rispetto alle associazioni temporanee di imprese, essendo esenti dall’obbligo di riduzione sulla tariffa incentivante.
Fonte: https://www.contatti-energia.it/news/dalla-sicilia-alleuropa-agrivoltaico/
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