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Abbiamo sostenuto da sempre che l’appartenenza all’ Euroclub fosse per la nostra bella nazione un onere troppo grande da sostenere specialmente in un momento in cui le cose non vanno come dovrebbero andare economicamente tuttavia le cose a mia opinione sono inversamente proporzionali credo che oggi l’economia non sia florida per il fatto che ci portiamo sulle spalle l’inutile fardello UE. C’è chi dice che indietro ed infetti indietro non è mai giusto tornare, infatti è necessario andare sempre avanti senza mai guardarsi alle spalle quindi a mia opinione andare avanti significherebbe cambiare bandiera, uscire egregiamente dalla zona Euro con tutte le eventuali difficoltà che questo potrebbe imporre. Sono sempre del parere che sia meglio essere soli che mal accompagnati come recita un antico adagio tutt’al più però se si desiderasse compagnia e non si amasse la solitudine meglio scegliersi il partner adatto, quello che offre semmai le prospettive migliori, un compagno che offra rispetto, da amare e con cui collaborare. Comunque sia passare per stupidi non se ne parla neppure tuttavia purtroppo la nostra nazione a mia opinione passa per stupida nella vecchia e cara UE. Stando a quanto riportato sul quotidiano Libero cercheremo di capire quanto ci costi far parte del costosissimo Euroclub e quanto guadagneremmo se ne uscissimo. Stando a quanto esprime la Ragioneria generale dello Stato (molto lontana quindi da Claudio Borghi euroscettico per eccellenza) metterebbe per iscritto che proprio quest’anno, 2020, la partecipazione italiana alle politiche di bilancio europeo possa avere un valore per la nostra nazione di ben 20,5 miliardi di Euro, una cifra spropositata ma destinata a salire ancora di più arrivando a toccare i 23,245 miliardi di Euro il prossimo anno fino ad arrivare a punte di 24,5 miliardi di Euro per il 2022. Facciamo i cosiddetti conti della “serva” quindi si consideri il fatto che in Italia risiedono 25,5 milioni di famiglie ed il conto è fatto. Il conto finale porterebbe alla luce che per poter rimanere nell’ Euroclub ogni anno ogni famiglia è costretta a versare circa 1000 Euro, una cifra davvero considerevole considerando il fatto che l’economia italiana non sarebbe più tanto florida. Da questa analisi fra l’altro scopriamo che (sempre da quanto sostiene Libero Quotidiano) lo 0,3% dell’odiata imposta sul valore aggiunto della IVA finirebbe a Bruxelles. Senti senti, gran parte dei soldi versati se li spartirebbero i paesi della zona Euro appartenenti agli ex paesi dell’ est UE, membri che avrebbero la necessità di poter ottenere risorse da parte dei grandi stati che hanno fondato il mostro Europa. Nell’ ultimo decennio mentre l’Italia subiva la famosa Austerity imposta dall’ Unione per il fatto di essere considerata un paese poco virtuoso, guarda caso abbiamo sempre dovuto tirar fuori circa 100 Miliardi per sostenere i paesi UE in difficoltà come ad esempio Spagna, Portogallo ed Irlanda, dato che questi partners UE avevano grossi problemi bancari pertanto l’Italia fu costretta ad immettere iniezioni di denaro intervenendo assieme al sistema UE. Sempre Libero sosterrebbe che per quanto riguarda la manovra denominata salva Italia varata da Monti nel 2011 staremmo ancora pagandone le conseguenze come ad esempio l’aumento sul prezzo della benzina che vide ben 10 centesimi al litro di maggiorazione, ed oltre a questo staremmo leccandoci ancora le ferite anche in merito ad altre tasse ed imposte che rendono oggi davvero insopportabile il prezzo finale della benzina verde o del diesel alla pompa. Per terminare possiamo dire che noi paghiamo caro il carburante delle nostre vetture anche per aver aiutato la Grecia con la bella cifra di 50 miliardi di Euro dati in prestito che a quanto pare non sono mai stati restituiti se non in minima parte ma non al Governo italiano direttamente ma a fare la parte del leone ovvero ad incassare l’importo sarebbe stato il famigerato Fondo Salva Stati, quel fondo di cui si parlava pochi mesi fa, quello che ci costerebbe più di 100 miliardi nel prossimi dieci anni a cui però l’Italia non potrà mai attingere. Detto questo è facile capire che l’ Euro per quanto ci riguarda non sia proprio un grande affare. Dall’ entrata nell’ Euro le merci avrebbero subito una rivalutazione del 20 per cento e questo non farebbe altro che essere un grande danno per le aziende dello stivale che competono con i Tedeschi che al contrario di noi avrebbero avuto molti benefici dall’entrata in UE dovuti alla svalutazione dell’ ex moneta nazionale il Marco quando 18 anni fa venne varata la moneta unica. Con tutti questi dati negativi l’imprenditoria italiana resistette e riuscì a mutare verso un aumento dell’ export conquistando mercati nuovi e questo oggi è la nostra salvezza tuttavia oggi ha a che fare con il mondo intero, con le politiche internazionali e nazionali dei grossi colossi mondiali come ad esempio gli USA pertanto il 70% dell’economia italiana avanzerebbe ma a fatica. Stando ad un rapporto del tedesco “Centrum für europäische Politik”, quando la Germania avrebbe guadagnato 1893 miliardi di Euro l’Italia ne avrebbe perso 4325. Per comprendere maggiormente quanto significhi ogni tedesco avrebbe incassato mediamente 23 mila euro mentre ogni italiano ne avrebbe perso 74 mila. La moneta unica tanto per continuare l’ analisi avrebbe ridotto la forza dei paesi nord UE ed impoverito quelli del sud UE che si attesterebbe ad essere una zona europea particolarmente incapace nel convivere con una moneta troppo forte offerta ad un’economia troppo debole ed in questo caso le cose potrebbero peggiorare. In una passata intervista concessa a Libero da Massimo Colomban, l’imprenditore spiegò che l’ Europa capitanata dalla Germania agirebbe nella maniera più cinica cercando di indebitare i concorrenti fra cui gli italiani per poter svalutare i loro asset. In questo modo su 3500 aziende italiane con più di 500 milioni di fatturato annuo oltre 1800 aziende (più della metà del totale) sarebbero state svendute agli stranieri pertanto non credo sarebbe un terremoto finanziario uscire dalla zona Euro, in alternativa volendo restare sarebbe giusto portare la UE ad agire obbligando il più forte ad aiutare il più debole come sarebbe ovvio. Restando le cose invariate noi oggi saremmo i più deboli ed aiuteremmo i più forti ovvero i tedeschi e gli olandesi che fra l’altro alzano sovente la cresta e si permettono di fare i maestrini e darci lezioni pertanto come si suol dire oggi siamo “becchi e cornuti”. Per quanto riguarda la politica nazionale? Beh in questo caso la politica nazionale a mia modesta opinione sarebbe asservita alla UE ed ai propri poteri forti pertanto fino a che le cose non dovessero cambiare non avremo scampo quindi continueremo ad essere trattati come i “pigs” che i paesi forti del nord UE si divertono a macellare per il proprio uso e consumo.