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LE FESTE DEI CACHI DELLA REPUBBLICA DELLE BANANE

ITLIA. LE FESTE PIU' INUTILI

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Lasciamo perdere i risvolti politici. A noi è parecchio tempo che non interessano più. Non sarebbe la prima volta che affermiamo personali opinioni, sul fatto che le votazioni politiche, regionali, europee e via dicendo, siano una vera e propria perdita di tempo per il cittadino. Dopotutto nulla cambia ne mai cambierà. Da sempre saremmo nelle mani di determinati poteri forti anche stranieri, che oggi starebbero spingendo oltre modo, per assicurare il proprio immenso potere. Essi non permetterebbero ai singoli stati una politica sana, seria e a vantgaggio dei cittadini, come in effetti dovrebbe essere. L’Italia aimè ha ceduto la sovranità ad un macro stato chiamato UE, che piuttosto che essere la salvezza, come un tempo la politica di allora avrebbe voluto far credere, si sarebbe dimostrata la morte delle nazioni appartenenti al club. Una Unione Europea dipinta come la Europa dei popoli che francamente si sarebbe dimostrata la UE dei potentati, dei tecnocrati e degli sprechi, con le proprie politiche scellerate, distruzione economica di stati scomodi e chi più ne ha più ne metta. Tutto creato a tavolino per permettere a qualcuno di soggiogare i popoli occidentali e di instaurare  politiche non certo a favore dei cittadini.

Foto di Bronisław Dróżka da Pixabay

Un esempio è il tentativo di sostituzione etnica che l’Italia starebbe subendo. Un altro esempio la campagna “farmacologica” che ha portato tantissimi cittadini ad essere in preda a patologie misteriose e talvolta letali. Un altro obbiettivo la distruizione economica dell’occidente europeo, agnello sacrificale di certi potentati che ben conosciamo. Insomma, ripeto, non è un fattore politico. Penso che la democrazia in Italia sia morta da anni. Le elezioni si dimostrerebbero un gioco sporco per lasciar credere che la democrazia possa essere ancora viva mentre al contrario è morta e sepolta. Cosa serve recarsi alle urne se le promesse elettorali non verranno mai mantenute ne da destra e ne da sinistra? Nulla cambia mai. Pensateci bene. Il denaro per erogare i servizi necessari per il benessere della popolazione non c’è mai ma per mandare armi all’Ucraina ad esempio di denaro ce n’è all’ infinito. Non ve ne siete accorti? Bene, se non ve ne siete accorti sarebbe opportuno iniziaste ad aprire molto bene gli occhi. Comunque torniamo al concetto iniziale. Credo abbiate festeggiato la festa del 25 aprile, dedicata alla liberazione. Vi siete almeno chiesti di che liberazione si tratti? Quale liberazione? I discorsi sulla libertà hanno riempito le bocche di quallo che penso siano pseudo politicanti ma anche le orecchie di milioni di persone. Vi rendete conto una buona volta che festeggiare la liberazione è partecipare ad una festa inutile? Da cosa ci hanno liberato? Dalla dittatura? Certamente ma una volta liberati poi basta dittature. Non sarebbe logico? Al contrario ci hanno fatto ritornare in una dittatura ben peggiore e subdola della precedente. I discorsi di convenienza della classe politica hanno fatto per l’ennesima volta il proprio sporco lavoro. Apprezzo gli imprenditori che hanno lavorato il 25 aprile. Dopotutto resta una festa inutile come tante altre festività civili. Un secondo esempio? La festa dei lavoratori che festeggeremo fra pochi giorni il primo maggio. In questo caso si tratterebbe di una festa che ricorda le conquiste dei lavoratori quando dall’altro canto si starebbe cercando di sfaciare il tessuto economico italiano creando di conseguenza disoccupazione, o in alternativa quel poco di lavoro che viene offerto viene mal retribuito, ripeto, mal retribuito. La festa dei lavoratori è inutile quando gli stipendi degli italiani hanno lo stesso valore di 10 anni or sono, mentre i prezzi di ogni genere alimentare e non alimentare, lievitano ogni anno di più. La festa dei lavoratori di una nazione con una costituzione basata sul lavoro quando la nazione avalla un bieco ricatto vaccinale (neppure suffragato da una legge specifica ma da semplici decreti legge)  avrebbe creato povertà nelle famiglie italiane dei sospesi ingiustamente dal lavoro e malattie a carico degli obbligati a lavorare e quindi a farsi inoculare senza alcun entusiasmo.

Foto di Jean Martinelle da Pixabay

Queste sono le feste civili in cui i politici si riempiono la bocca con bei discorsi ipocriti, pensando di aver a che fare con un popolo di decerebrati inebetiti ? Sembrerebbe essere proprio così. Perdonate questo  sfogo pieno di personali opinioni ma credo che così debba essere. Perdonate le parole magari dure ma francamente sono stanco del politicamente corretto che ci ha portato negli anni alla rovina. Credo che talvolta i cittadini abbiano bisogno di parole dure ma che facciano riflettere. Credo che i cittadini abbiano la necessità di vedere in faccia la dura realtà dei fatti anche se penso che talvota facciano davvero fatica ad accettarla. Con queste miei pensieri ho desiderato regalarvi qualche spunto di riflessione. Dopotutto personalmente sono stanco d’essere preso in giro e voi? Son certo che chiederete:  – Va bene, ma la soluzione qual’è? Credo che l’unica soluzione possa essere fare il contrario di quanto il sistema imponga e non lasciarsi prendere dal terrore. A mia opinione solamentre in questo modo il castello di carte potrà crollare. E’ necessario che i cittadini comprendano il proprio grande potere, il potere di dire NO! Non servono a nulla la violenza, non servono a nulla le rivoluzioni, anzi quelle fanno parte del loro sporco gioco. L’unico modo per poter ferire il sistema è dire NO a qualunque cosa chieda o imponga, anche perchè quando il sistema si pronuncia sempre si nasconde un tranello. Avete passato bene la festa del 25 Aprile? La festa delle liberazione dalla “padella”? Spero di si, anche se a questo punto penso che in compagna della nostra bella Italia staremmo dirigendoci in direzione delle braci.

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Author: Goldfinger

Goldfinger è un giornalista specializzato in misteri, opinioni politiche, religione, etica e società ha uno stile talvolta piuttosto controverso nelle opinioni, diciamo che in genere è “ fuori dal coro”, fuori dagli schemi tradizionali