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“La corsa agli armamenti da parte delle allora potenze mondiali portarono a ben due conflitti che scatenarono l’inferno nel mondo”.

Credo che ormai sia noto il fatto che l’insidia maggiore dei nostri giorni non sia il Covid, come si vorrebbe far credere ma il pericolo di una futura potenziale guerra, ma di questo non se ne parla mai. Ormai è noto che l’umanità sia in preda ancora una volta ad una pericolosa “corsa agli armamenti”, pur trovandosi “seduta” su un arsenale nucleare fuori da ogni limite immaginabile, un arsenale atomico talmente

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vasto e potente che in caso di errore umano o di attacco nucleare effettivo, verso una potenza atomica, l’uomo sarebbe in grado di distruggere in pochissimi minuti l’intero pianeta sul quale vive. Non è il mio scopo produrre terrore con queste parole ma permettere una riflessione. Esiste ancora qualcuno che starebbe pensando che il delicato equilibrio in grado di mantenere la pace, possa essere prodotto dal possesso di un arsenale (in questo caso nucleare)almeno  in stato di parità con la potenziale potenza rivale, come sostenne Ronald Reagan negli anni della propria leadership. Tutto si fonderebbe su questo concetto. Il fatto maggiormente preoccupante è che le potenze nucleari nel mondo oggi starebbero aumentando. Il benessere crescente in alcune zone porterebbe gli stati non tanto ad investire sull’ economia produttiva o su altri settori necessari al benessere dei popoli ma porterebbe gli stati ad investire cifre da capogiro sulle pericolosissime armi atomiche. Perché questo fattore? Prima di tutto per un concetto alquanto “distorto” sul quale oggi si basa il sistema economico ovvero il fatto che la produzione di armamenti permetterebbe di fare girare il volano dell’economia. Altra causa a mia opinione il concetto precedentemente enunciato in merito all’equilibrio. Oggi per essere rispettato un grande stato deve essere temibile.  Diciamo che in un mondo di “squali vengono rispettati i più potenzialmente aggressivi”. L’umanità seguendo il concetto dell’equilibrio nel campo armamenti (tanto caro a Reagan) aumenterebbe il pericolo di un potenziale conflitto nucleare. Il benessere crescente in alcune zone del mondo starebbe mettendo a dura prova i consueti equilibri geopolitici sullo scacchiere mondiale. Personalmente credo che il fatto che potrebbe essere in grado di mantenere la pace, non sia tanto l’equilibrio nel campo degli arsenali nucleari, ma l’utopico disarmo totale e lo spostamento degli investimenti in armi alla creazione di benessere sociale e produttività. Credo che il mantenimento della pace e della vita umana possa essere consentito solamente con la messa al bando una buona volta, di tutte le armi di distruzione di massa. Quando si possedesse un’ arma prima o poi si potrebbe pensare di usarla. Dopotutto il desiderio di essere onnipotenti farebbe parte della corrotta natura umana. E’ necessario oltrettutto considerare l’errore umano un fattore non sicuro al cento per cento nel mantenimento della pace. Non sarebbe la prima volta che l’errore umano sarebbe stato in grado in passato, di portare il mondo sul filo del rasoio fra guerra nucleare e pace,

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coinvolgendo in questo caso URSS ed USA, i principali attori di una potenziale catastrofe a livello planetario. I due ordigni nucleari sganciati sul Giappone alla fine del secondo conflitto mondiale e gli effetti degli stessi non sarebbero serviti a nulla? A quanto pare a poco. Possiamo affermare che oggi più che mai il mondo sia su una corda tesa, in bilico fra la distruzione totale e diplomazia. Saremmo di fronte a nuovi equilibri, a nuovi “assetati di potere” all’entrata in scena di potenze differenti dalle consuete, nuove potenze mondiale nuovi equilibri ma sempre più delicati. Nuove armi sempre più tecnologiche e potenti farebbero la propria comparsa sul panorama dell’offesa e della difesa, così come nuove alleanze strategiche. In questo periodo possiamo affermare che la Cina, sarebbe il nuovo “grattacapo” del blocco occidentale. La Cina, una neonata potenza mondiale assetata di dominio, che starebbe facendo di tutto per ritagliarsi uno spazio di potere nel mondo, fagocitando economicamente gli stati perlopiù occidentali. Stando all’opinione degli analisti dello Zio Sam Pechino oggi sarebbe in grado se sotto attacco americano di sferrare un contrattacco difensivo, un second strike per intenderci, un “lusso” che un tempo sarebbe stato esclusiva americana e russa. A quanto pare ora la Cina sarebbe entrata a far parte del pericoloso club del nucleare. Il problema sarebbe stato evidenziato (dice Il Giornale) dal sinologo Francesco Sisci durante un’intervista al media Sussidiario.net.

“La capacità di reagire dopo un primo attacco nucleare significa che, se anche un nemico attaccasse per primo con un’offensiva nucleare, il paese sotto attacco manterrebbe una capacità di reazione per un possibile contrattacco”.

Questo particolare non sarebbe da vedersi solamente dal punto di vista della potenza degli armamenti

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ma anche dal punto di vista degli equilibri globali. In pochissimo tempo la Cina sarebbe arrivata a questo status, tramite una rapidissima corsa agli armamenti munendosi di armamenti nucleari moderni ed operativi in brevissimo tempo. Un particolare puramente politico che potrebbe portare ad un’ ulteriore motivo di preoccupazione è il fatto che la Russia, potenza nucleare per eccellenza (che in passato avrebbe cercato di mantenere rapporti equilibrati con gli USA) oggi avrebbe siglato una sorta di alleanza strategica con la vicina Cina. Praticamente il Cremlino avrebbe compreso che i propri obbiettivi geopolitici potrebbero avvicinarsi al compimento solamente tramite un’alleanza con il dragone asiatico. Tornando agli equilibri geopolitici delle potenze mondiali, gli USA si sarebbero avvicinati all’orientale Vietnam, un paese che risentirebbe dell’ azione cinese in ambito commerciale. Poter uscire da questo clima di stallo gli esperti sostengono possa essere possibile ma molto complesso, sarebbe necessario negoziare almeno nuovi limiti, per scongiurare una potenziale futura guerra. La zona orientale dopotutto è oggi abbastanza instabile. In quella parte del mondo troviamo la Korea del Nord oltre alla Cina totalitaria, e devo dire che quando si fosse in presenza di un totalitarismo imperialista, l’insidia sarebbe sempre “dietro l’angolo” ed in questo caso i totalitarismi sarebbero più di uno. Nella zona orientale del mondo, le tensioni fra oriente ed occidente non sono certamente nascoste. Sul sito “Slate” è possibile leggere che in America i militari di alto rango starebbero spingendo per una revisione totale dell’arsenale nucleare e si stima che l’operazione possa costare 1,3 trilioni di dollari da investire nel prossimo trentennio. Se questi investimenti fossero erogati per aumentare il benessere dei popoli non sarebbe una scelta migliore? Se i vari stati bandissero questo tipo di armamenti ed investissero il denaro per il benessere, quante conquiste l’umanità potrebbe raggiungere? Una manovra davvero costosa ma secondo gli esperti della difesa americana necessaria, per cercare di mantenere l’equilibrio arginando la minaccia del gigante asiatico. Stando sempre agli esperti per il momento gli USA potrebbero dormire “sonni tranquilli” dato che pur raddoppiando i propri armamenti nucleari (passando da 300 a 600 unità) la Cina sarebbe sempre in netto svantaggio, confronto al numero di missili in possesso americano che si stima possa essere più del doppio. Lo svantaggio non sarebbe in grado per ora di permettere alla Cina di attaccare per prima, ma di operare solamente un attacco difensivo.

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In questo caso ancora una volta il possesso di armi nucleari servirebbe a Pechino a scopo puramente psicologico, non come concreta minaccia. Saremmo quindi di fronte alla solita obsoleta politica sugli armamenti che prevede una sorta di deterrente in grado di assicurare un certo tipo di difesa e di equilibrio. Se volessimo guardare la cosa in profondità, la corsa cinese agli armamenti atomici sarebbe il “motore” in grado di ottenere passi avanti nell’acquisizione di un proprio potere geopolitico nella zona orientale, ma non solo, in futuro anche nel mondo, colmando le mire imperialiste mondiali del sistema totalitario comunista cinese. Credo che in un prossimo futuro non saremo più di fronte ad un equilibrio mondiale bipartito ma saremo di fronte ad un equilibrio mondiale tripartito o peggio ancora quadripartito, quando l’India inizierà la propria espansione economica. Un pericolo sempre maggiore a voler guardare, per il fatto che fra tre grandi potenze due potrebbero allearsi (come nel caso di Russia e Cina) portando il mondo in un nuovo pericoloso squilibrio mondiale.

 

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Goldfinger
Author: Goldfinger

Goldfinger è un giornalista specializzato in misteri, opinioni politiche, religione, etica e società ha uno stile talvolta piuttosto controverso nelle opinioni, diciamo che in genere è “ fuori dal coro”, fuori dagli schemi tradizionali

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