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Introduzione di GM
La rielezione di Donald Trump ha portato ad un clima di paura per i registi del NWO. Questo fattore si è notato nei tentativi di eliminare l’avversario nel consueto sistema da sempre usato per “convincere” con la forza i leader scomodi: mandarli all’altro mondo. L’America non è esente da questi sistemi assai discutibili e le elezioni americane devo ammettere non essere ultimamente poi così trasparenti.
I presunti brogli elettorali
A mia opinione (e non solo mia) il secondo mandato del Tycoon americano sarebbe stato pilotato con grande astuzia e maestria verso l’avversario, che in realtà non avrebbe vinto le elezioni in modo naturale. Forse le famiglie della “cupola” che coordina da dietro le quinte il NWO avrebbe intravisto una minaccia concreta nell’energico Presidente. A mia opinione il leader americano sarebbe davvero da vedersi come una minaccia per la “cupola” che domina il mondo attraverso inganni e sotterfugi di vario genere, nel tentativo di pilotare interi stati verso un progetto proprio, studiato secoli or sono con lo scopo del mantenimento del potere assoluto.
Il piano di riserva della “cupola”
Penso sinceramente che proprio per questa ragione a Trump, la “cupola” abbia riservato una serie di attentati in modo di non rivederlo attivo alla Casa Bianca per un secondo mandato. Il piano B se così lo si può definire, dato che Trump alla Casa Bianca si insedierà ufficialmente a gennaio del prossimo anno (fra circa un mese) ecco che la “cupola” starebbe tornando ad attaccare tramite il piano di riserva: fomentare una guerra totale con Putin tramite la questione ucraina.
In questo modo la “cupola” cercherebbe di sommergere il Tycoon con una miriade di problematiche gravissime che difficilmente riuscirebbe a risolvere, se non in parte, portando la figura di Trump ad essere in qualche modo osteggiata dallo stesso popolo che lo ha riconfermato alla Casa Bianca.
Il NWO
Il NWO ormai avrebbe i giorni contati. Il sistema sarebbe ormai morente. La “cupola” lo sa perfettamente ma non si da per vinta e proprio in questi momenti molto delicati per la stabilità mondiale diverrebbe più pericolosa. Diciamo che si tratterebbe del colpo di coda della belva ferita a morte che non intenderebbe mollare la presa. Dopotutto ci sono in gioco il potere assoluto e una valanga di denaro. Quello che è il risvolto peggiore è che ci sono in ballo la credibilità degli Stati Uniti d’America e quindi dell’intero mondo occidentale tanto cari a Trump.
Gli effetti dell’elezione di un Presidente americano variano secondo le previsioni di fiducia che gli investitori hanno sulle politiche americane. Le proiezioni che possono creare aumenti o cali della “divisa americana” (nei confronti dell’Euro) saranno legate alla previsione di una certa politica che il Presidente si prevede, imprimerà sugli Stati Uniti. Devo ammettere che Trump sia un Presidente ormai prevedibile. Questo lo si può affermare per il mandato precedente in cui la linea politica è andata verso una direzione ben specifica.
Aver vinto le elezioni americane ha portato all’America una certa ventata di fiducia. Questo lo si nota con l’aumento di valore del dollaro americano e il deprezzamento della valuta europea. Non sarebbe la prima volta che questo meccanismo accade. Se ben rammento un aumento del dollaro avvenne anche in epoca reaganiana nei confronti della Lira, quando l’attore americano si insediò alla Casa Bianca. Le previsioni sulle politiche trumpiane quindi le vedrei positivamente e in modo positivo devono averla vista anche gli investitori che hanno dato fiducia al dollaro.
Anche l’oro avrebbe perso l’8% del valore dalle elezioni americane. Anche questo particolare denoterebbe una certa linea tendente alla stabilità e alla fiducia nella politica americana futura. L’oro ricordo essere il bene rifugio per eccellenza che ultimamente sarebbe sbalzato per la prima volta a 100 dollari l’oncia negli scorsi mesi. Quando l’oro tende ad aumentare è per il fatto che l’incertezza economica o politica iniziano a farsi sentire, viceversa se il mondo tende a una stabilità oggettiva.
Pagare le scelte sbagliate
Una delle nazioni che pagheranno amaramente le proprie scelte scellerate (come la transizione ecologica, come il green forzato, come il Woke) avendo dato credito a uomini scellerati sarà ancora una volta l’Europa. Sembra che questa cocciuta nazione non impari mai dal passato. In Europa l’aumento del dollaro americano nei confronti dell’ Euro non credo porterà a dei benefici, per il fatto che l’acquisto dei carburanti per la produzione energetica avvengono in dollari e l’UE dipende dall’import dei carburanti.
Oggi non abbiamo più il salvagente della Russia che ci vendeva il gas a prezzi stracciati. Oggi la Russia commercia con una propria moneta all’interno di un proprio club: i BRICS.
L’Europa per forza di cose sarà costretta a commerciare con i soli paesi del “club” occidentale legati al dollaro, a meno che non si disgreghi e i singoli stati passino ai BRICS (sempre che vengano accettati). Potremmo quindi vedere lievitare le nostre bollette energetiche e crescere i prezzi dei carburanti, iniziando a far girare il volano verso una certa inflazione che porterà ad aumenti un po’ in tutti i settori. Dopotutto è una follia pensare di poter essere indipendenti energeticamente solamente con fonti green. A prescindere dal fatto che ci sarebbe da valutare seriamente se queste fonti inquinino meno dei carburanti fossili, pensare di poter avere dalle fonti alternative tutta l’energia che necessita ad un paese evoluto, a mia opinione sarebbe da folli. Il green per il momento non sarebbe mai in grado di permettere un’autonomia energetica totale.
Le difficoltà che potrebbero abbattersi sull’Europa nei prossimi mesi non dovrebbero sorprenderci, ne dovrebbero coglierci impreparati, dato che è lo scotto che dobbiamo pagare per avere ancora una volta, aderito a politiche economiche scellerate, per aver aderito a scelte sbagliate consigliate da uomini sbagliati che avrebbero evidentemente avuto un certo interesse nella distruzione dell’occidente.
Al mondo occidentale ottuso e corrotto ora non resterà che battersi il petto recitando un doveroso “mea culpa” e pagare lo scotto di questo cambiamento che grazie a Dio è avvenuto permettendoci di evitare il paggio (il grande reset). Ricordiamo che ogni scelta porta sempre verso una conseguenza positiva o negativa e sarà già un miracolo se una guerra totale non verrà scatenata, come “cliliegina sulla torta” della follia pura e demenziale. Una potenziale guerra totale (qualora qualcosa sfuggisse di mano alla “cupola”) si abbatterebbe soprattutto sull’Europa che pagherebbe un conto davvero salato in perdite umane ed economiche.
La soluzione per il singolo cittadino
Al singolo cittadino ora non resta che una soluzione. Prevedendo solamente il “meno peggio” ovvero un’impennata inflazionistica in modo particolare a carico dell’energia, sarebbe opportuno correre ai ripari, investendo in un impianto fotovoltaico per l’approvvigionamento energetico autonomo o semi autonomo.
Con questo stratagemma riusciremo almeno a far fronte a possibili copiosi aumenti energetici, evitando (come fu nel periodo pandemico) di vedere i costi in fattura lievitare al rialzo.
Il passato insegna?
Aver scelto l’alleanza con il male, con Hytler per intenderci, ci portò alla disfatta che si sta ripercuotendo ancora oggi, almeno per l’Italia. Aver scelto ancora una volta le politiche care a persone di dubbia onestà ci avrebbe portato alla rovina totale. Quello che sarebbe importante è sempre imparare dagli errori commessi per non errare in un’altra occasione. Nelle prossime righe la giornalista per il settore economia Lucie Gaillard parlerà dell’aumento del dollaro e delle conseguenze che si potrebbero abbattere economicamente anche sulla nostra nazione e sui nostri “Portafogli”.
Trump e l’influenza sul cambio Euro-Dollaro: implicazioni energetiche
di Lucie Gaillard
Il recente rialzo del dollaro in seguito alla rielezione di Donald Trump e alla sua politica energetica orientata al petrolio ha provocato un crollo dell’euro a 1,0742 dollari. Con la previsione di aumenti nelle bollette energetiche europee, l’impatto delle nuove misure statunitensi sarà centrale per l’economia italiana.
Cambio Euro-Dollaro: l’influenza delle politiche energetiche di Trump
La rielezione di Donald Trump ha innescato una rapida reazione dei mercati valutari: il cambio euro-dollaro è sceso a 1,0742 in risposta alle sue dichiarazioni su una politica di massima produzione energetica interna, volta a incrementare la produzione di petrolio e gas negli Stati Uniti. Trump ha ribadito la sua volontà di rendere l’America “indipendente” sul piano energetico, promettendo un raddoppio della produzione di petrolio e gas, tagli significativi alla burocrazia e incentivi per il nucleare.
Secondo i dati del Committee to Unleash Prosperity, senza le restrizioni imposte dall’amministrazione Biden, la produzione statunitense avrebbe raggiunto i 16 milioni di barili al giorno anziché i 13 milioni attuali, causando un risparmio di circa 150 miliardi di dollari. Tali politiche, che privilegiano i combustibili fossili, creano una pressione negativa sull’euro, già debole a causa della dipendenza europea dalle importazioni di energia.
Le proposte di Trump
Le proposte di Trump per rendere l’America indipendente sul piano energetico,
le iniziative promosse da Trump indicano un ritorno alle fonti energetiche tradizionali, inclusa l’apertura verso i reattori nucleari modulari, una tecnologia in fase di sviluppo che mira a garantire un’alternativa stabile e meno dipendente dalle oscillazioni del mercato fossile. Trump punta anche a facilitare il trasporto dell’energia tramite approvazioni accelerate per nuove pipeline, rispondendo alla domanda domestica e riducendo i prezzi a livello interno. Tuttavia, la reintroduzione di queste politiche espansive potrebbe riaccendere il dibattito sugli impatti ambientali, aumentando le preoccupazioni in Europa dove prevale la transizione energetica verde.
Le conseguenze per le bollette in Italia
L’impatto della politica energetica di Trump non si limita agli Stati Uniti: i riflessi si avvertono anche sulle bollette di luce e gas in Italia. Con un rafforzamento del dollaro rispetto all’euro, il costo delle importazioni di gas naturale liquefatto (GNL) e petrolio, già elevato per l’Europa, continuerà a salire. Si prevede che gli effetti indiretti di questa politica energetica contribuiranno a un rincaro del 5-10% delle bollette europee entro il 2025.
Prospettive future dell’energia in Europa
In conclusione, la politica energetica di Trump, orientata alla crescita della produzione domestica di combustibili fossili e alla riduzione della regolamentazione, promette un vantaggio competitivo per il mercato energetico statunitense ma presenta sfide per l’Europa e l’Italia, ancora fortemente dipendenti dalle importazioni. Si prevede che la tendenza attuale manterrà il dollaro forte e, di conseguenza, le importazioni più costose per l’eurozona. Nei prossimi anni i Paesi europei potrebbero intensificare gli sforzi verso fonti di energia alternative per ridurre l’esposizione ai mercati esteri e mitigare i rincari energetici previsti.
Fonte: https://www.prontobolletta.it/news/politiche-energetiche-trump/
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