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A parte il fatto che sui cambiamenti, e quindi anche sulla conversione alle autovetture verdi non si dovrebbe mai applicare sui popoli una forzatura, semmai dovrebbe essere una scelta. Dopotutto non c’è nessun allarme climatico ma se si desidera credere alle fantasie allora lo scenario cambierebbe ma solo nella mente dei sognatori. In questo caso gli artefici della follia green avrebbero pensato come sempre al ricatto proponendosi un preciso obbiettivo: il 2030 sarà finita l’era delle autovetture a motore termico. Il messaggio è questo: adeguatevi se volete andare in auto altrimenti andrete a piedi. Eravamo già avvezzi alle forzature, dopotutto il gioco iniezione o lavoro che sa di macabro che ha il sapore amaro di “dolcetto o scherzetto”, è stato applicato con grande successo e maestria.

In un sistema democratico a mio avviso è necessario poter scegliere anche se devo amaramente ammettere, che il mondo oggi non viva più in un clima democratico ma avrebbe intrapreso la strada di un sistema autoritario avallato dall’inettitudine della popolazione. Il sistema autoritario lo si nota da questi particolari: la menzogna, l’inganno e le scelte obbligate.

Foto di Blomst da Pixabay

La demenza totale legata alla forzatura delle energie “verdi” ha portato a fortissimi scompensi macroeconomici nel mondo occidentale che si potevano tranquillamente prevedere. Gli scompensi creati vedono il settore dell’automotive in oggettiva e grave difficoltà. La Germania è costretta a mandare a casa un copioso numero di dipendenti legati alla VW e ad altri marchi prestigiosi di autovetture, creando disoccupazione, che per forza di cose dovrà essere sostenuta dagli ammortizzatori sociali provenienti dagli stessi stati, in oggettive gravi difficoltà economiche. Si pensa che per rialzarsi la VW abbia bisogno di almeno tre anni di purgatorio. Un vero e proprio serpente che si morde la coda. Il sistema di forzatura dell’energia verde legato alla produzione di autoveicoli si è rivelata quello che in realtà è: una grande bufala, una ghigliottina, almeno alle condizioni energetiche in cui vertono gli stati occidentali in questo momento storico, soprattutto l’Italia.

Le condizioni per il green

Le condizioni per affidare il mondo all’energia pulita oggi non ci sono e per diversi anni lo scenario non cambierà di certo. Il progetto sarebbe stato meno impattante qualora la nostra nazione avesse installato a tempo debito le tanto osteggiate centrali nucleari, osteggiate dalla medesima fazione politica che oggi vuole ad ogni costo, che i popoli aderiscano zitti e muti alla transizione ecologica.

Se oggi fossimo in possesso di centrali nucleari, le automobili elettriche avrebbero avuto più senso. Penso che a livello economico le ferite ormai siano aperte, quindi si dovrà attendere che si rimarginino senza provocare scompensi catastrofici nelle nazioni che basano una buona parte della propria economia sull’automotive come la Germania, locomotiva europea, su cui pesa come un macigno la mancata produttività in questo importantissimo settore.

La decisione di chiudere le filiere delle vetture elettriche e tornare ai veicoli ibridi o ai motori termici, starebbe aprendo nuove frontiere in merito alla ricerca di nuovi carburanti come ad esempio tipologie di gasolio meno inquinanti e l’Idrogeno.

L’Idrogeno

L’Idrogeno potrebbe essere un alternativa all’elettrico tuttavia il processo per la produzione di Idrogeno è sempre legato all’elettricità.  Per questo l’Idrogeno sarebbe uno stretto “parente” dell’elettrico. Per produrre Idrogeno è necessario un grande consumo energetico per il necessario processo elettrolitico e quindi, in assenza di un certo quantitativo di energia “pulita” sarà ancora necessario ricorrere al greggio e derivati.

Cosa avremmo risolto quindi? Nulla di positivo. Qualcosa di positivo potrebbe avvenire in futuro, fermo restando l’approvvigionamento energetico dal nucleare che offrirebbe energia in grande quantità e a basso costo.

La demenza colorata di verde quindi prosegue all’apparenza senza ragionare. Per questo inizio davvero a pensare che i veri motivi della transazione ecologica possano essere altri, ben lontani dalla tanto sbandierata questione green e dai fantasmi dei cambiamenti climatici esasperati dalla tecnologia HAARP.

La nuova strada

Penso sinceramente che prima di avere un nuovo obbiettivo sia necessario conoscere alla perfezione la strada che porta alla meta, quindi anche tutte le possibili difficoltà della nuova strada. Solo allora sarà possibile intraprendere un nuovo viaggio, su una strada nuova e un nuovo obbiettivo. Nelle prossime righe la giornalista della sezione economia Teresa Monaco, parlerà del primo aeromobile alimentato a idrogeno

Climate Impulse: il primo volo globale a zero emissioni con idrogeno verde

Climate Impulse, in programma per il 2028, rappresenta una svolta storica nel settore dell’aviazione sostenibile. Sarà il primo volo intorno al mondo senza scalo alimentato esclusivamente con idrogeno verde. La società tecnologica Syensqo ha sviluppato materiali innovativi per migliorare l’efficienza energetica del velivolo, contribuendo alla decarbonizzazione del trasporto aereo mediante l’uso di fonti energetiche rinnovabili come l’idrogeno.

Climate Impulse: innovazione per un’aviazione sostenibile

Climate Impulse è un progetto rivoluzionario nell’ambito dell’aviazione, che mira a realizzare il primo volo non-stop attorno al mondo utilizzando un aereo alimentato da idrogeno verde. Questo dimostrerà come le energie rinnovabili possano affrontare il problema delle emissioni di CO₂ nel settore aeronautico. Il volo sarà guidato dall’esploratore svizzero Bertrand Piccard e dall’ingegnere Raphaël Dinelli.

La collaborazione con Syensqo è cruciale per affrontare le sfide tecnologiche del progetto, tra cui il mantenimento dell’idrogeno liquido a temperature estremamente basse, fino a -253°C, e la progettazione di serbatoi termici specifici per garantire la sicurezza durante il volo.

Il primo volo non-stop di nove giorni è programmato per il 2028. La linea del tempo seguente mostra le principali fasi del progetto, dall’inizio fino alla sua realizzazione.

 

Idrogeno verde e materiali innovativi

L’idrogeno verde, prodotto tramite elettrolisi alimentata da energia solare ed eolica, è al centro del progetto. Questo processo non genera emissioni di CO₂, contribuendo così a ridurre significativamente l’impronta di carbonio dell’aviazione, settore tradizionalmente ad alta intensità di inquinamento. Le celle a combustibile dell’aereo trasformano l’idrogeno in energia elettrica per alimentare il motore, garantendo emissioni quasi zero durante il volo e dimostrando l’efficacia delle fonti rinnovabili per operazioni a lungo termine.

Syensqo ha sviluppato materiali avanzati che migliorano le prestazioni dell’aereo, incrementando la densità di potenza delle celle a combustibile. I materiali includono:

  • Compositi strutturali leggeri e resistenti per fusoliera, ali e serbatoi di idrogeno, progettati per migliorare la resistenza e ridurre il peso.

  • Pellicole e adesivi ad alte prestazioni che aumentano l’efficienza energetica complessiva, permettendo di ridurre ulteriormente il peso del velivolo.

Queste soluzioni garantiscono una struttura resistente alle sollecitazioni meccaniche e alle variazioni termiche, migliorando la sicurezza e la stabilità, soprattutto per voli a lungo raggio.

Climate Impulse vs. voli convenzionali

Climate Impulse punta a ridurre drasticamente le emissioni di carbonio e il consumo energetico rispetto agli aerei tradizionali, alimentati da combustibili fossili. Questi ultimi sono noti per produrre elevate emissioni di CO₂ e altri inquinanti, oltre a consumare molta energia. L’adozione dell’idrogeno verde permette di minimizzare l’impatto ambientale.

Prospettive e impatto globale

Climate Impulse offre un’occasione unica per spingere l’adozione dell’idrogeno verde nell’aviazione, inviando un segnale chiaro a industria e governi per incentivare investimenti nelle infrastrutture e tecnologie sostenibili. L’innovazione introdotta può trasformare la mobilità sostenibile, applicandosi anche a treni e navi, riducendo le emissioni globali e avvicinando gli obiettivi climatici.

Il progetto può abbassare i costi delle tecnologie per l’idrogeno e migliorare l’efficienza dei trasporti, accelerando la transizione energetica e supportando la mobilità sostenibile su larga scala.

Oltre a innovazioni di questo tipo e alla scelta di voli a basso impatto, anche nel quotidiano possiamo fare del nostro meglio per prepararci a un futuro più sostenibile. A tal proposito, è essenziale migliorare l’accessibilità ai servizi energetici, come avviene con le offerte di Plenitude o con le tariffe di Withu e PureGreen, che mirano a rendere il passaggio a fonti rinnovabili più conveniente.

Fonte: https://www.prontobolletta.it/news/climate_impulse_primo_volo_idrogeno_verde/

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Author: ospite ospite

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