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Per tornare sul tema automobili leggendarie riprenderemo un marchio italiano, un marchio di cui non si parla spesso ma che ha realizzato nel tempo automobili davvero molto curate nelle linee oltre che negli interni, creandosi l’aurea di automobili italiane di lusso: La Lancia. Questa casa di produzione di autoveicoli italiani eleganti nacque ad inizio secolo precisamente nel 1906. La fabbrica recherebbe il nome del proprio fondatore: Vincenzo Lancia. Interessante però sapere che Vincenzo Lancia fu un collaudatore della Fiat ma non solo, il fondatore della Lancia fu anche un famoso ed appassionato pilota. Ad inizio secolo il pilota e fondatore della Lancia pensò di fondare nella città di Torino la famosa casa automobilistica italiana, le cui vetture destarono subito una certa ammirazione ed un buon interesse. L’interesse e la passione che ricevettero le automobili fece in modo che Vincenzo Lancia potesse applicare ai propri modelli di vetture una certa tecnologia, frutto della propria esperienza di pilota. Desidererei ricordare che in quei tempi passati i piloti automobilistici in genere erano anche esperti meccanici. I vari modelli dei veicoli Lancia vennero battezzati in un modo piuttosto inusuale ovvero con le lettere dell’alfabeto greco su consiglio del fratello di Vincenzo, Giuseppe, un professore di lettere e noto appassionato di cultura greca. Nel 1907 uscì il primo marchio in possesso di una particolare L più grande e sfalsata. Pochi anni dopo, nel 1922, il marchio fu modificato in un logo di forma circolare con bandiera e volante. Un particolare curioso delle prime Lancia fu l’acceleratore a mano che nel caso di questi autoveicoli fu posizionato sulla razza destra del volante, questo particolare accessorio molto importante per l’accensione dell’autoveicolo venne mantenuto per alcuni modelli di autovetture ma in seguito venne eliminato. Nel 1934 sul radiatore della bellissima Lancia Augusta, per puri motivi estetici fu posizionato il marchio circolare inserito su un disegno a forma di scudo, riprendendo uno stile ed un disegno precedentemente realizzato nel 1911, un marchio in questo caso che sarebbe sinonimo di tradizione e di eleganza, un disegno che con il tempo diverrà parte dello stesso marchio Lancia. Nel 1969 come accadde anche per altri brand automobilistici anche gloriosi la Lancia venne acquisita da un marchio più grande e potente, ma pur sempre italiano: la FIAT. Nel 1972 la Lancia uscì con un nuovo modello: la Beta. Per questo veicolo venne scelto un marchio risalente al 1907 ma nella versione restilyng. In anni più recenti ovvero nel 1981 Massimo Vignelli recuperò il marchio storico della Lancia, quel marchio con fondo blu ed a forma di scudo recante la bandiera e la lancia stilizzate e sovrapporte al volante. Nel recente 2001 il marchio Lancia non sarebbe radicalmente cambiato, Maurizio Di Robilant, tuttavia si adoperò per una modernizzazione leggera. Per una particolare strategia di marketing la Lancia sentì l’urgenza di rivedere la propria immagine dati i significativi cambiamenti che il futuro avrebbe certamente portato nel settore degli autoveicoli quindi, nel 2007 diede una ringiovanita al marchio e per questo progetto ancora una volta diede l’incarico di un ulteriore restilyng a Maurizio Di Robilant che collaborò in questo caso con il Centro Stile Lancia. Il nuovo restilyng portò il nuovo marchio a riprendere due elementi del passato. In questo caso riprese l’antico colore blu ma anche il caratteristico scudo, che non venne escluso, ma valorizzato. Una miglioria di quegli anni fu un particolare lavoro di alleggerimento del marchio sul zona volante. In questo caso venne cancellata la famosa lancia stilizzata con la bandiera che furono presenti in passato. La coppia di punte verticali (in basso ed in alto al nuovo marchio)in questo caso hanno un puro ruolo funzionale ovvero sarebbero necessari per costringere il guidatore della vettura a concentrarsi con lo sguardo sul marchio reso in questo caso, tramite un sapiente restilyng, alleggerito e ritoccato in modo da rendere il nome LANCIA maggiormente di spicco. Per quanto riguarda le competizioni è necessario affermare che le autovetture di questo storico marchio italiano si sarebbero ben distinte nel panorama corsistico internazionale nei primi anni di vita, tuttavia il fondatore della casa automobilistica torinese nonostante fosse un pilota davvero appassionato non ritenne opportuna la partecipazione diretta alle varie competizioni, forse per il fatto che un maggiore impegno tecnico avrebbe potuto secondo lui nuocere alla qualità delle vetture di serie. In effetti Lancia non fu produttore di supercar ma piuttosto di automobili di tipo berlina di grande eleganza. Molto raramente Lancia fu pilota dei propri veicoli, tuttavia nonostante la politica aziendale non fosse molto propensa al settore corse la Lancia nel 1908 vinse il primo posto di classe sui 20 Km del percorso rettilineo Pavia – Bovolenta. In questo frangente la vettura mantenne una media nei 10 Km previsti di una velocità di quasi 89 km/ora. mentre nel 1910 a Modena riuscì ad ottenere la prestazione migliore della propria categoria, una serie di autoveicoli con alesaggio da 95 a 100mm. In questa competizione la Lancia ottenne un tempo davvero buono attestandosi con 117,280 Km/ora di media oraria. Nel 1908 la Lancia ebbe due buonissimi risultati un USA. In quell’anno per merito di William Hilliard la vettura si affermò ottenendo una buona terza posizione a Long Island partecipando alla Meadowsbrook Sweepstakes. Il 25 novembre partecipò alla international Light Car Race in Georgia con ottimi risultati. Nel 1909 fu la volta della IV Targa Florio che con alla guida Guido Airoldi si aggiudicava la terza posizione. La settimana successiva in una competizione modenese che prevedeva il “miglio lanciato” il pilota Gerolamo Radice alla guida di Lancia ottenne il primo posto nella terza categoria a 90,951 Km/ora. Importante sapere che nella stessa competizione anche Armando Bacchi con una seconda vettura Lancia si posizionò quarto di categoria. Nel 1909 alla rinomata risalita francese Mont Véntoux Lancia si aggiudicava un posto di assoluto riguardo nella propria classe di autoveicoli percorrendo in salita 21.600 metri in 20 minuti e 15 secondi con una buonissima media oraria: 63.978 Km/ora. In questa gara il risultato fu davvero eccezionale tanto da inserire la Lancia nella classifica assoluta. Sempre lo stesso anno la Lancia si comportò in modo egregio anche in UK dove una vettura da 12HP vinse una gara ad handycap, sempre in salita nel Galles. Nel mese di giugno una Lancia guadagnerà una seconda posizione nella corsa in salita di Rivington Park ma anche una vittoria nello Scottish AC Trial. Nel 1910 Lancia ottenne l’ affermazione maggiore nel Tiedmann Trophy. L’anno successivo (1911) Cortese ottenne una piazza d’onore nella VI edizione della famosa Targa Florio sul circuito delle Madonie su un percorso notevole: 447Km. mentre nello stesso anno Tognazzi guadagnava il terzo posto di classe al Mont Ventoux, in ottobre Gore Browne il secondo posto a Brookland. Nel super impegnativo giro di Sicilia l’equipaggio Garretto – Giuglielmetti ottennero nel 1912 il secondo posto assoluto. In questa competizione davvero massacrante anche una seconda autovettura Lancia si aggiudicava la settima posizione. Nel 1913 Sempre al Giro di Sicilia Lancia si comportò egregiamente, tuttavia nel corso della competizione la vettura uscì di pista riuscendo a proseguire nonostante uscisse malconcia dall’incidente per di più con una falla nel serbatoio che grazie ad un tappo di sughero donato da alcuni contadini della zona venne tappata dal pilota. Nonostante la riparazione improvvisata la Lancia si piazzò dal terzo all’ottavo posto con un risultato a mia opinione non male dato l’inconveniente. Nonostante la Lancia non realizzasse prettamente veicoli da corsa comunque sia si fece onore portando a mia opinione ancora una volta l’Italia ad essere annoverata fra i migliori produttori di autoveicoli, vetture davvero affidabili e performanti in grado di reggere su lunghe piste esasperanti nelle salite ma anche veloci come il vento nei rettilinei della grande pianura padana.