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ECONOMIA ITALIANA A RISCHIO

L'ITALIA NEL MIRINO VERDE

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Caro energia per le imprese italiane

Uno dei metodi infallibili per creare crisi, inflazioni e altre “disgrazie economiche”, per permettere che i prezzi in generale lievitino anche oltre il limite della decenza erodendo denaro ai cittadini e alle imprese è far leva sul prezzo dell’energia. L’energia è quel mezzo subdolo che il sistema finanziario usa da sempre per riuscire nei propri progetti non certo molto chiari. Dopotutto siamo ben consapevoli che qualora aumentasse il prezzo dell’energia subito inizierebbe una corsa al rialzo dei prezzi di ogni cosa. Qualora il sistema finanziario per qualche ragione desiderasse di tenere soggiogata l’economia di uno stato dovrebbe iniziare ad utilizzare l’arma dell’energia. In questo modo i popoli saranno alla mercè del potere finanziario, come pure le proprie economie. Tramite i prezzi dell’energia oggi è possibile portare le economie degli stati ad essere floride, viceversa sarà possibile affossarle in brevissimo tempo. Non solo affossare le economie degli stati è fattibile tramite i costi dell’energia. Anche innescare un processo fallimentare degli stati presi di mira potrà divenire una realtà sempre iniziando dai i costi energetici.

L’Italia

Per quanto  riguarda l’Italia non è una novità. Gli italiani sono da sempre prede e vittime del sistema finanziario che gioca elegantemente a tenere frenata l’economia nazionale, con lo scopo di avvantaggiare altre nazioni europee che potremmo definire “competitor”. Questo sistema viene attuato in vari modi, uno dei quali, aumentando appunto i costi dell’energia e dei carburanti. Un alleato del sistema finanziario è anche la mancata corsa alla modernizzazione in vari settori come ad esempio i trasporti su gomma che in Italia rimangono dominanti producendo costi maggiori che utilizzando altri mezzi. Per la modernizzazione non ci sono mai fondi. Anche questo fa parte del gioco. Con la questione della follia green è normale pensare che le imprese maggiori debbano chiudere in un certo lasso temporale. Dopotutto è quanto gli ideologi della follia verde desidererebbero offrirci: mancanza di lavoro, sussidi al minimo senza far nulla, imprese inesistenti e tutto pur di appagare la propria follia mentale e dar quindi pace, alla propria psicopatia ma soprattutto iniziare un’altra follia ben più pericolosa per il mondo libero: Il dominio totale. Nelle prossime righe, l’articolo di Oscar Pacheco ci permetterà di capire la tendenza dei costi dell’energia oggi in Italia.

Italia e caro energia

Caro energia per le imprese italiane: 9.9% in piú rispetto alla media europea

Il costo dell’energia sta diventando un fardello sempre più pesante per le aziende italiane, in particolare nelle regioni di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, dove si concentra una buona parte del tessuto produttivo del Paese. Questo fenomeno minaccia non solo la competitività delle imprese, ma anche la stabilità economica delle comunità locali.

Energia a livelli record: le cause dei rincari
La crisi energetica che sta investendo l’Europa ha radici in molteplici fattori:

Le tensioni geopolitiche
Le difficoltà di approvvigionamento
L’aumento della domanda globale
hanno spinto i prezzi dell’energia a livelli record.

In Italia, la situazione è ulteriormente aggravata dall’elevata dipendenza dal gas naturale importato e dall’imposizione di tasse e accise che gravano in modo significativo sulle bollette energetiche.

L’impatto sulle aziende a livello nazionale e regionale

Le conseguenze di questi rincari hanno conseguenze non banali per le aziende locali, in particolare per i settori che consumano grandi quantità di energia, come la manifattura e la metallurgia. Non riparmia neppure le aziende dello stesso settore energetico come Wekiwi o Plenitude.

Molte imprese stanno vedendo ridursi drasticamente i margini di profitto, rendendo difficile pianificare investimenti futuri e mantenere gli attuali livelli occupazionali. Per le PMI, che rappresentano il cuore del tessuto industriale italiano, l’aumento dei costi sta portando a un rischio concreto di chiusura.

A livello regionale, la Lombardia, il Veneto e l’Emilia Romagna, a causa della loro elevata concentrazione di imprese, sono le regioni più penalizzate: queste aree affrontano costi energetici che superano del 30-35% quelli di altri Paesi europei, riducendo la capacità di competere sul mercato internazionale. Ciò sta portando molte aziende a spostare parte della produzione all’estero, in aree dove il costo dell’energia è più competitivo.

Le possibili soluzioni per contrastare gli aumenti

Per far fronte a questa crisi, molte aziende stanno cercando di adottare soluzioni alternative, tra cui l’autoproduzione di energia rinnovabile attraverso impianti fotovoltaici e l’ottimizzazione dei consumi con tecnologie più efficienti. Tuttavia, queste soluzioni richiedono investimenti iniziali importanti e tempi di implementazione lunghi, difficili da sostenere senza un aiuto governativo. Il mondo imprenditoriale e le associazioni di categoria stanno facendo pressioni sul governo per ottenere interventi mirati. Tra le proposte, vi sono la riduzione delle accise, l’introduzione di agevolazioni fiscali per le imprese che investono in fonti rinnovabili e l’avvio di un piano nazionale per la transizione energetica che coinvolga tutto il sistema produttivo.

Fonte: https://www.prontobolletta.it/news/caro-energia-imprese-italia/

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Author: ospite ospite