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SFIDA NEI MARI ITALIANI di Goldfinger

VENTI DI GUERRA?

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L’Italia potrebbe sembrare una penisola benedetta e devo dire che dalla fine del secondo conflitto mondiale lo è stata, considerato il fatto che proprio per l’importanza geopolitica che abbiamo, facciamo e sempre faremo, “gola” alla maggior parte degli stati più o meno belligeranti ed assetati di potere. Dopotutto siamo una vera e propria oasi di pace circondata da zone ad alto rischio di guerra, zone “bollenti” da sempre, zone che potrebbero esplodere, entrare in conflitto da un momento all’altro. L’ Italia è il centro del mondo. Per il momento comunque grazie a Dio la “seconda Gerusalemme” come oserei chiamare l’Italia, resta una zona pacifica non neutrale purtroppo, ma in apparente pace. Dico apparente per il fatto che la vendita di armi all’Ucraina non è certo un fattore che denota il sostegno di una linea di pace. Il coinvolgimento, anche indiretto, a questo conflitto potrebbe essere in grado di minare la pace, tuttavia per il momento resta in un clima abbastanza tranquillo. Quello che è necessario fare è pregare Dio perchè qualcosa non sfugga di mano, perchè una pericolosa ed ipotetica escalation del clima di guerra non ci tocchi. Sappiamo tuttavia che il gioco che staremmo giocando è pericoloso. Chi gioca con il fuoco prima o poi si scotta. Dopotutto il conflitto vero è fra due potenze nucleari mondiali. Se il fattore Ucraina sfuggisse di mano, allora anche l’Italia potrebbe essere coinvolta direttamente. Ricordo che il popolo italiano non desidera alcuna guerra.

Foto di David Mark da Pixabay

Forse il popolo italiano è uno dei pochi al mondo ad essere davvero pacifico. Forse ha maturato più di altri il concetto di vera pace. Per questa ragione penso che il popolo italiano non sia per nulla concorde con le scelte del governo di vendere armi all’ Ucraina, per di più per minacciare uno stato da sempre amico come la Russia, tirata in ballo a mia opinione da ipotetici sotterfugi politici e militari creati con lo scopo di farla reagire e quindi imporre al mondo il NWO. I governi che ultimamente hanno condotto l’ Italia al “macello” economicamente, si sarebbero dimostrati sempre più nemici del popolo italiano, creando una pericolosa frattura fra governo e popolazione. Questo particolare lo avrebbero dimostrato facendo quanto che il popolo non avrebbe desiderato, ma ciò che i poteri forti chiederebbero. I poteri forti oggi sarebbero i reali governatori dell’ America. Essi tentano di imporre al mondo le regole dittatoriali de NWO.

Inizio con questo prologo per introdurre una news che non farà certamente piacere ma che desterà oggettive preoccupazioni. La news è stata pubblicata dal collega Nicola Porro sul proprio blog “zuppa di Porro”, un blog che starebbe cercando di andare un po’ controtendenza dalla “zuppa del mainstream”. La notizia descrive manovre militari che continuerebbero vicino a casa nostra. Manovre piuttosto inquietanti a dire il vero. Il mare Adriatico in questo periodo sarebbe divenuto una sorta di zona da il “braccio di ferro” fra due titani, la Russia di Putin e l’America “di Biden”. Da giorni sembrerebbe essere in atto una sorta di “battaglia navale” tattica fra le navi di Mosca e quelle di Washington. A quanto pare Putin sarebbe intenzionato ad attuare una tattica “muscolare” nei confronti dell’antagonista americano. Per arrivare a questo è necessario per Mosca controllare l’accesso al Bosforo in modo da condizionare le rotte delle navi del Patto Atlantico. Come riportato dal media Repubblica sarebbe stata lanciata l’ operazione denominata “blocco dell’ Adriatico”. Si tratta appunto di una manovra in grado di andare un po’ oltre le ostilità di sempre, tipiche della cosiddetta guerra fredda. Praticamente le zone adriatiche poco lontane dall’ Italia sarebbero divenute teatro di una spedizione formata da più navi come la nave da caccia “Ammiraglio Tributs” dall’ incrociatore “Veryag” e dalla nave spia russa “Vasily Tatishchev” che per la prima volta vede bagnato lo scafo da acqua adriatica. L’obbiettivo ? Semplice, presidiare la zona che va dall’ Abruzzo alla Puglia estrema, Otranto per capirci.

Foto di Hasan Çilingir da Pixabay

Il principale obbiettivo di questo terzetto composto da navi da guerra Russe, non di concezione modernissima ma realizzate durante l’impero Soviet, equipaggiate di modernissimi armamenti che le rendono comunque temibili, sarebbe la portaerei nucleare “Harry S. Truman”, ammiraglia della NATO, di stanza nel mar Mediterraneo. Come spiegato sul blog “Zuppa di Porro” le navi di Mosca per il momento starebbero svolgendo il compito di “ombreggiare”, ovvero star vicino alle navi NATO in modo da controllarne le operazioni. In questi ultimi giorni tuttavia le navi di Putin avrebbero superato questa tattica tipicamente militare adoperandosi per la creazione di uno sbarramento alla portaerei americana nell’ Adriatico. Come spiegato nelle righe precedenti le pur anziane navi russe sarebbero piuttosto temibili, proprio per l’equipaggiamento moderno che le contraddistingue e che ora analizzeremo. il “Varyag”, spiega Porro, è il gemello del “Moskva” un incrociatore della flotta russa affondato nel recente 14 aprile dagli ucraini. In questo caso la nave gemella, di stanza presso i mari italiani disporrebbe di una serie di missili a lungo raggio del tipo P-1000 Vulcan, studiati per una gittata di 500 Km, in grado di raggiungere una velocità di oltre 3 mach, ovvero tre volte il muro del suono. I missili della “Varyag” sarebbero stati progettati proprio con lo scopo di distruggere, in caso di guerra, le portaerei USA. L’ultima nave russa “Ammiraglio Tributs” è un caccia anti sottomarino che ha lo scopo di proteggere da eventuali attacchi aerei, ma anche subacquei, oltre che intercettare i missili Cruise. la “Varyag” e l’Ammiraglio Tributs” apparterrebbero alla flotta del Pacifico. Per arrivare nei nostri mari con l’obbiettivo di seguire le manovre americane e rafforzare la flotta mediterranea per un eventuale escalation della questione Ucraina, le navi russe sarebbero partite da Vladivostok lo scorso dicembre. il terzetto di navi militari di Mosca formerebbe niente meno che la punta d’attacco della marina russa, che si muove dalla Siria verso occidente, per il fatto che oggi sarebbe impossibile, per le navi russe, sfruttare il comodo approdo nel mar Nero. Nella la strategia russa il mare Adriatico risulterebbe una zona particolarmente importante proprio per l’estrema vicinanza al teatro di guerra ucraino.

Foto di WikiImages da Pixabay

Dai mari italici potrebbero partire in teoria gli aerei della portaerei americana ma anche i missili cruise degli incrociatori USA. Stando all’ agenzia ANSA in un articolo dello scorso anno l’ammiraglio italiano Enrico Credendino ricordava che 18 navi russe ed un paio di sottomarini strategici, facevano rotta proprio verso i nostri mari. Oggi proprio questa zona importantissima per la strategia militare (come d’altronde strategica è l’Italia stessa da sempre) starebbe divenendo davvero bollente. Si spera che qualcosa non sfugga di mano. Quando ci sono di mezzo armi letali, guerre e sfide, basterebbe un nonnulla per produrre l’irreparabile. Durante le manovre l’ incrociatore americano “Sherman” sarebbe entrato in campo in difesa per fronteggiare la “Varyag” in una sorta di duello a circa 100Km l’una dall’altra, proprio nella zona poco distante da capo di Santa Maria di Leuca. Spostata di poco verso sud, in quel momento era stanziata la “Truman” con circa 60 cacciabombardieri F18 Hornet e la propria scorta. Il 25 Luglio nel mezzo alla prova di forza si era riunita la squadra della NATO, lo Standing Maritime Group Two, munito di caccia, fregate americane, spagnole, italiane e greche a protezione della portaerei USA. La Ammiraglio Tributs e Varyag erano tenute sotto controllo dai droni spia Global Hawk da un sottomarino italiano ma anche da aerei da ricognizione USA ed italiani. Lo spiegamento difensivo della NATO avrebbe prodotto una ritirata della nave russa verso lo Ionio nei pressi della Grecia. Il Mediterraneo tuttavia resta un luogo potenzialmente “caldo”. In questo mare naviga una seconda formazione russa. Un incrociatore classe Slava, quattro navi da guerra e due sommergibili classe Kilo con missili a lungo raggio Kalibr. Questo manipolo di natanti si muoverebbe fra la Siria (Tartus) la sola base russa del mediterraneo dopo la chiusura del Bosforo in un continuo controllo

Foto di Margitta Wünsche da Pixabay

della zona che va dal Bosforo a Suez, proprio le rotte che permetterebbero alla Russia l’export di greggio e l’import da stati lontani dalla NATO, producendo una sfida continua fra Russia e Usa a distanze davvero ravvicinate. Dalla portaerei americana decollano di continuo dai 60 ai 90 aerei militari con lo scopo di pattugliare la zona anche se la “Truman” verrà a breve rimpiazzata dalla “George H.W Bush” che ritornerà in mare dopo un biennio dovuto alla manutenzione. Certamente la tranquillità dei mari italiani, rivolti verso la Russia sembrerebbe essere in pericolo ancora per qualche tempo. Si spera, ripeto, si possa trattare solamente di prove “muscolari” e che queste rimangano confinate in una strategia teatrale atta a dimostrare la propria potenza militare da ambo le parti. Se così non fosse vorrebbe dire correre il rischio di trasformare lo scoppio di un “petardo” in un potenziale conflitto mondiale che potrebbe portare nuove ed antiche alleanze, in una terza guerra mondiale la cui escalation meglio sarebbe se solamente rimanesse confinata nella macabra immaginazione degli scrittori delle tante storie di guerra.

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Author: Goldfinger

Goldfinger è un giornalista specializzato in misteri, opinioni politiche, religione, etica e società ha uno stile talvolta piuttosto controverso nelle opinioni, diciamo che in genere è “ fuori dal coro”, fuori dagli schemi tradizionali