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Se n’è parlato tanto. L’Italia con il referendum del 2011 avrebbe dimostrato la propria avversione per il nucleare.Tuttavia il mondo specialmente il nostro mondo, quello occidentale per internderci, necessita per forza di cose di una grande dose di energia giornaliera. Non esistono solo il greggio, il gas o il carbone, l’olio che possono produrre energia. Anche altre sostenze sono in grado di fornire energia all’occidente e l’Uranio è una di queste. Nonostante tutto toglietevi dalla testa l’enegia verde non inquinante. A prescinNon esiste energia priva di inquinamento. Direttamente o indirettamente produrre energia inquina. E’ una legge fisica, che ci volete fare? Solo uno sprovveduto potrebbe credere al fatto che esistano fonti di energia non inquinanti. Per produrre energia è necessario trasformare in energia determinate sostanze o determinati minerali come il greggio oppure l’Uranio. In questo caso si ottiene energia. L’energia verde proveniente dal fotovoltaico non inquina direttamente ma inquinerà indirettamente quando gli impianti dovranno essere smaltiti per forza di cose al momento in cui diverranno esausti, improduttivi. L’eolico funziona solamente in perenne presenza di vento quindi non è possibile installare impianti eolici in ogni dove, se il vento non c’è la pala si ferma. Insomma se vogliamo energia continua ed a prezzi abbordabili è necessario trasformare la materia in energia e farlo inevitabilmente inquina. Il fattore cambio climatico è fisiologico nel pianeta Terra per il fatto di essere vivo, essa non è malata come vorrebbero far credere incolpando il genere umano. Ci sono state glaciazioni, Dio non voglia che ritornino, e periodi tiepidi come il nostro. E’ inevitabile; se così non fosse ci saremmo già estinti morendo insieme al nostro amato pianeta.
La colpevolizzazione della civiltà altro non sarebbe che una strategia illusoria per raggiungere obbiettivi che solo i registi del plagio conoscono. Questi concetti sull’inquinamento li sostengono gli uomini di scienza onesti, non io. RIcordiamoci bene di una cosa: non sono le bombe atomiche a decretare il potere di una nazione ma il potere mediatico. La nazione che avesse il totale controllo dei mezzi di informazione deterrebbe il potere totale. Non ci credete? Se così non fosse come avrebbero potuto convincervi a fare la parte dei topi bianchi per un siero genico sperimetale pieno di incognite sul futuro che in realtà, starebbe producendo puntualmente malati e morti a non finire come Montagnier aveva previsto? Ragionate una buona volta. Se ne son dette di tutti i colori per contrastare le centrali atomiche tuttavia se vogliamo ottenere una certa autosufficneza energetica ecco che diviene necessario tornare a parlare di Uranio e di centrali atomiche. Certo il rischio esiste, come esiste il rischio che passeggiando per strada possa essere investito. Abbiamo la Russia ed il Giappone come esempi. Tuttavia se una centrale atomica francese perdesse sostanze radioattive, essendo costruita sul confine italiano, l’Italia sarebbe la prima a farne le spese quindi, tanto vale averle noi le nostre centrali e non comprare dalla Francia l’energia a costi fin troppo alti. A mia opinione fino a quando la fusione nucleare pulita diverrà una vera e propria realtà le centrali atomiche ci potranno aiutare. Quello che lascia l’amaro in bocca e che conferma le nostre teorie (forse per taluni complottistiche) è il fatto che gli italiani nel 2011 votarono contro il nucleare. A questo punto, se entro il 2030 il nucleare diverrà una realtà, a cosa sarebbe servito esprimere il parere popolare? A cosa sarebbe servito il referendum? La solita farsa del voto che non serve a nulla se non ad illudere di essere in un clima democratico. Nelle prossime righe si parlerà proprio di questo: il ritorno del nucleare in Italia. (introduzione di Goldfinger)
Ritorno del nucleare in Italia nel 2030: verso l’indipendenza e la sostenibilità energetica
Nei prossimi anni, l’Italia potrebbe vivere un cambiamento rivoluzionario nel campo dell’energia. Con l’ultima manovra approvata dalla Camera, nel 2030 si potrebbe assistere a un ritorno dell’energia nucleare che aprirebbe la strada verso l’indipendenza e la sostenibilità energetica. Il ritorno del nucleare significherebbe una possibile rivoluzione per il settore energetico che potrebbe rendere l’Italia più indipendente e ridurre indirettamente il prezzo del gas. Ma sarà davvero la soluzione che garantirà un futuro energetico più prospero o ci saranno rischi che non possiamo ignorare? Il nucleare in Italia: una soluzione contro costi elevati e dipendenza esterna. La Camera dei Deputati ha approvato una mozione che impegna il governo italiano a considerare il nucleare come fonte alternativa e pulita nel suo mix energetico. Presentata da Azione e Forza Italia e sostenuta da Lega e Fratelli d’Italia, l’iniziativa mira ad accelerare il processo di decarbonizzazione del paese e a valutare l’inclusione di reattori nucleari di quarta generazione di piccole dimensioni nel sistema energetico.
L’obiettivo è anche quello di aderire all’Alleanza per il nucleare europea e intensificare la ricerca sui reattori a fissione nucleare innovativi. Si prevede che l’Italia possa iniziare a produrre energia nucleare già a partire dal 2030 e sviluppare la tecnologia per la fusione nucleare. L’Italia sta valutando l’opportunità di reintrodurre l’energia nucleare nel suo mix energetico come parte della strategia di decarbonizzazione. Marco Ricotti, presidente di CIRTEN e esperto di impianti nucleari, sottolinea l’importanza di posizionare l’iniziativa nucleare italiana in un contesto europeo di collaborazione strategica. Inoltre, Ricotti fa notare che il nucleare rientra già nella tassonomia verde ed è responsabile di circa la metà dell’elettricità green prodotta in Europa. Secondo Ricotti, affidarsi esclusivamente alle fonti rinnovabili potrebbe comportare costi elevati per i cittadini europei e una dipendenza eccessiva da materie prime controllate da altri paesi. Inoltre, sottolinea che esistono soluzioni per la sicurezza e lo smaltimento delle scorie nucleari che sono già adottate da paesi che utilizzano l’energia nucleare. Lo scenario nucleare europeo: la situazione in Finlandia, Germania e Regno Unito
Finlandia, Germania e Regno Unito presentano prospettive diverse sulla questione nucleare. In Finlandia, è stato inaugurato l’impianto nucleare Olkiluoto 3, il più grande d’Europa, dopo diversi ritardi. Questo rappresenta un’eccezione rispetto alla tendenza di altri paesi europei, dove l’opposizione al nucleare è in aumento. Insieme agli altri due reattori sull’isola di Olkiluoto, il nuovo impianto produrrà circa un terzo dell’elettricità consumata nel Paese. La Finlandia ha scelto l’energia nucleare come parte della sua transizione verso la neutralità del carbonio, riducendo così la vulnerabilità alle interruzioni dell’approvvigionamento energetico. D’altra parte, la Germania ha chiuso le sue ultime tre centrali nucleari nel 2011, a seguito della catastrofe di Fukushima, con un certo ritardo causato dalle conseguenze della guerra in Ucraina. Attualmente, il nucleare contribuisce solo al 4% del fabbisogno di elettricità del Paese, mentre il 51% proviene da fonti rinnovabili in crescita e il 28% dal carbone. La Germania sta cercando alternative al gas russo per il suo bilancio energetico.
Nel Regno Unito, invece, si sta investendo nella ricerca e nello sviluppo della fusione nucleare terrestre, puntando a diventare il primo Paese al mondo ad avviare un reattore a fusione nucleare entro il 2040. Il progetto chiamato STEP fa parte dell’iniziativa internazionale di ricerca sulla fusione ITER e mira a costruire un prototipo innovativo. Il Regno Unito punta a diventare un punto di riferimento nella scienza e nella tecnologia della fusione nucleare, ottenendo vantaggi economici e creando posti di lavoro. Allo stesso tempo, l’azienda americana TAE Technologies sta sviluppando una macchina chiamata ‘Copernicus’ che mira a superare i 100 milioni di gradi necessari per produrre energia elettrica tramite fusione nucleare.
Il nucleare sarà la chiave per raggiungere l’autosufficienza energetica?
Il possibile ritorno dell’energia nucleare in Italia nel 2030 solleva interrogativi cruciali. Tra i vantaggi ambientali e le opportunità di collaborazione internazionale, si pongono anche rischi e alternative sostenibili da considerare. Quali sfide e benefici deriverebbero da questa scelta? È possibile conciliare sicurezza e sostenibilità energetica? La decisione futura richiederà un dibattito trasparente e coinvolgente per valutare attentamente tutti gli aspetti in gioco. Il ritorno del nucleare in Italia potrebbe segnare una svolta epocale verso l’indipendenza energetica e la sostenibilità.
Fonte: https://www.prestoenergia.it/news/ritorno-nucleare-italia-2030/
Fonte: studio Presto energia
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