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Per prima cosa sarebbe bene spiegare in pochissime righe di cosa si starebbe parlando. In questo caso è necessario dedicare, pur se pochissime righe, ad una breve introduzione, spiegando brevemente cosa sia l’ osteopatia. L’osteopatia è una filosofia dell’assistenza sanitaria che combina le esigenze dei pazienti con le pratiche e le specialità correnti della terapia, ma con un’enfasi sulle interrelazioni tra struttura, funzione e sull’apprezzamento della capacità del corpo di guarire se stesso; Detto ciò è possibile affermare che la vera osteopatia sia costruita sulla interconnessione organica e come naturale risposta, sulla sintesi diagnostica.
I principi dell’osteopatia
I principi chiave della filosofia osteopatica, i tre principali sono:
• Il corpo visto come un unico sistema che include gli effetti della mente e dello spirito, dei muscoli, delle ossa e degli organi.
• Il corpo capace di autoguarigione, autoregolazione e auto-mantenimento.
• La struttura delle parti del corpo che influenzerà il funzionamento delle parti del corpo interessate.
Il trattamento dovrebbe considerare l’unità del corpo, l’interattività e gli effetti di propagazione di specifiche modalità di trattamento e sfruttare il più possibile la capacità di autoregolazione corporea.
Il percorso neuronale che parte dalle zone di riflesso (muscolare o tessuto connettivo) si dirige tramite le vie sensitive, passando per il ganglio spinale, verso la radice posteriore, poi per la presenza dei neuroni di associazione verso la radice anteriore, e mediante il ramo comunicante bianco verso il ganglio della catena laterale. Esiste una interazione fra tutti i tipi di cellule nervose poste in un segmento del midollo spinale. In caso di patologia viscerale, i tessuti e gli organi del segmento vengono informati neurologicamente da quel determinato tratto del midollo; il segmento in tal caso si trova saturo di informazioni (facilitazione). La ricerca osteopatica è partita dallo studio del segmento facilitato e delle alterazioni vasomotorie causate dall’iperattività simpatica, si è soffermata sulle manifestazioni cliniche e le linee guida terapeutiche, ha applicato il metodo diagnostico palpatorio per verificare la relazione tra problematica viscerale e disfunzione somatica.
Le relazioni tra strutture somatiche e strutture viscerali
Le relazioni somatiche e strutture viscerali sono di tre tipi:
1. neurologiche, attraverso le connessioni metameriche tra S.N. somatico e S.N. autonomo,
2. meccaniche, per mezzo delle inserzioni fasciali,
3. chimiche (fabbisogno energetico ed eliminazione delle scorie).
Ogni diagnosi osteopatica, per essere reale e quindi veritiera, deve passare attraverso queste tre ambiti, dapprima è necessaria una valutazione che porterà alle relative informazioni ed all’ individuazione di ciò che è maggiormente interessato (non ne troveremo mai uno completamente stabile in una condizione disfunzionale) per avere una risposta sulla disfunzione primaria – primum movens.
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