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Il maiale. Per noi bresciani il maiale è un’animale oggi dato per scontato, tuttavia penso che questo essere vivente tipicamente da fattoria sia stato in certi anni una sorte di “eroe”, la salvezza di molte persone. Per quali motivi, direte, premiare come eroe al maiale? La ragione è molto semplice. Il rosato quadrupede proprio per la versatilità nell’alimentazione e per la completezza nelle carni, è uno degli animali da fattoria più completi. Dal maiale è possibile ricavare ottima carne ma anche realizzare i tipici insaccati. Nel nostro caso un accenno lo merita l’eccezionale salame bresciano che si mantiene per mesi stagionando, riposando nelle fresche cantine, il lardo che anch’esso si mantiene per mesi stagionando sotto sale al fresco delle cantine, permettando di passare l’intera stagione invernale senza patire la fame. Inoltre del maiale è possibile mangiare più o meno tutto. Il maiale si ciba di ogni prodotto commestibile ma si offre anche tutto al consumatore.
Torniamo tuttavia al maiale “eroe”. Il maiale lo potrei definire una sorta di eroe per il semplice fatto di aver contribuito, prima, durante, ed a posteriori il secondo conflitto mondiale, a salvare dalla fame più nera non poche famiglie. In quegli anni il benessere tipico dell’era indusatriale e post industriale era praticamente inesistente. Brescia era una zona prettamente agricola e non certo ricca come oggi, in quanto dominata da una buona parte di montagne. La pianura padana che iniziava alle pendici dei monti, per buona parte era zona di brughiera piuttosto sassosa e poco adatta alle coltivazioni. La richezza agricola iniziava poco prima di Mantova e lo possiamo notare dalla tradizionale cucina mantovana. Il bresciano era preso da mille difficoltà legate alla povertà del proprio territorio ma anche ai disagi della guerra. La selvaggina poteva essere una risorsa tuttavia principalmente il cibo scarseggiava. Coloro che potevano allevare un maiale garantivano alla propria famiglia, tipicamente numerosa degli anni passati, il fabbisogno giornaliero di nutrimento. Ricordo che quando frequentavo la scuola elementare del piccolo paese nel quale sono cresciuto, a metà anni 70, spesso poco distante dai garage dei vicini di casa era presente la porcilaia con un bel maiale che si cibava anche degli avanzi ed in autunno si offriva come cibo, con salami, coppe, insaccati di vario genere, ciccioli, lardo e tanto altro. L’autunno era una festa quando si preparava il maiale. Conoscendo le nostre tradizioni e la nostra storia, posso confermare che il maiale abbia salvato dalla fame moltissime persone. L’importanza del maiale la vediamo nelle nostre tradizioni culinarie come lo spiedo che principalmente è composto da carne di maiale. Noi lombardi, ma potrei allargare il raggio d’azione sino almeno all’umbria, abbiamo una vera e propria tradizione nell’arte dell’isaccato. Questo particolare la dice lunga sull’importanza del roseo animale o del “cugino selvatico” il cinghiale.
Ecco un’interessante evento cui il maiale è protagonista:
L’antica e tradizionale “CENA DEL MAIALE”
Sabato 14 Ottobre 2023 presso il Centro Eventi Adamello
PROGRAMMA
Dalle ore 19.30
APERTURA STAND GASTRONOMICO con cena a base di:
• Tipica “minestra del maiale”
(minestrone di riso, verdure e macinato di suino)
• “patate e òs”
• salamini, cotechini, sanguinacci
• formaggio
• dolce
• acqua e vino | costo € 25,00
Menù alternativo:
• pasta al ragù di carne
• salamella con patatine fritte
• formaggio
• dolce
• acqua e vino | costo € 18,00
Dalle ore 21.30
SERATA DANZANTE con “Leo e Jack” aperta a tutti.
EVENTO A CURA DEL GRUPPO DI GRANO IN COLLABORAZIONE CON LA PRO LOCO VEZZA D’OGLIO. Il ricavato della serata sarà devoluto per la sistemazione della Chiesa di S. Rocco della Frazione Grano.
INFO E PRENOTAZIONI CENA presso la Pro Loco Vezza d’Oglio
(tel. 0364 76131) entro e non oltre il giorno 12 ottobre 2023.
http://www.vezzadoglioturismo.it
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