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Avrete già sentito parlare di Marilù Manzini. Mondooggi si occupò dell’ artista in merito ad un film italiano tratto da un romanzo firmato dall’artista modenese. Nel film “Il quaderno nero dell’amore” Marilù Manzini non fu protagonista solamente per aver scritto il libro che ha fatto da filo conduttore dell’opera cinematografica ma divenne protagonista attiva per aver addirittura diretto l’opera.
Dalla veste di regista, quindi, in questo periodo autunnale potremo assistere ad una vera e propria “mutazione”, un secondo risvolto della Manzini che in questo caso sarà protagonista ancora una volta, ma con una mostra riguardante le proprie opere pittoriche. La mostra è stata inaugurata la scorsa settimana a Milano e proseguirà fino ad inizio inverno. Tuttavia il nome di Marilù Manzini lo sentiremo pronunciare ancora dato che i progetti artistici dell’ artista sarebbero molto intensi per il futuro e certamente ne seguiremo le “tracce”. Seguiremo l’artista italiana anche per il fatto che la riteniamo un po’ anomala, nel senso che Marilù Manzini
Marilù S. Manzini, artista modenese, ha un ricco curriculum di attività in diversi campi della creatività che vanno dalla scrittura, avendo pubblicato diversi romanzi, alla fotografia e alle arti figurative, campo in cui, predilige i linguaggi materici del tessile, della carta, dei metalli e dei colori. Nelle recenti mostre ha presentato diversi filoni tematici come le “facce di bronzo”: serie di foto dedicate a quanti vivono le proprie menzogne borghesi senza alcuna vergogna e issando vere e proprie maschere di attori-ipocriti che rivestono o interpretano la figura di eroi o divinità del mondo classico antico. Seguono le composizioni di volti assai conosciuti riprodotti con collage di carta moneta o colorati fili di lana e persino spille da balia come ironico richiamo alla languente pop art e alla centralità del denaro nella nuova Paperopoli o Tangentopoli globalizzata. Tuttavia grande interesse hanno suscitato le sue “Attese ricucite” dove l’ironia e la parodia dialogano intorno ai tagli che fece Lucio Fontana alle sue tele monocrome e che Marilù Manzini ha voluto ricucire nel tacito scopo, pensiamo, di voler sanare quelle ferite inferte all’arte in un suo momento storico di forte criticità e cambiamento.
Interpretare l’arte a tavola…
Una mostra tra gusto, musica e vip per Marilù S. Manzini.
Se l’arte è bellezza, insieme alla capacità di creare emozioni e messaggi, ecco che una mostra di opere si può unire a un “gusto”, non solo visivo ma anche del palato. Ecco che Marilù S. Manzini, seguendo il trend ovvero l’orientamento di questi ultimi anni, ha deciso di esporre diversi suoi quadri presso il ristorante “Mo. Sto Bistrot” di via Castelbarco 3 a Milano, per renderli fruibili a un target ampio ed eterogeneo. La mostra dal titolo “Intreccio multiforme” distribuita nel locale su due piani sarà presente fino al 15 dicembre 2021. In tal modo, tra un calice di vino, uno sfizio culinario e la musica dal vivo con la cantante Margherita Piumatti, la Manzini, conosciuta come scrittrice e ultimamente come regista, ha salutato estimatori e amici, nonché diversi personaggi invitati da Deborah Bettega, sociologa ed ex volto Rai.
Fotografia opere ed artisti fotografo Paolo Pugnaghi