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Le maschere ormai dimenticate sono le maschere cosiddette minori ma che non hanno affatto un carattere minoritario ma sono le meno conosciute. Dall’altro canto queste maschere sono le più caratteristiche appartenenti ad alcune popolazioni italiane che non amano pubblicizzare più di tanto le proprie meravigliose tradizioni, dopotutto queste popolazioni sopravvivono dedicandosi a risvolti differenti dalla tradizione, senza ovviamente mai scordare chi sono e quali sono le proprie radici. In questo caso potremmo fare riferimento a maschere come Gioppino, personaggio delle marionette nato dalla tradizione bergamasca che con i suoi tre gozzi e la “canela” (una sorta di bastone) spesso usava le proprie arti bastonatorie, per raddrizzare i malvagi. Una seconda maschera poco conosciuta a livello nazionale è Fancanapa, maschera udinese tradizionalmente legata anche alla zona del veneto. Fancanapa è un nome derivato da Fra Canapa (Fra Nasone), un frate piuttosto grassoccio munito di grande “canapa” (naso pronunciato e grosso in dialetto lombardo veneto). Una maschera davvero particolare originaria dell’ 800, a volte servo ed a volte padrone. La fama di Fancanapa è dovuta al marionettista Antonio Reccardini artista dello spettacolo vissuto dal 1804 al 1876 che portò in scena ma marionetta nasuta nei promi dell’ 800.
Come abbiamo accennato nelle precedenti righe in Fancanapa emerge un po’ una contraddizione caratteriale e di status, un po’ servo e un o’ padrone, a volte ricco ed a volte povero, caratterizzato da un carattere arguto ma gioviale ma in modo particolare, da buon veneto degustatore del buon cibo e naturalmente del buon vino. Il look di Fancanapa è sempre piuttosto accurato. Lui veste in marsina scura ed attillata, panciotto rosso e pantaloni alla “zuava” (al ginocchio). Il capo di Fancanapa è coperto ed adornato da un meraviglioso tricorno nero. Fancanapa si esprime in modo particolare, parla a scatti, storpiando lettere e scandendo alcune sillabe in modo da ottenere effetti di sicura comicità. Marionette, burattini e teatrini erano i divertimenti del secolo scorso, la TV non esisteva ed i bambini si divertivano con il teatro dei burattini, un grande evento quando arrivava in paese e si fermava qualche giorno. La sera poi la grande festa del teatrino. Personalemnte, da bambino, sono riuscito a gustarmi alcuni di questi spettacoli della tradzione. Credo che questi antichi piccoli teatri comici siano stati un grande aiuto nel provocare sogni, incentivandeo il lato fantasioso nei giovani di allora che nei confronti dei giovani di oggi, amavano, ma soprattutto potevano ancora sognare. Dopotutto i sogni fanno parte della creatività e dei sentimenti umani, quel lato tanto bistrattato oggi dal settore matematico e scientifico imperante nella nostra storia odierna.
Chi è Facanapa, la dimenticata maschera udinese della Commedia dell’Arte? Chi sono Gioppino, Sandrone, Coviello, Meneghino, Gianduia, Rugantino, Giangurgolo, Scara-muccia, Beppe Nappa, Giacometta, Stenterello, Meo Patacca e Pedrolino?
In questa ricerca vengono individuati i caratteri degli archetipi dei personaggi noti e meno noti della Commedia dell’Arte, con riferimento ai saperi dell’Astrologia e della teoria metafisica dei colori, utili nella costruzione e nella decorazione delle maschere.
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