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BAMBINI: IL DONO FERITO

L'INFANZIA DA SALVAGUARDARE

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Foto di Victoria_Regen da Pixabay

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Credo che per una famiglia ma non solo, per una società civile, un bambino sia il più grande dono che il Creatore possa regalare. Oggi un bambino talvolta è un dono non compreso. Il bambino è quel regalo che permette la continuazione di una popolazione, di una razza, di un futuro. Se sparissero i bambini il mondo si troverebbe di fronte ad un vero gravissimo problema: l’estizione di massa, con ovvie ripercussioni economiche e sociali. Un po’ di quello che significa essere a crescita sotto lo zero e lo stiamo già sperimentando. Devo ammettere non sia per nulla confortante. Purtroppo essere bambini oggi, significa scontrarsi con certe nicchie di società a mia opinione malata. Forse alcuni di noi non se ne saranno neppure resi conto ma cifre come quelle che esporremo, sono a mia opinione allarmanti. Dove vanno a finire tutti i minori che scompaiono misteriosamente in Italia? Se poi parlassimo di mondo le cose sarebbero addirittura peggiori e le cifre si alzerebbero anche se francamente dobbiamo tener conto del fatto che in certi paesi del mondo neppure si sa quanti minori sconpaiano ogni giorno. Le cause? Le cause delle sparizioni non le conosciamo ma possiamo ipotizzare qualche causa. I ragazzini potrebbero essere usati da reti di pedofili attive a livello mondiale? I minori spariti potrebbero essere utilizzati come cave di organi? Potrebbero essere usati per adozioni illegali? Esattamente non lo sappiamo, dopotutto i mercati clandestini di “carne umana” non sono certo tanto onesti e trasparenti da venircelo a dire, oltrettutto a mia opinione al vertice dei mercati di “esseri umani” potrebbero nascondesi anche nomi di personaggi di un certo calibro. Stiamo descrivendo pensieri, opinioni, tuttavia quello che è certo è il fatto che la pedofilia ultimamente sia “espolosa” uscendo dall’oscurità che la teneva occulta. Quello che è altrettanto certo è il fatto che proprio nella nostra piccola nazione saremmo di fronte ad una serie di sparizioni di minori non da poco conto. Il Italia si sappia che lo scorso anno, ogni ora sarebbe sparito più di un minore.

Foto di Marjon Besteman da Pixabay

Stando alle notizie ANSA mentre noi siamo affaccendati, occupati nei nostri uffici, nelle nostre fabbriche, nei nostri campi, nel 2022 sono spariti 30 minori al giorno. Una cifra davvero preoccupante ma veramente pochi si fanno delle domande. Francamente mi pare si parli sempre di cose superflue che portano all’apertura di pettegoli ed inconcludenti salotti TV ma raramente si parla di sparizioni di minori. Se in un paese progredito come l’Italia spariscono 30 minori al giorno, non riesco ad immaginare nelle zone di guerra, nelle zone africane o comunque nei paesi del secondo e terzo mondo. Questa tendenza a mia personale opinione resta un termometro davvero preoccupante, come preoccupante è il fatto di non conoscere a fondo i motivi di tali sparizioni. Crollo delle nascite e sparizione di migliaia di minori ogni anno non sono certamente una tendenza speranzosa, tanto più essere immarsi in una realtà nella quale l’aberrazione di certe pratiche sia sempre più tollerata e sempre a danno dei minori. Questa piega della società  lascia comprendere come la mentalità dell’uomo si stia modificando, accettando ed avallando, tollerando, tutto quanto sia aberrante. L’uomo essere intelligente e creato ad immagine e somiglianza divina starebbe mnutando in un pericoloso, mostruoso e feroce animale intelligente, divenendo di conseguenza una creatura ad immagine e somiglianza satanica. (Introduzione di Goldfinger)

Foto di kalhh da Pixabay

Vietato calpestare il diritto di essere bambini

Sabato 27 maggio 2023 si è celebrato il 32° anniversario della ratifica, da parte dell’Italia, della “Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza” (CRC-Convention on the Rigths of the Child) approvata a New York il 20 novembre 1989 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Adottata nello stesso anno della sua approvazione, in Italia la CRC è stata recepita con valore normativo solo il 27 maggio 1991 con Legge n.176.

La Convenzione rappresenta l’ultimo atto di un lungo processo di legislazione minorile che prende le mosse nel 1923 dalla primissima “Carta dei Diritti del Bambino”, elaborata dalla britannica Eglantyne Jebb fondatrice di Save the Children, e dalla successiva “Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo” del 1924, comunemente nota come “Dichiarazione di Ginevra” che riassumeva la tutela giuridica del minore facendo riferimento a 5 fondamentali principi, corrispondenti ad altrettanti diritti: il diritto di sviluppare corpo e mente, essere nutrito, curato, ricondotto ad una vita normale in caso di difficoltà, ospitato e soccorso se orfano o trovatello. Questo documento, utilizzato come fondamento per redigere nel 1959 il testo della “Dichiarazione Universale dei Diritti del Fanciullo” ispirò a sua volta l’attuale Convenzione ONU sui diritti inviolabili di cui ogni minore dovrebbe godere.

Foto di Anja da Pixabay

Questo trattato internazionale, che dal 1989 ad oggi ha raccolto il maggior numero di adesioni nel minor tempo, è stato sottoscritto e ratificato da tutti i Governi del mondo (tranne la Somalia che non l’ha né sottoscritta né ratificata e gli Stati Uniti che l’hanno sottoscritta ma non ratificata), che si sono solennemente impegnati ad adeguare i loro ordinamenti giuridici alle norme prescritte, affinché i diritti enunciati potessero trovare un’adeguata e legittima realizzazione. Per l’ordinamento giuridico italiano la CRC ha comportato non solo l’abrogazione di tutte le norme del diritto interno che risultavano incongruenti con i principi espressi dalla Convenzione, ma anche la loro immediata applicabilità con valore giuridicamente vincolante. Il compito di monitorare l’attuazione di tale strumento è stato affidato al Comitato Internazionale dei Diritti dell’Infanzia[1], che esamina i report presentati da ogni singolo Paese firmatario(le Nazioni Unite chiedono ad ogni Stato di redigere e presentare un rapporto ogni 5 anni) per analizzare quanto è stato compiuto nell’ambito dei diritti dei bambini e degli adolescenti[2] ed eventualmente fornire suggerimenti per ciò che riguarda le aree da migliorare. Riconoscendo tutti i bambini e gli adolescenti del mondo come titolari di diritti civili, sociali, politici, culturali ed economici, la Convenzione -determinando una rottura con il passato- ha dato il via ad una rivoluzione culturale che ha elevato il minore da oggetto di protezione a soggetto di diritti: un soggetto attivo, partecipe, meritevole di essere ascoltato e rispettato, un soggetto da informare e formare. Certo è che ogni Stato sottoscrittore si impegna ad adottare ogni adeguata misura per proteggere il minore[3], ma la Convenzione è nota e apprezzata soprattutto perchè, per la prima volta, riconosce espressamente quelli che sono – radicati sui loro bisogni essenziali, i diritti fondamentali di ogni soggetto in formazione.

Foto di Marjon Besteman da Pixabay

Oltre alla loro enunciazione scandita dal 1° al 41° articolo(su 54), il Comitato ONU ha individuato quattro principi generali, trasversali a tutti quelli espressi dalla CRC, destinati ad offrire garanzie minime a tutela dell’infanzia/adolescenza e a fornire un orientamento ai Governi per l’attuazione della Convenzione: 1) il principio di non discriminazione (art.2) a significare che i diritti sanciti dalla Convenzione debbono essere assicurati a tutti i minori senza distinzione di razza, sesso, lingua, nazionalità, religione: nessuno può essere trattato diversamente dagli altri per il colore della pelle o perché disabile, ricco o povero; 2) il principio dell’interesse superiore del minore (art.3) secondo cui gli Stati devono prioritariamente tenere in considerazione l’interesse del bambino/adolescente in ogni legge, provvedimento, iniziativa pubblica o privata e in ogni situazione problematica che li riguardi: l’interesse superiore del minore deve avere una considerazione preminente in tutte le decisioni; 3) il principio del diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo (art.6) in nome del quale gli Stati firmatari devono assicurare, al massimo livello possibile, non solo il diritto alla vita, ma anche la sopravvivenza e il sano sviluppo dei minori; 4) il principio di partecipazione, in linea con le competenze acquisite nel corso dello sviluppo individuale (art.12): ogni minore -compatibilmente con le diverse implicazioni che le tappe evolutive comportano e nel modo che gli è più congeniale (verbalmente, per iscritto, ecc)- deve poter rivelare ciò che pensa, esprimere la propria opinione e manifestare la propria volontà, in particolare nelle situazioni che lo riguardano, senza essere giudicato ma sentendosi accolto e rispettato. Inoltre, gli spetta di sapere tutto quello che succede nella propria famiglia ed essere opportunamente informato dei diritti di cui è titolare: l’informazione è alla base della consapevolezza che, a sua volta, consente l’autodeterminazione di una persona rendendola libera.
Ma l’ascolto deve essere assicurato in tutti gli ambienti di vita del minore: dalla famiglia alla scuola, dal gioco alle attività ricreative, sportive e culturali, nelle comunità dalle quali viene accolto, come pure in sede giudiziaria. Perchè l’ambito, forse più significativo, in cui è previsto l’ascolto del minore, in forza dell’esercizio di un suo diritto, è proprio quello che avviene in sede civile in caso, per esempio, di separazione dei genitori, affidamento familiare o adozione: in queste situazioni il minore ha la possibilità di esercitare un diritto, non solo esplicitando i propri pensieri, i vissuti e le emozioni, ma anche la propria volontà rispetto alla condizione che andrà a vivere e che lo vede direttamente coinvolto.
Per promuovere la partecipazione dei minori nei procedimenti che li riguardano e nell’adozione di atti normativi, l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, istituita in Italia con Legge 112/2011, ha fondato nel 2018 la Consulta delle Ragazze e dei Ragazzi[4], composta da 9 ragazze e 9 ragazzi di età compresa tra i 13 e i 17 anni, nell’intento di intercettare attraverso l’ascolto istituzionale, supportare e consigliare il mondo politico-governativo sulle richieste e i bisogni dei giovani minori, tradurli in diritti e individuare le modalità per renderli esigibili. Alla luce dell’impianto normativo sopra descritto potrebbe sembrare che il mondo contemporaneo si stia rapidamente sbarazzando delle situazioni di violenza e sofferenza di cui sono vittime bambini e adolescenti. In realtà, non è così.
Esistono violazioni ‘storiche’ dei diritti dei minori, come la povertà, la malnutrizione, la mancanza di assistenza e cure adeguate, le guerre con l’arruolamento di bambini-soldato, cui si sommano oggi criticità senza precedenti: conflitti sempre più frequenti e prolungati, focolai di malattie infettive, cambiamenti climatici con inondazioni catastrofiche, grave siccità e roventi ondate di calore tali da determinare carestie e rischio idrico.
Ma esistono anche violazioni ancora più severe, come lo sfruttamento del lavoro minorile, la compravendita e riduzione in schiavitù di bambini e adolescenti (innescata spesso dai debiti contratti dai genitori), e il turismo sessuale praticato da persone che si recano all’estero per provare un’esperienza trasgressiva, quella di rivolgere attenzioni sessuali a minori e ottenerne prestazioni. Ma, per quanto allarmante possa apparire, il turismo sessuale è solo uno degli aspetti della violazione dei diritti fondamentali dei minori. Basti pensare allo stupro, violenza perpretata il più delle volte tra le mura domestiche o dal proprio datore di lavoro, e all’uso dei minori per la produzione di materiale pedopornografico che negli ultimi tempi si è diffuso in maniera esponenziale grazie all’apertura di siti telematici appositamente dedicati ai pedofili-user di Internet.

Foto di Pexels da Pixabay

Dopo gli italiani, che risultano essere ai primi posti come clienti di bambini fatti prostituire, i turisti sessuali provengono soprattutto da Germania, Giappone, Francia, Stati Uniti, Regno Unito e Cina. Un’altra forma di violazione dei diritti umani, meno nota ma non per questo meno grave, si riferisce alla silenziosa piaga dei matrimoni combinati forzatamente con spose-bambine, spesso di età inferiore ai 15 anni. Ciò ha comportato che sempre più spesso le ragazze che vivono in Italia rinuncino alla possibilità di rientrare nei loro Paesi d’origine per paura di essere costrette a sposarsi contro la loro volontà: ogni anno, nel mondo, sono coinvolte oltre 12 milioni di adolescenti che affollano aree particolarmente critiche dell’Africa sub-sahariana dove il 35% delle donne si sposa da bambina. Negli ultimi tempi, poi, si sta intensificando un’ulteriore grave forma di violazione, quella dei bambini scomparsi nel nulla: spesso si tratta di minori non accompagnati, il più delle volte bambini che approdano sul nostro territorio, dopo i ben noti ‘sbarchi’, per essere ospitati in strutture assistenziali. La condizione dei minori, che rappresentano la fascia più debole e vulnerabile della grande famiglia umana, costituisce un elemento estremamente rivelatore dello ‘stato di salute’ di un Paese. E’ per questa ragione che, oltre a fornire gli indispensabili interventi sociali, come la frequenza e la diffusione delle vaccinazioni, la presenza e l’accessibilità dei servizi medico-sanitari e l’attuazione di politiche pubbliche di contrasto alla malnutrizione e alla povertà, non risulta meno importante l’impegno che le numerose organizzazioni a favore dell’infanzia dispensano per assicurare livelli di protezione dei minori dai rischi attualmente più incombenti: tratte, maltrattamenti e violenza sessuale, sfruttamento. In ogni caso, per realizzare il loro diritto alla protezione è necessario che bambini e ragazzi vengano innanzitutto percepiti e valorizzati come soggetti di diritti, sostenuti dal principio di centralità della loro persona, e collocati al centro del dibattito sul loro essere e divenire.

Note:

[1] In Italia la figura dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza (AGIA) è stata istituita nel 2011 con apposita legge, la L.112. Si tratta di un organo istituzionale che funge da ponte tra i bambini/adolescenti e le istituzioni governative, al fine di assicurare a livello nazionale la piena attuazione e la tutela dei diritti e degli interessi delle persone di minore età, in conformità a quanto previsto dalle convenzioni internazionali, con particolare riferimento alla CRC.
[2] L’art.1 della Convenzione indica chiaramente che il Trattato si riferisce a tutte le persone di età inferiore ai 18 anni.
[3] Con la ratifica della Convenzione ONU, gli Stati parti si impegnano ad adottare ogni adeguata misura per proteggere il soggetto minore di età dallo sfruttamento economico (art.32), dall’uso illecito di stupefacenti e sostanze psicotrope (art.33), dallo sfruttamento sessuale e violenza sessuale (art.34), dal rapimento, vendita o tratta per qualunque fine e sotto qualsiasi forma (art.35) e da ogni altra forma di sfruttamento pregiudizievole al suo ben-essere fisico, mentale, spirituale, morale e socio-relazionale (art.36).
[4] La Consulta esprime l’attuazione della libertà di manifestare i propri pensieri, traducendo il valore e l’obiettivo della partecipazione attiva alla vita sociale, civile e politica dei ragazzi, affinché ne aumenti il senso di appartenenza. Dal punto di vista metodologico, la Consulta delle ragazze e dei ragazzi si ispira ai principi della peer education, per favorire un adeguato scambio di opinioni e pensieri tra pari; le decisioni vengono prese a seguito di un confronto ed a maggioranza assoluta.

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Author: Angela Gadducci

Angela Gadducci è una professoressa con incarico articoli per la sezione etica e società ma anche storia e cultura. Già Dirigente scolastica e Coordinatrice di Attività di Ricerca didattica presso le Università di Pisa e Firenze, è autrice di articoli e libri di politica scolastica. Significative le sue collaborazioni con le riviste Scuola italiana Moderna, Scuola 7, Continuità e Scuola, Rassegna dell’Istruzione, Opinioni Nuove, Il Mondo SMCE.