Il Papa è quel leader che dovrebbe svolgere il volere di Dio sulla terra, la guida terrena della chiesa cattolica e quindi della maggior parte dei cristiani. Il Papa Emerito disse tutto con questa semplice ma molto realistica frase: “la scienza può fallire, Cristo vince sempre”. Solamente una frase così significativa poteva uscire da una mente brillante e da un uomo di grandissima fede come Benedetto XVI. Cristo vince sempre, per il fatto che Gesù è Dio quindi è invincibile ed padrone del sapere quindi della scienza. Al contrario la scienza umana può fallire proprio per il fatto di essere umana, quindi non invincibile ma potenzialmente fallace, se poi fosse asservita ai poteri forti….. Quest’anno il santo Natale è stato quel che è stato per l’intera umanità almeno all’apparenza. Nella nostra bella nazione, culla del cristianesimo è stato possibile festeggiarlo solamente parzialmente (date le regole anti Covid) tuttavia ciò che è importante per il Natale è la fede, la fede in quel bambino che ricordiamo nel compleanno più grande del mondo, una festa mai vista, mondiale, dedicata da Dio, un Dio vivo, non morto. Possiamo dire che il santo Natale sia un vero e proprio “miracolo”. Nessun re al mondo, neppure il grande Salomone in tutta la sua grandezza ebbe un compleanno del genere ma Gesù figlio di Dio si. Un Dio vivo quindi? Se così non fosse un compleanno sarebbe inutile, tuttavia Lui tramite la propria risurrezione ha mostrato a tutti di essere vivo e sempre disponibile nell’ accompagnare la propria chiesa nei secoli a venire. Questo periodo sarà annoverato dai posteri forse come il periodo del malaffare, dell’inganno satanico. Tutto starebbe “remando” contro Dio e contro la propria sposa, la chiesa, di conseguenza contro la vita e l’intera umanità. La frase “la scienza può fallire, Cristo vince sempre” farebbe parte di una riflessione del grande Pontefice emerito e sarebbe stata scritta in un periodo piuttosto remoto dal 1959 al 1960 quanto il Papa fu ancora Joseph Ratzinger, e riportata alla luce dal sito cattolico Aleteia. Benedetto XVI fu da sempre una delle migliori menti in seno alla chiesa, fu uno dei maggiori studiosi del cristianesimo. Forse non capimmo a suo tempo il gigantesco personaggio che Dio mise a capo della Sua chiesa ma i misteri di Dio sono da sempre misteri e per questo non sempre comprensibili subito, ma apprezzabili nel tempo. “La scienza può fallire, Cristo vince sempre” chi avrebbe mai pensato in quegli anni ad una cosa del genere? I periodi di Covid erano ancora molto lontani e la scienza stessa non era ancora spinta ai massimi livelli come lo è adesso. Forse questo strano, “poco sapido santo Natale” è stato importante per tutti in modo da poter capire, ascoltare il proprio cuore al di là delle luci esagerate e del caos che stavano cercando di sminuire la natività di Cristo, d’altronde satana usa le armi che possiede per distrarre l’uomo della verità, per disorientare, satana in questo caso, oggi usa anche la scienza a suo favore. Forse questo santo
Natale è servito per tornare un po’ indietro, per riflettere sui motivi di tanta festa, i motivi veri, quelli che vanno al di là del rosso e grasso babbo natale ma si concentrano su un piccolo bambino arrivato in sordina, nella notte, per cambiare il mondo e possiamo tranquillamente affermare che il mondo sia stato cambiato e ancora cambierà in meglio, se avremo fede e se con la nostra semplicità sapremo ritornare a Gesù, quel Gesù di cui forse ricordiamo il nome ma che talvolta ci vergogniamo di nominare data la prepotenza del pensiero unico che starebbe imponendo i propri nefasti effetti sull’intera umanità con l’apostasia silenziosa che serpeggia nella società, arrivando ad inquinare anche la stessa chiesa cattolica. Comunque questo santo Natale sarebbe forse servito per ricordarci di Gesù, per ricordarci che Dio è fra noi, è qui ed è pronto a riabbracciarci come il padre del figliol prodigo. Possiamo proprio dire che questo Natale si sia trasformato in un natale di riflessione sul peccato, sulla redenzione e su Cristo ma soprattutto sulla salvezza. Forse un po’ di deserto era necessario per poter riflettere. Tutte parole che giungono da un mondo lontano quasi medievale ma Dio è sempre attuale ed accompagna la storia passo passo verso i momenti di paradiso e verso i momenti d’ inferno ma sempre la libera dalla morsa demoniaca. Forse questo Natale sarà stato necessario per comprendere che nonostante sia bella la luce, la musica, i regali, i colori del natale essi cristianamente non ci appartengono e certamente non ci saziano. In ogni caso non è questo il nostro santo Natale. Forse questo natale è servito per capire che esiste un Dio solo e trino: Gesù, non una gran varietà di idoli che come “spiriti immondi sfrecciano da sempre su e giù per il Natale” con l’intento di ingannare i tiepidi e non solo. Forse questo strano e scarno natale è servito per tornare a credere a quello che già da tempo l’umanità non voleva più credere: a Dio, e per poter far questo forse è stato necessario spegnere di colpo le luci e le casse dei Juke Box per ritrovare pace, armonia e silenzio, dopotutto Dio non è chiassoso ma lo si trova nel sussurro, nel silenzio, nelle rare oasi di pace in un mondo privo di pace e nell’amore che piano piano è sempre meno fra gli uomini.
Forse questo santo Natale sarà riuscito a fare in modo che qualcuno possa aver ancora una volta deciso di dire si a Dio. Ricordiamoci che la scienza può fallire mentre Dio vince sempre, quindi prestiamo fede a Dio e tutto ci verrà dato di conseguenza. Torniamo a credere in Dio e non nell’uomo o nella scienza. Senza Dio la scienza è vana e l’uomo è perduto. Detto questo anche se ci “suona difficile” ringraziamo questo strano e grigio santo Natale, forse è stata la “ciambella di salvataggio” lanciata da Dio ad un’umanità naufraga in preda alle onde della tempesta di un oceano arrabbiato.
Detto questo non mi resta che augurare un buon santo Natale a tutti.
Offriamo a tutti una benedizione da parte del Vescovo di Brescia Mons. Pierantonio Tremolada:
Goldfinger è un giornalista specializzato in misteri, opinioni politiche, religione, etica e società ha uno stile talvolta piuttosto controverso nelle opinioni, diciamo che in genere è “ fuori dal coro”, fuori dagli schemi tradizionali