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Introduzione di Nicola Migliorini
In questo articolo tipicamente natalizio S.E.R. Monsignor Luis Migluel Perea, Vescovo ordinario AECE Ortodox Anglican Communion ci aiuterà a riscoprire il santo Natale, quello vero, quello delle origini. Monsignor Luis Miguel Perea regalerà a tutti alcune importanti riflessioni.
Chi è Monsignor Luis Perea?
Chi lo conoscesse direttamente e personalmente, si accorgerebbe di avere al fianco un amico, una persona magnifica, allegra, serena, sorridente, profonda ma soprattutto amica di Gesù, si, un amico del figlio di Dio, il festeggiato del 25 dicembre. Monsignor Luis Perea è un Vescovo con uno spirito giovane e coinvolgente, dall’altro canto il prelato svolge con grande devozione ed impegno un’importante mandato in qualità di delegato dalla Ortodox Anglican Communion con responsabilità diretta nei rapporti con in Vaticano per il dialogo ecumenico interreligioso in Italia ed all’estero. Monsignor Luis Perea ha anche un secondo importante incarico vicino a noi, supportare nella fede i Cavalieri bresciani dell’OEOH, Ordo Ecunmenicus Ortodoxus Hyerosolimitani (Ordine Ecumenico Ortodosso di Gerusalemme).
Articolo di Monsignor Luis Miguel Perea Castrillon
Prologo sul santo natale
Il natale è santo e si festeggia perchè il figlio di Dio, Gesù è nato per salvare l’umanità intera. Il protagonista della vicenda è Lui, il figlio di Dio. Se fossi un regista cinematografico direi che co-protagonista della vicenda è Maria, quella persona che ha fatto da ago della bilancia nella salvezza del genere umano. La co-protagonista è una donna (che sta a simboleggiare la nuova Eva co redentrice) e Gesù, il figlio di Dio nato da Maria il protagonista (che simboleggia il nuovo Adamo Redentore). Un riscatto per l’umanità corrotta dal serpente antico. Immaginatevi solo per un attimo se Maria avesse detto no all’angelo Gabriele. La richiesta di Dio, non fu un’imposizione, fu una richiesta, un’opportunità ma che implicò una grande decisione personale ed una sofferenza futura immensa per Maria sua madre.
Vangelo: Poi Simeone li benedisse e disse a Maria sua madre: “Ecco, costui è posto per la caduta e per l’innalzamento di molti in Israele e per essere segno di contraddizione, e a te stessa una spada trafiggerà l’anima, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori”.
Maria non venne obbligata, si trovò di fronte ad una scelta personale ma la propria fede, il proprio amore per Dio, la spinse ad accettare. Se si fosse negata, la salvezza del genere umano non sarebbe mai iniziata, quindi permettetemi di pronuniciale con gioia estrama……
…..Evviva Gesù, evviva Maria
Cari amici, il natale è arrivato e con esso il tempo per riflettere sul modo in cui abbiamo affrontato la nostra vita quotidiana durante l’anno. Paradossalmente le luci, le scintille, i colori, i suoni che riempiono le strade, i negozi ed ogni angolo della città dove viviamo, sembrano trasportarci come per magia ad una realtà come da cartolina dove tutto è perfetto sotto le note dei canti natalizi intonati magistralmente dall’artista dell’anno.
L’esperienza di Gesù, Dio fatto uomo per noi è tutta un’altra cosa.
Perché anche se la società oggi affida le proprie illusioni e speranze ad un simpatico vecchietto vestito di rosso ed ad un gruppo di elfi con le orecchie appuntite che “lavorano” al polo nord e puntualmente, “magicamente” riescono a risolvere ogni difficoltà, imprevisto, o problema di famiglia secondo i canoni invariati dei film natalizi, questa non è la realtà del santo natale. La verità è che Dio scelse di venire in mezzo all’uomo in una veste totalmente diversa!
Il dono bambino
Ecco il bambino che si fa dono per l’umanità nel buio di una grotta in mezzo all’asino ed al bue che riscaldano la culla fatta con la paglia raccolta in quel momento. Non c’era posto per loro da nessuna parte. Ecco i pastori uomini che vestiti come al solito per andare in campagna a pascolare i greggi e finalmente portare il pane per la propria famiglia. I pastori arrivano da Gesù con l’odore del sudore e con i piedi stanchi dalla lunga giornata ma arrivano, a rendere omaggio a Colui che porta la salvezza. Ecco gli animali… pecore, uccelli, la creazione intera che altro non sa che rendersi perfetta nei colori e nelle forme per lodare il suo Re.
Ecco anche a e Maria e Giuseppe, pellegrini in terra straniere, loro erano di Nazareth. I genitori del Messia trasformati in un attimo in bisognosi, coloro che nella loro terra avevano ciò che occorreva per vivere dignitosamente, ma che per situazioni a loro estranee si trovano a chiedere aiuto in un posto dove c’è tutto, ma allo stesso tempo nulla che possa aiutarli veramente. Ci tengo a sottolineare: non è che Giuseppe che non fosse in grado di prendersi cura di Maria e del bambino con le proprie forze. Parliamo di Giuseppe come di un uomo in grado di lavorare, un artigiano di estrama bravura che lavorava acnche per Erode, un artigiano che nella propria terra ha fatto sempre il necessario e sicuramente di più del necesssario.
Ma il luogo dove la famiglia si trova di passaggio, la gente a cui si rivolge, gli sguardi che incrocia ogni qualvolta chieda un’opportunità, sono come dei muri contro i quali va a sbattere la sua voce senza trovare risposta, un po’ come accade purtroppo nel nostro mondo a dire il vero. Il mondo è sempre lo stesso, poco è cambiato in un paio di millenni.
Amici miei, questo è il vero Natale!
Non è il Polo nord ma in una terra baciata dal sole: Israele.
Il santo natale non è il fantastico Hollywoodiano “villaggio” con le renne, il trenino, la mongolfiera, la pista di ghiaccio e la “fabbrica di regali” costruiti da un esercito di elfi, regali che alla fine vanno a finire sotto un albero (bello, illuminato, splendente ma pur sempre un albero). Il vero simbolo del santo natale è il presepio dove trova spazio la stella più brillante e gli angeli e cherubini che lodano il Signore quanto il più piccolo dei pastori ed il più innocente degli animaletti perché dinnanzi al Re siamo tutti uguali.
Il vero simbolo e protagonista del santo natale non un uomo con la barba bianca che parla sempre della “magia del natale” e che durante una notte gira tutto il mondo senza provare stanchezza mangiando biscotti e facendo apparire regali nella sua borsa di velluto. Il vero simbolo del natale è un bambino, vi rendete conto? Un un bimbo, un piccolo ma gigantesco uomo/Dio con le proprie fragilità ma che ha bisogno degli uomini per crescere, della propria famiglia, della cura della mamma Maria e del caro Giuseppe per diventare col tempo il Messia, il Salvatore. Un bimbo/uomo che conosce la stanchezza, il sonno, la fame, il dolore e la solitudine ma che sa anche ridere e scherzare.
Dio fatto uomo, chi è?
Dio fatto uomo è uguale a te e a me in tutto tranne che nel peccato. Gesù è un uomo che oggi più che mai siamo tenuti a riscoprire nel volto del prossimo, si perché noi possiamo scegliere con convinzione il nostro ruolo in questo momento storico.
Oggi noi possiamo scegliere di diventare le braccia di Dio che accolgono colui che non ha speranza, ma anche le sue gambe per andare incontro a coloro che di Dio non ne vogliono sentir parlare, oppure i suoi occhi che versano le lacrime insieme alle vittime che non trovano risposta al proprio dolore, le sue orecchie per ascoltare pazientemente coloro che per la propria solitudine hanno il cuore come senza vita, la sua bocca che pronuncia parole di vita li dove la morte, la violenza e l’ingiustizia, hanno strappato qualsiasi certezza. Oggi noi possiamo più che mai scegliere di essere soprattutto il Suo cuore per amare, amare sempre e senza mezze misure… senza guardare lingua, colore, senza nessuna distinzione perché Lui, Gesù, ci ama tutti allo steso modo. In questo momento è questo ciò che realmente serve alla nostra società,
All’umanità intera non la “magia del natale” tanto osannato in tv ma il Miracolo di Dio in mezzo a noi, nel silenzio, nel mistero dei nostri cuori, sempre che lo vogliamo accettare.
Nulla è un’imposizione come fu per Maria che ha accettato il natale anche a noi oggi è offerta l’opportunità di poterlo accettare.
Buon santo natale
+Miguel
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