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Per far carriera negli sport a livello agonistico sono necessarie alcune doti particolari come volontà per affrontare allenamenti continui, una buona dose di volontà per poter cercare cadere, rialzarsi e migliorare continuamente, magari anche raggiungere performance in grado si permettere la vittoria, coraggio di mettersi in gioco e tanto tanto sacrificio, dedicando allo sport i propri pochi momenti di relax. Talvolta la mancanza di coraggio è il particolare che spesso impedisce a molti giovani di mettersi in gioco. Ci sarebbe tanto da imparare dai meravigliosi atleti delle Paralimpiadi. Agli atleti che praticano queste gare non mancano certo alcuni particolari caratteriali che in genere hanno solo i vincenti: volontà e grande desiderio di superare le difficoltà. Brescia sarà ancora una volta protagonista per quanto riguarda lo sport. Proprio Brescia ospiterà le finali del Campionato nazionale di rugby in carrozzina che si terranno fra il 5 ed il 6 novembre 2022. La presentazione avverrà il 4 novembre tramite una conferenza stampa al Comune di Brescia con l’intervento della vicepresidente FISPES Antonella Munaro, Andrea Boroni Presidente dell’ Olympia Athletic Team, l’assessore allo sport, on. Fabrizio Benzoni e Gabriele Barucco sottosegretario rapporti internazionali Regione Lombardia.
A proposito di giochi paralimpici, forse non tutti ne conoscono la storia. Le Paralimpiadi sono una serie di gare, che equivalgono ai giochi olimpici, e che corrono sul medesimo binario delle olimpiadi ma dedicati alle persone con disabilità fisiche. Paralimpico significa parallelo alle olimpiadi. I primi giochi paraolimpici riconosciuti ufficialmente come tali si disputarono in Italia, a Roma, nel 1960. Nella nostra nazione si usa ancora chiamare i giochi paralimpici “Paraolimpiadi”, un termine in uso fino al 2004. “Norme per la promozione della pratica dello sport da parte delle persone disabili” designa la FISD come Comitato Italiano Paralimpico. I termini esatti sono attività paralimpica e Paralimpiadi. Dal 17 dicembre 2004 la normativa italiana recepirà la denominazione Comitato Italiano Paralimpico. Tutto nacque nel 1948. Nei primi anni del dopoguerra in un’ Europa ancora recante le “cicatrici” del secondo conflitto mondiale, un neurochirurgo polacco, Ludwig Guttman, ebbe l’idea di organizzare una competizione sportiva dedicata ai veterani della seconda guerra mondiale. La prima competizione in realtà venne organizzata per i feriti che avessero subito danni alla colonna vertebrale o menomazioni di vario genere.
I successi e l’entusiasmo della gara si sparse rapidamente tanto che nel 1952 si notò la presenza di numerosi atleti olandesi. Da quel momento la neonata gara (ai tempi circoscritta) iniziò ad offrire un certo “sapore” internazionale, in un crescendo che portò la competizione a divenire le Paralimpiadi che si tengono ai nostri giorni. Questo è solamente un sunto della storia di questi giochi. Credo che per descriverne la storia nei dettagli servirebbero molte pagine quindi ci atterremo al sunto. Abbiamo deciso di regalarvi queste poche righe di storia per poter recepire l’importanza di tali giochi e per conoscerne almeno sommariamente le origini. Detto questo proseguiremo l’articolo con un’altra storia un po’ più recente. Conoscete Toni il guerriero detto anche “il killer”? Il Killer non ha nulla a che vedere con il tradizionale “lavoro” del sicario ma nel mondo paraolimpico è conosciuto come un atleta invincibile, un velocista senza pari. Quando lui è in campo, non ce n’è per nessuno come si suol dire. Toni è un atleta paraolimpico italiano d’origine ma nato nel 1981 nella vicina Svizzera. In età giovanile Toni vestirà spesso la “maglia azzurra” vincendo nel 2000 il titolo di “campione nazionale in pista” un obbiettivo che l’atleta si era prefissato da tempo. In tenera età Toni era già un bambino che sapeva quello che voleva. Il suo desiderio era diventare un atleta professionista nel settore del ciclismo. A poco più di 20 anni l’occasione arriva e Toni inizia a correre in bicicletta per un team elvetico. Purtroppo una disavventura attenderà al varco Toni. La salute tradirà il giovane al quale i medici in seguito diagnosticheranno una rarissima distrofia muscolare. L’atleta racconterà all’ emittente televisiva InBlu:
“non mi sentivo a posto, percepivo la mia vita diversa dai mei coetanei. Non mi credeva nessuno. Nell’ Agosto del 2003 all’ennesima visita, mi diagnosticarono una rarissima forma di distrofia muscolare congenita. La mia prima razione fu d’orgoglio: avevo sempre avuto ragione. Un attimo dopo mi crollò il mondo addosso. Mi davano solo pochi anni di vita. Mi ritrovai solo”.
Parole davvero tremende e pesanti, in modo particolare se proiettate su una giovane promessa del ciclismo. La caduta di un sogno e di un mondo, un mondo che tuttavia avrebbe atteso il giovane per una differente avventura, un’esperienza atletica diversa. Da quel momento “il killer” diventerà il “guerriero”. Da quell’ istante inizierà la leggenda, avverrà la “mutazione”. Dalla malattia il “killer” raccoglierà il guanto di sfida gettatogli dalla vita e si adopererà per tornare ad essere il campione combattivo di sempre, passando dal ciclismo tradizionale per approdare nel mondo paraolimpico. E’ il 2022, seguito da un team medico Toni troverà l’appoggio dei bresciani dell’ Olympia Athletic Team. Nel recente mese di aprile diverrà campione nella “mezza maratona” categoria T54, un mese dopo parteciperà ai 10 mila metri. Nel caldo agosto torneranno i problemi di salute. Un’ infezione tenterà di mettere a dura prova i sacrifici dell’atleta. L’intervento andrà per il meglio e poche settimane dopo Toni correrà in pista a Manerba del Garda in occasione della sponsorizzazione della nuova sede della Olympia. Il giovane atleta lancerà un nuovo corso inclusivo di ragazzi disabili e normodotati. Lo scorso sabato il “guerriero” segnerà la miglior prestazione italiana sul miglio. Il “guerriero” si preparerà per le Paraolimpiadi di Parigi del 2024. Una grande forza di volontà, forza interiore nel combattimento atletico caratterizzano questo giovane campione. Una promessa bresciana nello sport paraolimpico con una gran voglia di vincere che dovrebbe far riflettere anche molti giovani “normodotati”.
Ringraziamenti particolari: Giovanni Zola (fotografia) ed Olympia Athletic Team
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