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Ormai penso che a forza di parlarne la maggior parte di noi conosca o sospetti i veri motivi dei alcune delle “precauzione” legate al Covid-19. In questo caso a mia opinione (e non solo) tutto si potrebbe riessumere in due parole: controllo totale. Diciamo che ne va della nostra libertà se continueremo a comportarci nostro malgrado come sudditi silenziosi del sistema imposto in modo davvero subdolo dal NWO che galoppante cerca di schedarci tutti. Il principale obbiettivo, sempre a mia modesta opinione, è appunto il fatto che qualcuno vorrebbe dare una stretta alle libertà democratiche cui stiamo godendo. Qualcuno starebbe adoperandosi per cambiare le cose, prendendo come capro espiatorio una forma virale a detta di taluni, nata per caso. Il Covid ha contagiato il mondo intero ed oggi alcuni governatori regionali paventerebbero (per poter accedere alle proprie regioni a scopo di turismo) la realizzazione nientemeno che di un passaporto sanitario, ovvero un altro mattone alla casa degli orrori sull’ idea del NWO che ci vorrebbe tutti vaccinati, tutti schedati, tutti sotto controllo quindi per completare l’idea tutti schiavizzati ai voleri di Lor Signori, ovvero i nomi altisonanti dell’ anti stato. Per fortuna in Italia esiste una costituzione molto ben realizzata per quanto concerne i valori democratici, anche se vedo che spesso la costituzione ultimamente passerebbe inosservata tuttavia esiste e ci potrebbe salvare dal tentativo di instaurare un passaporto sanitario, si, un surrogato di quello che si fa ai cani, alle bestie
ma questa volta toccherebbe a noi umani possederlo e tutto ricordiamoci bene “per la nostra sicurezza”: ipocrisia ai massimi livelli. I “poveri e buoni” asserviti ai voleri dei direttori del Deep State pensano a noi, e ne hanno compassione, quindi perché noi stessimo davvero bene vorrebbero realizzare questo famigerato passaporto ovvero a mia opinione ripeto un’altra stretta alla libertà individuale, poi ci sarà l’app per il tracciamento e poi? Magari il microchip e via dicendo fino al punto nel quale diverremo tutti un popolo di servi che dovranno inchinarsi ai voleri degli architetti dell’anti stato. Comunque sia per quanto riguarda il passaporto sanitario grazie a Dio esiste una costituzione che nell’ articolo 120 ricorda il fatto che una Regione non può adottare provvedimenti che ostacolino la libera circolazione delle persone. Per quanto riguarda gli uomini di scienza ribadiscono che questo tipo di documento ovvero i passaporti sanitari non esistono, non ci sono. Questo concetto lo avrebbe affermato il Ministro Francesco Boccia in audizione alla Commissione federalismo Fiscale della Camera. Tuttavia sempre il Ministro afferma che con il prossimo gradino di riapertura regionale quello che sarà effettivamente importante dovrà essere il buon senso ovvero muoversi solamente se si sa di essere in buona salute, di non essere portatori del contagio, del Covid. ANSA: (le parole di Boccia)“Nei prossimi giorni con l’ultimo click che riporterà il Paese a muoversi ci dovrà essere anche quello del buonsenso. Se tutte le regioni ripartono senza distinzioni sul profilo dei cittadini di ogni regione, la distinzione tra cittadini di una città rispetto all’altra non è prevista, se siamo sani ci muoviamo. Diverso è prevedere una fase di quarantena, ma non siamo in quella condizione. E anche in quel caso ci vuole un accordo tra le parti”. Sempre il Ministro ricorda che le zone del nord come ad esempio Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Piacenza avrebbero vissuto una vera e propria ecatombe mentre il restante paese un dramma. Non paragonerei dice Boccia quelle provincie al resto della nazione. Il Ministro delegato agli Affari Regionali si esprime in questo modo in audizione alla Commissione
Federalismo fiscale, esprimendosi in merito ad eventuali provvedimenti finanziari possibili in modo da sostenere l’economia delle zone più colpite. Il Ministro ha perfettamente ragione, dopotutto le zone più martoriate dalla pandemia si attestano come il “motore” della nazione pertanto se queste provincie e regioni non riuscissero a ripartire, per l’intera nazione potrebbe essere la fine, il capolinea di un sogno economico iniziato nel dopoguerra ed arrivato, seppur alcune volte a fatica, fino ai nostri giorni.