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PATENTE A PUNTI: QUID ES VERITAS?

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Da Novembre è arrivata la patente a punti anche per quei settori che abbiano in qualche modo accesso ai cantieri edili. E’ bene specificare che la nuova patente a punti non sia esclusivamente dedicata alle aziende dell’edilizia pura, ma a tutti i settori che avessero a che fare con la cantieristica, idraulici, elettricisti, tinteggiatori, imprese di pulizie, insomma, qualora un’azienda lavorasse in qualche cantiere avrebbe la necessità della patente a punti obbligatoria. La nuova patente a punti sarebbe da vedersi un po’come il green pass: non è obbligatoria ma se vai in cantiere e non la possiedi ti sanzionano. Per questa ragione nelle prossime righe proporremo una serie di opinioni non certo casuali, raffronti, ragionamenti, concetti in qualche modo filosofici, che scaturiscono da un preciso ragionamento ma soprattutto, da una precisa conoscenza di quanto starebbe accadendo nelle nostre vite e nei nostri tempi molto particolari con una proiezione sui tempi futuri. 

Quid est veritas?

La patente a punti purtroppo non sarebbe da vedersi come una realtà creata solamente per la questione sicurezza, come si vorrebbe far credere. Volete una personale opinione? Ebbene, vedrei la patente a punti come uno strumento, con una valenza che andrebbe oltre alla semplice sicurezza. Dopotutto con tutte le norme esistenti in Italia, in merito alla sicurezza penso che la patente a punti serva davvero a poco. A mia opinione lo strumento conterrebbe uno scopo occulto molto diverso dalla pura e semplice sicurezza. Nelle prossime righe cercheremo di capire i possibili reali motivi di questo strumento molto controverso, come altrettanto controverso sempre a mia opinione, sarebbe la patente a punti dedicata alla guida degli autoveicoli.

Foto di Talpa da Pixabay

Spesso negli articoli precedenti ci siamo espressi negativamente sulla patente a punti per quanto riguarda gli autoveicoli che a nostra opinione sarebbe da vedersi come il primo passo verso un test comportamentale. Non si tratterebbe solamente di un fatto legato alla sicurezza ma da una parte al grande buisness dei punti e dall’altra parte ad uno scopo occulto ancor peggiore. A mio parere qualsiasi patente a punti sarebbe da vedersi come uno dei primi esperimenti sociali, per testare un’eventuale opposizione del cittadino. Questi strumenti penso servano per testare fino a che punto il cittadino possa reagire (se reagisse) quando il sistema lo priverà della totalità delle libertà individuali. Con questi test comportamentali il sistema saprà fino a che punto arrivare e come agire per farla “digerire” alla popolazione, riuscirà a comprendere se la popolazione fosse pronta per la dittatura oppure se fosse necessario attendere ancora.

In questi periodi ecco che il sistema (come previsto) inizia a stringere le maglie anche in alcuni settori lavorativi. In questo momento a farne le spese è il settore dell’ edilizia, anzi, della cantieristica dove, con la (falsa) scusa della sicurezza il governo inserisce l’ingannatrice ed assai discutibile patente a punti.

La previsione

Volete che faccia una previsione? Siccome nessuno si è opposto a questa regola la patente a punti è stata tranquillamente recepita, magari brontolando com’è tipicamente italiano, ma il dissenso non c’è stato. Penso che proprio per questo la patente a punti diverrà in un futuro prossimo divulgata anche in altri settori, che nulla hanno a che vedere con i cantieri, per poi passare al privato cittadino come “credit scoore” comportamentale di tipo “sistema dittatoriale cinese”. Queste sedicenti patenti a punti altro non sarebbero che iniziali “scoore comportamentali” molto settoriali per il momento, dedicati solamente ad alcuni settori economici e lavorativi o della vita sociale come nel caso della guida di una vettura. A mia opinione il tentativo sarebbe quello di testare il dissenso eventuale per poi alzare il tiro e divulgare l’imposizione gradatamente su ogni cosa.

La patente comportamentale

Questo stratagemma altro non sarebbe che uno strumento coercitivo, con il chiaro scopo di portare all’obbedienza cieca il cittadino verso il governo “padre padrone”. Il governo è ben cosciente di avere dei sudditi e che la cosa migliore sarebbe coerciderli per avere la via libera. I sudditi si starebbero dimostrando talmente imbelli, da essere addirittura incapaci di alcun dissenso. Il primo esperimento sociale è stato portato a termine con successo tramite la campagna vaccinale, ma in modo particolare con l’imposizione del ghettizzante green pass. Prima ancora tramite la patente di guida a punti. Per la patente a punti in campo automobilistico passi, dopotutto non si conoscevano i retroscena dei tentativi dittatoriali del sistema. In questo caso l’ignoranza salverebbe moralmente il cittadino.

La pandemia: la porta per la dittatura

Dal momento della pandemia (a mia opinione voluta) si è imparato a conoscere molto bene gli scopi occulti che il sistema vuole imporre alla popolazione. Quello che sarebbe un fatto deplorevole, è che pur conoscendo gli stratagemmi usati dai vari governi, con lo scopo di imporre un sistema sempre più dittatoriale formato solamente da regole ferree che non lascino spazio ne alla logica e neppure al ragionamento, nessuno dica nulla. State certi che non vedendo opposizione da parte degli interessati, il sistema alzerà ancora il tiro fino a soffocarci con regole cervellotiche.

Un dissenso inesistente, come se della libertà individuale conquistata in secoli di storia e di violenza ai cittadini non importasse nulla, viene per forza di cose visto come tacita accettazione. Dopotutto ogni popolo riceve quello che merita.

La speranza è l’ultima a morire

Si dice da sempre che la speranza sia l’ultima a morire ma vedo che tutto rema contro la speranza. L’agenza 2030 è sempre più vicina. Unico tassello che riesce ancora a darci speranza è il cambio della politica americana che inevitabilmente si ripercuoterà su tutto l’occidente, anche sull’Europa. Spero sinceramente che il nuovo ma rodato Presidente Trump e il suo team, riesca a fermare l’agenda di Davos per qualche tempo. Anche questa è una speranza, di certezze non ce ne sono, dopotutto il sistema che controlla gli omuncoli della politica nazionale che controllano a cascata i vari stati è potente e i propri uomini sono molto scaltri. Il sistema di questo soggetti è tentacolare e in continua mutazione. L’inganno è per loro la normalità. Il sistema perverso ormai è arrivato ad insinuarsi in ogni organizzazione, in ogni frangia dell’economia e della finanza pubblica e privata. Nessuno in realtà conosce mai bene chi ha davanti. Tutto non è come sembra.

Spero francamente che questo articolo seppur breve, vi abbia potuto portare a qualche dovuta riflessione in merito alle invenzioni coercitive, che il sistema avrebbe escogitato per stringere sempre più le maglie della libertà individuale. Probabilmente siccome forse molti sottovaluteranno questi risvolti e si accorgeranno della coercizione, una volta che il sistema della “rana bollita” avrà preso il sopravvento e le “finestre di Overton” avranno vinto, a quell’ora sarà troppo tardi per un cambiamento pacifico.

Il vero giornalista e il “giornalaio”

Svolgere il nostro lavoro di giornalisti con onestà e dedizione, con amore per la libertà e la democrazia non è affatto semplice. Raccontare il futuro e descrivere il presente in modo trasparente non è affatto semplice. Il mondo oggi è pieno di giornalai mercenari e di pochi giornalisti con la G maiuscola. Questi ultimi soggetti talvolta si trovano fra i meandri della rete, dive su blog autoprodotti si prodigano a esporre notizie controcorrente, a far ragionare le masse spesso, con il cervello bloccato anche di fronte all’evidenza.

Per quanto ci riguarda abbiamo scelto la parte più scomoda, quella di posizionarci controtendenza. Ricordo quella riunione con i nostri giornalisti. Quel giorno decidemmo all’unanimità, dopo aver ragionato, dopo aver discusso, di posizionarci dalla parte opposta al sistema. Questo per il fatto che abbiamo ritenuto che la verità e l’amore per le persone debba essere primario. Il nostro lavoro non è un lavoro ma una missione.

Avremmo potuto fare come molti, che si sarebbero adeguati al sistema perverso e magari avremmo anche guadagnato di più in termini di denaro.

Foto di Dylan Agbagni da Pixabay

Per noi tuttavia non è stato così. Noi amiamo il nostro lavoro e ne apprezziamo l’utilità: permettere ragionamenti e svelare gli inganni ai danni della collettività è ciò che desideriamo. Questo è fare la nostra parte perchè la libertà e la democrazia ci piacciono e ci piacerebbe vivere in democrazia ancora per molto tempo. Quello che abbiamo previsto sino ad oggi negli articoli passati si è puntualmente avverato. Non è che come pochi abbiamo accesso al “vaso di Pandora” tuttavia abbiamo il coraggio di vedere in faccia la realtà crudele e raccontarla.
Abbiamo prediletto la parte filosofica con la quale ragionando e analizzando si svelano i progetti occulti delle èlite. Abbiamo scelto di fare la parte più sconveniente, quella a cui nessuno crede. Dopotutto i tempi sono quello che sono e forse le cose devono per forza andare in questo modo.

Per terminare citerò una frase tratta dal Vangelo, una frase che mi è molto cara e significativa, una frase che in pochissime righe lascia intendere molte cose, una frase sulla quale vi consiglierei una riflessione.

Vangelo (Lc 7, 31-35): “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”. – È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”.

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Author: Goldfinger

Goldfinger è un giornalista specializzato in misteri, opinioni politiche, religione, etica e società ha uno stile talvolta piuttosto controverso nelle opinioni, diciamo che in genere è “ fuori dal coro”, fuori dagli schemi tradizionali