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PIEVE DI SAN PANCRAZIO: UNA MERAVIGLIA ROMANICA

APPUNTAMENTO CON L'ARTE

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Alla luce dei fatti penso che nessuna istituzione civile sia riuscita, nell’arco dei secoli dove la chiesa cattolica abbia potuto. Questa istituzione unica al mondo, custode della verità cristiana è riuscita a donare al mondo un’eredità artistica unica nel proprio genere, immensa come quella che oggi è presente in Italia dove ovunque, in ogni piazza, in ogni vicolo del “bel paese” il cittadino vive immerso nell’arte dei tempi passati.

L’Italia è l’indiscussa culla del cattolicesimo. Avendo accettato l’eredità cristiana dalle mani dagli stessi apostoli di Cristo e quindi assorbito la filosofia del Maestro, l’Italia ha visto il miracolo di uno splendore praticamente unico al mondo. La nostra nazione da “padrona del mondo” conosciuto dal tempo del glorioso impero romano avendo accettato l’eredità cristiana cui l’imperatore Costantino è stato divulgatore, permettendo al cristianesimo di mettere le proprie radici in tutti i territori dell’impero, è divenuta nei secoli a venire, la custode della storia dell’umanità e della fede cristiana.

Costantino

“In Hoc Signo Vinces”: sotto questo segno vincerai. Con questi termini Dio si rivolse in sogno a Costantino che affidandosi al segno, la croce, vinse la difficile guerra che stava perdendo. Da quel momento l’impero romano costruirà quello che oggi è il maggior capolavoro del cristianesimo: la chiesa cattolica, testimone delle antiche vestigia che fanno dell’Italia la nazione più bella, più piena di storia, un vero e proprio museo a cielo aperto, la cui tradizione romana, anche livello civile è ancora in uso in determinati frangenti della vita quotidiana e professionale.

Le chiese cattoliche

La chiesa cattolica sin dalle origini ha sempre amato sovvenzionare i maggiori artisti dell’epoca e permettere ai grandi architetti di ogni tempo di realizzare le più grandi opere d’arte presenti al mondo: le chiese. Le antiche chiese italiane sono oggi testimoni di una capacità e di una creatività artistica senza paragoni. In esse sono custoditi dipinti di un valore tale da non essere neppure immaginabile, non tanto per la monetizzazione di tali icone ma proprio per il fatto di essere spesso, pezzi assolutamente unici, espressione di un periodo glorioso e splendente in cui la vera arte, è stata nei secoli protagonista unita alla fede, motore indiscusso di queste grandi e intramontabili opere.

La Pieve di san Pancrazio

la Pieve di san Pancrazio è situata su uno dei cinque colli che compongono il comprensorio di Montichiari. La sommità del colle è uno stupendo giardino verde con una meravigliosa chiesa nel centro. Il santuario dedicato al patrono della cittadina del basso Garda è tipicamente romanica anzi oserei dire che la chiesa situata alla sommità del Colle san Pancrazio sia la Pieve in stile romanico più importante come purezza di stile, della Lombardia. Un vero e proprio capolavoro d’arte romanica risalente al V secolo d.C. La Pieve monteclarense è senza ombra di dubbio uno dei monumenti romanici più antichi e meglio conservati della regione. In effetti l’abbazia dei Montichiari che ha in custodia l’antica chiesa romanica, chiesa giubilare, è molto sensibile nel mantenere i propri monumenti all’antico splendore.

Perchè Pieve

Il nome Pieve deriva dal latino “plebs o plebe”. La chiesa come spesso accade nel corso dei secoli venne edificata sulle mura di un tempio pagano dedicato al culto di Pan o per meglio conosciuto come il dio romano Minerva. La Pieve venne edificata per i contadini di quei tempi. La costruzione risale al V – VI secolo e come la maggior parte degli edifici adibiti al culto cristiano è orientata verso oriente. L’orientamento di tale chiesa sarebbe studiato appositamente, sarebbe servito per permettere la preghiera ai fedeli cristiani rivolti sempre verso oriente ovvero il luogo da cui veniva la luce di Cristo. Dopotutto Cristo era nato a Nazaret, nella Terra Promessa da Dio al popolo ebraico quindi di origini mediorientali. Per questa ragione la chiesa venne edificata rivolta verso est, verso il medioriente. Con il trascorrere del tempo la Pieve ha subito alcune modifiche fino al 1693.

In quell’anno l’attuale campanile ha sostituito quello originale in stile romanico. All’interno la chiesa offre una pianta longitudinale divisa in tre navate da pilastri a forma di croce e colonne sormontate spesso da capitelli paleocristiani. Il tempio cristiano al proprio interno cela decorazioni realizzate tramite l’arte dell’affresco, a carico delle tre navate. Gli affreschi che decorano le navate e l’abside sono datati a partire dal XIV al XVI secolo. Gli artisti che hanno lavorato nelle decorazioni della Pieve di san Pancrazio vanno da Paolo di Cailina il Giovane a Callisto Piazza con la “sacra conversazione” datata 1524.

Anche la scuola riminese sembrerebbe aver contribuito agli affreschi della chiesa. Un affresco del 1520 di grande importanza è posto sotto l’arco trionfale e raffigura il santo patrono di Montichiari san Pancrazio a cavallo. L’autore dell’affresco ritraente il santo è il famoso pittore Girolamo Romanino. I muri databili epoca romana del II e III secolo D.C. che compongono la Pieve sono realizzati nella classica pietra bianca, presente nella zona poco distante da Montichiari, il marmo di Botticino. La facciata della chiesa eccelle per una semplicità tipicamente romanica in cui predominano le linee semplici e reca un’elegante bifora, colonne a gruccia, una porta a tutto sesto, oltre che una finestrella a croce greca del timpano posizionata a un livello inferiore considerando il piano della struttura. Sul fianco sud dell’edificio religioso esiste uno spazio che si pensa ospitasse un cimitero. In quello spazio venne costruita in seguito la casa del custode, un’eremita con incarico di custodire il tempio cristiano. Quello spazio, ex casa dell’eremita è mutato nei secoli divenendo un ameno giardinetto interno alla chiesa.

L’abside maggiore è decorata con motivi geometrici e ritraenti fiori mentre le absidi minori sono prive di decorazioni.

L’attuale campanile che non è quello originale come spiegato nelle precedenti righe ma ha sostituito il campanile romanico originale, ospita tre campane realizzate per produrre la tonalità Fa#3, recentemente elettrificate con sistema a slancio. In questo caso si tratterebbe di un sistema molto particolare per un monumento realizzato in stile romanico. Un meccanismo piuttosto anomalo per un edificio cristiano realizzato in quegli anni passati. Gli edifici religiosi di quel periodo in genere utilizzavano per le campane il Sistema Ambrosiano.

Il fianco nord ospita il portale per l’ingresso principale. Un portale a tutto sesto con schiera realizzata sempre nella tipica pietra di marmo Botticino. Esternamente è possibile notare una lapide di epoca romana.

La chiesa è studiata per riempire l’interno con un particolare effetto di luce, una luce diffusa ma omogenea per via delle strette monofore strombate, mentre le tre navate sono intercalate da archi a tutto sesto sorretti da colonne alle quali si alternano pilastri a forma di croce. La luce particolare della chiesa porta inevitabilmente alla concentrazione, al raccoglimento. Forse era proprio questa l’intenzione dei costruttori che nelle epoche passate non lasciavano proprio nulla al caso. Nelle chiese antiche spesso la luce solare che entrava dalle finestre neutre o colorate, era studiata per indurre alla preghiera tramite una particolare atmosfera che avvolgeva i fedeli alla concentrazione, come se la luce fosse studiata per rendere l’immagine di un piccolo anticipo del regno di Dio.

Le colonne all’interno dell’edificio posseggono capitelli di tipo paleocristiano con fusti d’intonaco color rosa. La base di una delle colonne è stata ricavata da una stele romana ad uso funerario. Proprio questa colonna reca scolpiti due volti che sembrerebbero appartenere a due coniugi. Il pavimento della chiesa è realizzato in marmo tipicamente veronese, il “marmo rosa”, mentre il soffitto è sostenuto da archi trasversali. Questo particolare denota che l’edifico abbia subito nei secoli alcune modifiche, in quanto lo stile romanico non ha mai previsto archi di questo tipo.

Il presbiterio è rialzato tramite una serie di gradini considerando il livello della platea. Sul presbiterio riposa un grande catino absidale. Un altare che attira forse troppo l’attenzione  in quanto non ha nulla a che vedere con lo stile romano, è in stile barocco. Presente all’interno della chiesa un affresco con data intorno ai primi decenni del XVI secolo, riconducibile si pensa a Zenon Veronese con raffigurati i cinque santi taumaturghi: san Rocco, san Pancrazio (che all’interno della pieve è raffigurato quattrodici volte), san Sebastiano e sant’Antonio Abate.

La navata sinistra della Pieve reca un piccolo altare dedicato a san Gaetano di Thiene, mentre sul catino nominato in precedenza possiamo notare due immagini degli apostoli san Pietro, san Giovanni e Maria Maddalena. Considerando lo stile di queste opere si presume  siano state realizzate nella metà del XIV secolo. Sotto la finestra si nota la Madonna che allatta il bimbo in un affresco del 1388. L’affresco sopracitato realizzato dall’artista Paolo da Cailina ritrae la madre di Cristo con i santi ed è datato XVI secolo.

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Author: admin

Nicola Migliorini alias ADMIN è Direttore del blog WWW.MONDOOGGI.COM decide cosa e quando pubblicare, è un giornalista con incarico a 360 gradi