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DIRITTO ALLA RIPARAZIONE, L’ULTIMA TROVATA DEI BUROCRATI UE

RUTORNO AL PASSATO?

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Quando ero bambino, ricordo che qualora un accessorio, un vestito, un frigorifero, un telefono o counque un prodotto di uso comune si fosse rotto, in genere, lo si portava dal riparatore che faceva di tutto per ripararlo. In quegli anni i prodotti erano studiati per durare nel tempo ma anche essere riparati in caso di rottura o di mal funzionamento.

La riparazione

Foto di Jan Vašek da Pixabay

La riparazione spesso aveva un costo notevolmente inferiore al cambio radicale del prodotto. Era una cosa normale riparare un prodotto qualora si fosse guastato. Tralasciamo il fatto che in quei periodi i prodotti che si acquistavano erano certamente migliori a livello di componentistica, erano prodotti realizzati per durare nel tempo, con una predominanza di componenti legati alla meccanica e pochissima elettronica. Questi prodotti saranno stati meno comodi, meno avanzati, tuttavia, svolgevano egregiamente il proprio lavoro, oltrettutto essendo assemblati con componenti per lo più meccanici di ottima qualità ed il minimo indispensabile di componenti elettronici, erano ovviamente più longevi e di facile riparazione.

Il sistema consumistico e la sua utilità

Con il passare degli anni l’occidente ha assistito ad una mutazione radicale nel sistema economico. La commercializzazione di prodotti è divenuta sempre più composta da elettronica e meno da componenti meccanici di qualità. L’elettronica rende il prodotto meno costoso alla fonte ma dall’altro canto meno durevole. I prodotti hanno iniziato a divenire complicati nella riparazione, oltrettutto, dopo un certo numero di anni dall’acquisto, difficilmente si potevano reperire i componenti, per il fatto che i modelli erano cambiati e quindi anche la componentistica interna diveniva rara. Il riparatore esponeva un costo di manodopera ed la scheda, alla fine aveva un costo che rendeva sconveniente la riparazione. Un giochetto economico molto raffinato per far comprendere che riparare un prodotto guasto, sarebbe stato sconveniente o addirittura impossibile. Valeva la pena cambiare il prodotto quando rotto. Dopotutto il costo del prodotto nuovo sarebbe stato poco maggiore del costo dell’eventuale riparazione. In ogni caso, sostituendo il prodotto, ci saremmo garantiti ancora alcuni anni di funzionamento.

Pregi e difetti dell’economia consumistica

Questa “politica economica” da un lato scaltra ha avuto anche dei risvolti positivi, ovvero il fatto che consumando maggiormente si è riusciti per un certo numero di anni a produrre di più, cambiando continuamente modelli e prodotti. La maggior rapidità nel cambio dei prodotti ha permesso a tantissime persone di lavorare di più, alle aziende di assumere più personale e quindi di evolvere economicamente. Il benessere degli anni 80 credo che tanti se lo ricordino ancora. Gli anni 80 a mia opinione sono stati l’epicentro del sistema consumistico. Quando i cittadini stanno economicamente bene si inizia a consumare di più. In questo modo il “volano economico” avrebbe iniziato a girare vorticosamente producendo sempre maggiormente, facendo entrare denaro nel tessuto economico.

Foto di Steve Buissinne da Pixabay

La mutazione negativa

La spinta al sistema consumistico di cui gli Stati Uniti d’America sono l’emblema vivente, o meglio i creatori, è semplicemente perfetto per la creazione di posti di lavoro. Con il passare degli anni, consumendo sempre più, il sistema economico è passato inevitabilmente all’automazione nell’assemblaggio nella produzione di componenti. La Cina in questo caso avrebbe monopolizzato il settore, producendo componentistica elettronica a prezzi bassi un po’ per tutte le multinazionali anche occidentali. Queste ultime tramite questo sistema, avrebbero avuto il vantaggio di poter proporre prodotti (per loro) a costi molto convenienti e quindi riuscire ad avere ottimi ricavi. Il fatto è che sia la robotizzazione che la monopolizzazione, da parte del paese del dragone hanno inevitabilmente portato ad uno squilibrio in occidente. Per comprendere meglio il concetto: i due ultimi fattori produttivi hanno permesso un aumento della disoccupazione in occidente e l’immissione nei mercati di “prodotti a scadenza” e di scarsa qualità.

Le garanzie dei prodotti

Guardate le garanzie dei prodotti. Se una garanzia dura 2 anni significa che per la maggiore dei casi l’azienda produttrice è certa che da zero a 2 anni il prodotto farà il proprio lavoro senza inconvenienti, dopo tale periodo ogni giorno sarà una conquista. Oggi ad esempio una caldaia a condensazione ha una vita di circa 10 anni di media. Ho visto caldaie vecchie durare anche più di 30 anni. Un’autovettura a benzina avrà una durata mediamente di 100 mila Km, un telefono durerà nei migliori dei casi 5 anni poi inizierà a non aggiornarsi,rallenterà diverrà meno performante e quindi diverrà obsoleto. Quando un telefono cadesse, ammesso che non sia quasi nuovo e non costi tantissimo cosa si fa in genere? Conviene cambiarlo. Il sistema consumistico in se non è da vedersi come un sistema “stupido” ma un sistema mirato a produrre meno disoccupazione. In questo caso lo stratagemma economico avrebbe un senso. Con l’antrata in campo della robotizzazione e dell’affido del settore produttivo alla Cina, il senso viene meno (per l’occidente). Questo sconvolgimento starebbe producendo a problematiche non da poco conto a livello globale. I PIL occidentali sarebbero al ribasso cronico mentre il PIL cinese in piena volata. Comprendiamo quindi che le nazioni dominanti non sarebbero da vedersi nella sfera occidentale.

Foto di RAEng_Publications da Pixabay

L’occidente quindi sarà destinato al declino?

In questo caso l’occidente, se non ci sarà una rapida inversione di tendenza che porterà ad un equilibrio, diverrà solamente una “mucca da mungere” per le multinazionali che immettono sul mercato prodotti sempre più costosi e  di inferiore di qualità. Ora l’Europa avrebbe pensato al diritto di riparazione, tuttavia pur essendo una delle poche idee buone pensate dei burocrati UE, potrebbe essere una trovata che non servirebbe a nulla, dato che resta il nodo delle aziende che troppo velocemente cambiano i modelli modificandone i componenti, ma soprattutto li producono in paesi terzi e tramite una massiccia robotizzazione che avrà sempre maggior importanza. Detto questo possiamo affermare che il tentativo sia nobile ma l’effetto piuttosto inutile a meno che non si pensi ad un sistema più equo per tutti ma che colpisca alla radice. Per quanto riguarda invece l’inquinamento ormai conosciamo la realtà delle cose. Oggi sappiamo quali siano i veri motivi dei cambiamenti climatici ed almeno in questo non ci lasceremo prendere ancora una volta per i fondelli. Nelle prossime righe la giornalista economica Teresa Monaco ci parlerà del diritto alla riparazione.

Il Diritto alla Riparazione nell’UE:

Il Nuovo Paradigma nell’Economia Sostenibile

L’Unione Europea (UE) si trova al centro di una rivoluzione che cambierà il modo in cui i consumatori affrontano la riparazione dei loro beni. La Direttiva sul diritto alla riparazione, parte integrante della Nuova Agenda dei consumatori e del Piano d’azione per l’economia circolare dell’UE, sta aprendo nuove prospettive per promuovere un consumo responsabile e ridurre l’impatto ambientale del settore manifatturiero. In questo articolo, esploreremo come questa direttiva stia rivoluzionando i diritti e le abitudini dei consumatori.

Un Salto in Avanti nei Diritti dei Consumatori: Il Diritto alla Riparazione
La Direttiva sul diritto alla riparazione è stata presentata dalla Commissione europea il 22 marzo di quest’anno e ha recentemente ottenuto l’approvazione del Consiglio europeo il 22 novembre. Questo ha dato l’avvio a una serie di negoziati per definire i dettagli operativi, tra cui gli obblighi dei produttori, l’espansione delle informazioni sulla riparazione, la creazione di una piattaforma europea di riparazione online e l’estensione del periodo di responsabilità del venditore in caso di riparazione.

Foto di Dean Moriarty da Pixabay

Rafforzare i Diritti dei Consumatori

Una delle sfide principali che i consumatori affrontano quando cercano di riparare i loro beni è la mancanza di trasparenza. La direttiva affronta questa problematica riconoscendo il diritto di richiedere la riparazione di prodotti tecnicamente riparabili, come elettrodomestici o telefoni cellulari. Inoltre, le aziende saranno tenute a fornire tutte le informazioni necessarie per eseguire tali riparazioni. Questo rappresenta un passo cruciale affinché si possa assicurare un facile accesso alle informazioni essenziali per effettuare riparazioni autonomamente o tramite professionisti di fiducia.

La direttiva introduce anche un modulo europeo di informazioni sulla riparazione. Questo modulo fornirà trasparenza sulle condizioni e i costi di riparazione, permettendo ai consumatori di confrontare le opzioni disponibili e prendere decisioni informate. Inoltre, una piattaforma online di abbinamento per le riparazioni metterà in contatto i consumatori con i riparatori nella loro zona, semplificando così la ricerca di professionisti qualificati.

Un altro aspetto rilevante della direttiva è l’estensione del periodo di responsabilità del venditore in caso di riparazione. Ciò significa che se un prodotto viene riparato, il periodo in cui il venditore è responsabile per eventuali difetti si prolunga di 6 mesi. Questa estensione offre ai consumatori una maggiore tranquillità e li incoraggia a optare per la riparazione invece della sostituzione.

Promuovere l’Economia Sostenibile e le Professioni Legate alla Riparazione
L’obiettivo principale della Direttiva sul diritto alla riparazione è di prolungare la vita dei prodotti e promuovere un’economia circolare. Incoraggiare i consumatori a cercare riparazioni anziché sostituire i beni rappresenta un passo fondamentale verso una società più sostenibile. Allo stesso tempo, questa direttiva dovrebbe contribuire a rilanciare le professioni legate al settore delle riparazioni, che sono state messe a dura prova dalle delocalizzazioni produttive degli ultimi anni.

Foto di jacqueline macou da Pixabay

L’effetto più evidente sarà probabilmente l’espansione del settore delle riparazioni, con un aumento della domanda di servizi di riparazione e un aumento delle opportunità lavorative. Questo è particolarmente significativo considerando le sfide economiche recenti e la necessità di creare nuove opportunità occupazionali.

Inoltre, la Direttiva sul diritto alla riparazione sta promuovendo modelli di business più sostenibili. La produzione di prodotti riparabili è fondamentale per ridurre l’impatto ambientale dell’industria manifatturiera, abbreviando il ciclo di vita dei prodotti e prevenendo il loro smaltimento prematuro.

Conclusioni

La Direttiva sul diritto alla riparazione rappresenta un passo importante per i consumatori europei e per la promozione di un’economia circolare. Questa legislazione offre ai consumatori una maggiore chiarezza e accesso alle riparazioni, contribuendo al contempo a creare opportunità economiche nel settore delle riparazioni. Con la sua implementazione, l’Unione Europea si avvia verso una società più sostenibile e responsabile dal punto di vista ambientale, dimostrando come i diritti dei consumatori possano svolgere un ruolo cruciale nella costruzione di un futuro migliore, al pari di altre soluzioni come l’utilizzo delle energie rinnovabili. La rivoluzione del diritto alla riparazione è ora in corso, promettendo di cambiare il modo in cui affrontiamo la sostenibilità e il consumo responsabile.

Fontehttps://energia-luce.it/news/diritto-alla-riparazione/

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Author: ospite ospite