Sono arrivati con aerei e mezzi militari, bandiere della federazione russa e strsicioni recanti la frase “Dalla Russia con amore” per combattere e lo hanno fatto con grande professionalità nelle zone epicentro della virulenza da Covid-19 in Lombardia. Sono tornati pochi giorni fa nella propria nazione i militari russi inviati da Putin a supporto del nostro territorio. In questo caso i soldati avrebbero offerto un vero e proprio supporto umanitario alle zone del nord Italia colpite al cuore dalla pandemia da Coronavirus. Questa volta le truppe russe possiamo proprio dire che abbiano combattuto accanto ai “contingenti italiani” militari ma non solamente anche spalla a spalla rischiando il contagio a fianco dei medici e paramedici impegnati in quella strana ma altamente pericolosa guerra ad un nemico invisibile tanto subdolo da aver dato filo da torcere a tutto il mondo: il Coronavirus proveniente dall’ oriente cinese.
Gli esperti militari russi inviati in Italia per aiutare le zone più colpite dalla pandemia da Covid-19 sarebbero stati utilizzati in diversi modi nelle zone di Bergamo e Brescia, d’altronde loro sono specialisti nella guerra batteriologica, chimica e nucleare quindi di virus se ne intendono sicuramente, soprattutto riguardo a forme virali misteriose, a mia opinione piuttosto particolari ed apparse dal nulla come una folgore a ciel sereno. Alcuni dei soldati russi inviati nell’ operazione “dalla Russia con amore” sarebbero stati coinvolti anche nella zona di Brescia con il prezioso compito dedicato alla sanificazione di alcune strutture bresciane ospedaliere e residenze sanitarie dedicate agli anziani. Non sono pochi dopotutto gli ospedali e le RSA colpite dalla pandemia, strutture che hanno visto l’infezione dilagare come una serpe silente fra i propri ospiti e fra gli addetti ai lavori come il personale infermieristico ed operatori sanitari. Purtroppo in alcune strutture italiane abbiamo dovuto assistere ad una sorta di triste “carneficina” fra gli anziani e gli operatori di alcune RSA. Anche a Brescia ci sarebbero state delle residenze per anziani che avrebbero avuto la necessità di una disinfezione totale e profonda. Nel nord Italia purtroppo alcune residenze sanitarie per anziani non sono scampate alla virulenza del Covid 19. Gli espertissimi militari russi si sono impegnati al massimo con lo scopo di sanificare in modo altamente professionale tali strutture e vari ospedali nella zona della
provincia e della città di Brescia. Ad aver subito una prima sanificazione, alcuni ospedali come ad esempio l’Ospedale di Chiari, di Iseo, di Orzinuovi oltre che le RSA di Orzivecchi, Barbariga e di Orzinuovi dove i russi avrebbero operato in sinergia con il settimo reggimento NBCR dell’ Esercito italiano e l’appoggio logistico sul territorio degli Alpini delle sezioni di Brescia, Salò e Valcamonica. L’ appoggio russo riguardante le sanificazioni nella zona di Brescia sarebbe stato offerto in seguito all’ aiuto in prima linea a Bergamo, uno dei focolai del Covid-19. L’operazione di sanificazione sarebbe stata svolta su un centinaio di strutture della nostra zona. Ricordo che anche la Russia non sarebbe stata affatto risparmiata dal virus. A scopo di ringraziamento al Governo Russo ed ai propri militari, intervenuti generosamente come appoggio specializzato nella zona di Brescia, il coordinatore del Gruppo Culturale Informale “Tolstoj” Dr. Marco Baratto informa che in un prossimo futuro, quando la situazione del contagio sarà un ricordo, organizzerà tramite il proprio incaricato Gianluigi Valotti di Paderno Franciacorta, (conosciuto anche come storico e scrittore bresciano) un importante evento, presso una delle RSA cittadine sanificata dai militari russi e una seconda RSA della provincia di Brescia, in modo donare una targa come ringraziamento ai russi a ricordo della guerra combattuta contro il Coronavirus, un conflitto che i soldati specializzati della federazione russa avrebbero vissuto in prima linea assieme ai nostri militari. Si tratterà di un evento ufficiale veramente importante che vedrà anche la presenza di un rappresentante del Consolato di Milano della Federazione russa. Gli organizzatori auspicano un proseguo, ovvero che l’occasione del conflitto contro il Covid possa aver creato fra Lombardia e
Russia una duratura amicizia, un proficuo e duraturo rapporto umano. Sono proprio queste le amicizie che non si dimenticano facilmente, quelle che si formano casualmente nel momento del bisogno, quelle amicizie che arrivano inaspettatamente da persone, da stati o addirittura da amici inaspettati, in questo caso proprio da quegli stati magari più lontani ma più sensibili e più umani.