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A chi non piacerebbe avere successo in qualche ambito artistico? Chi scrivendo libri, chi recitando in qualche film chi dipingendo quadri, chi cantando….. Ogni forma artistica reca la propria anima e la propria tentazione: avere un possibile grande successo. Per avere successo tuttavia necessitano alcune basi. Non è sfficiente la bravura in determinate arti. Per avere successo le componenti sono molteplici, una delle quali essere apprezzati da un vasto pubblico manon è finita. Soprattutto nella nostra nazione, terra di artisti e di persone geniali, spesso ci si scontra con equilibri molto delicati, uno dei quali la burocrazia manon solo anche con persone scaltre e ciniche che vedendo nell’artista la “fame di successo” sono disposte a tutto pur di “gabbare il malcapitato”. Ecco la storia di uno scrittore che avrebbe deciso, dopo i sei libri scritti, di trarre un film da uno dei propri romanzi. Trarre un film da un libro può significare successo e ricchezza, sempre che il film interessi al pubblico ma soprattutto che venga pubblicizzato a dovere. Purtroppo nel mondo de cinema non sono sempre rose, ma spesso in cerca delle rose ci si scontra sempre con le spine……. Non aggiungo altro, non voglio togliervi il piacere di leggere questo libro, scritto da Genny Lepre ed intitolato “All’apice dell’insuccesso”, un libro del genere narrativa che raccconta appunto questa strana (e forse non più di tanto) vicenda alla ricerca di un’ inarrivabile successo.

Ottenere il successo, la sola condizione, grazie alla quale ci si guadagna onore e il giusto riconoscimento. Per Giacomo Latorre ciò non era una banale frase motivazionale, non rappresentava soltanto la sua ambizione. Era diventato il suo primo scopo, quasi un’ossessione, di certo il suo melodrammatico mantra. Era sin troppo consapevole del suo talento, molto meno della sua fortuna. Riuscire a pubblicare ben sei libri e non sentirsi soddisfatto quanto ci si aspetta. Com’è possibile? Giacomo non riuscì a sedersi sul compiacimento, né sull’appagamento, neanche alla luce dei sorprendenti risultati raggiunti da Traumacronia, il suo ultimo romanzo scritto. Ma quando realizzò che proprio quel manoscritto aveva tutto il potenziale per diventare una sceneggiatura di spicco per un film di alto contenuto, Giacomo credette che non ci fosse miglior soluzione, per garantire visibilità e prestigio alla sua opera letteraria, se non quella di far incidere i contenuti del suo romanzo su una pellicola cinematografica. Senza sprecare ulteriore tempo, Giacomo lasciò la sua città e il suo lavoro per mettersi subito alla ricerca di qualche personaggio che facesse al caso suo. Cinecittà non si trovava poi così lontana. Quindi da Napoli si diresse verso la capitale, dove conobbe Lorenzo De Santis, un regista tanto navigato quanto scaltro. Quando le porte del cinema sembravano spalancarsi ben presto si accorse che non poteva bastare la sola approvazione del regista, serviva anche quella da parte dei burocrati al servizio dell’alta finanza, gli scagnozzi devoti alle leggi del mercato. Inoltre anche il buon Lorenzo, da cinico ed esperto giocatore, era abile a giocarsi le sue carte sempre e solo a suo favore, anche a scapito dell’amico scrittore. Anche Giacomo ne aveva una nella manica, non un asso bensì un jolly, ma poi comprese che la vera partita bisognava giocarla altrove.

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Nicola Migliorini
Author: Nicola Migliorini

Nicola Migliorini è Direttore Responsabile del media www.mondooggi.com, blogger, giornalista generalista con incarico a 360 gradi.

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