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L’America da sempre fa moda sulle proprie colonie e questo vale quindi anche per l’ Italia. In Italia tuttavia siamo culturalmente evoluti e questo non è molto americano, ma nonostante siamo culturalmente evoluti (ed in questo caso il demerito è doppio) tendiamo sempre ad imitare chi è meno di noi. Questo è un fatto davvero strano. Gli Stati Uniti d’America sono sempre stati fonte di imitazione per noi piccoli ma grandi italiani. Negli Stati Uniti abbiamo sempre visto una nazione militarmente potente, tecnologicamente avanzata (solo su certi aspetti) la nazione che ci ha liberato dalla dittatura nazista, una nazione grande e senza confini. Tuttavia dovremmo riflettere su un paio di risvolti. Quanto ci è costata in termini di libertà quella liberazione tramite in ricatto di una resa senza condizioni? Come enunciava il Manzoni nessun liberatore libera alcuno gratuitamente.
Così è stato anche per gli USA che rapidamente si sono impossessati della nostra nazione ed hanno installato basi militari e tanto altro facendo divenire l’Italia una vera e propria colonia americana, con una politica succube dei comandi provenienti di oltre oceano. L’Italia, la terra di mezzo tanto contesa, vicina al focoso medio oriente. Siamo divenuti così facendo, americani ma senza cittadinanza. Una delle mode americane è quella dei single, single non per disavventure di vario genere ma per vocazione. Il single per vocazione lo dice anche la parola anglofona, sarebbe da vedersi come una sorta di moda che proviene da oltre oceano. Hollywood la macchina mediatica infernale più potente del pianeta e di proprietà dello stato profondo americano, è riuscita a farci assimilare questa moda per certi versi controproducente. La moda è stata aiutata dall’impoverimento generale con l’assenso di una politica dissennata che negli anni ha permesso di dissuadere le famiglie ad avere figli. Dalla famiglia patriarcale di tipo fascista con almeno 5, 6, 7, 10 figli, aiutata dallo stato di allora per incentivare un certo numero di prole, siamo passati ad un calo pericoloso delle nascite, per arrivare all’estinzione voluta, delle nascite sotto lo zero. Un bel progresso vero? Da quì la moda dei single, gli uomini liberi da ogni vincolo ha fatto presto a prendere piede. Anche l’edilizia ha dovuto adeguarsi proponendo mono e bi locali piuttorsto che spazi ampi e vivibili come quelli di un tempo. Tuttavia nessuno si è mai preso la briga di fare di conto e quindi di comprendere, se convenga o meno essere single. A parte le situazioni di solitudine che non sono un fattore da scartare, quanto costa essere single? Nelle prossime righe la giornalista Giulia Giordano spiegherà quanto costa essere soli, lasciati per decisione propria al proprio destino, talvolta anche amaro. Conviene proprio? Vediamolo leggendo il resto dell’articolo e riflettendo seriamente su questo fenomeno sociale.
Quanto costa essere single
In Italia, il numero di persone sole sta crescendo costantemente, raggiungendo un totale di oltre 8.360.000 individui single, che rappresentano il 14% dell’intera popolazione del Paese. Questo dato evidenzia un significativo incremento rispetto al 2012, quando erano registrate 7.433.000 persone sole.
Tendenza in crescita dei single in Italia
La tendenza delle persone single sta diventando sempre più rilevante nella società italiana, con un aumento considerevole di coloro che hanno scelto di vivere da soli, includendo single, separati e vedovi mai risposatisi. Questa situazione può essere influenzata da diversi fattori, tra cui cambiamenti sociali, economici e culturali, che hanno portato molte persone a preferire una vita indipendente e autonoma. L’aumento delle persone sole ha anche un impatto significativo sul piano economico, con un peso maggiore delle spese per coloro che vivono da soli rispetto alle coppie che dividono equamente le spese. Le regioni del nord-ovest e dell’Italia centrale presentano le percentuali più elevate di persone sole, mentre nel Sud la percentuale si attesta al 29,9%. Questa distribuzione geografica evidenzia differenze regionali nelle scelte di vita e nei modelli familiari.
I dati risultati dall’analisi
L’analisi dei dati svolta da MoneyFarm evidenzia che la maggioranza dei single ha un’età inferiore ai 65 anni, indicando che molti giovani adulti hanno deciso di intraprendere una vita indipendente e di non formare una famiglia tradizionale. Tuttavia, vi è anche una significativa percentuale di persone sopra i 65 anni che hanno scelto di vivere da sole, inclusi i vedovi, con prevalenza tra le donne over 65 anni. Essere single in Italia comporta un costo maggiore rispetto alle coppie, con voci di spesa come abitazione, utenze e generi alimentari che pesano di più sul bilancio mensile dei single rispetto alle coppie che dividono le spese. Inoltre, Moneyfarm ha evidenziato che la convivenza con un partner permette di risparmiare maggiormente, con il risparmio che aumenta con la durata della convivenza. Tra i single sotto i 45 anni, l’11% è composto da uomini soli, quasi il doppio rispetto alle donne sole, che costituiscono il 6% della categoria. Ma dopo i 65 anni il rapporto si inverte, con il 5% di nubili e il 3% di celibi. Questo dato suggerisce che la maggior parte delle persone sole in Italia è costituita da individui relativamente giovani, che hanno deciso di vivere senza una relazione di coppia.
Essere single ha un costo
La crescita delle persone sole in Italia evidenzia una tendenza sociale in continua evoluzione. I dati forniti da Moneyfarm gettano luce sui costi aggiuntivi che i single devono affrontare e possono aiutare coloro che vivono da soli a prendere decisioni più consapevoli per gestire al meglio il proprio budget.
Essere single in Italia comporta un costo maggiore rispetto alle coppie. La spesa media mensile di un single si aggira sui 1.796 euro, mentre una coppia che divide le spese spende 2.451 euro, generando una differenza di 571 euro al mese a sfavore dei single.
Diverse voci di spesa risultano maggiormente influenzate dal vivere da soli. L’abitazione e le forniture di energia elettrica e gas rappresentano una spesa superiore di 338 euro al mese rispetto alle coppie, mentre i mobili e i servizi per la casa risultano più costosi del 66%, con un sovrapprezzo di 36 euro al mese. I generi alimentari mostrano una differenza del 29%, con una spesa in più di 68 euro al mese rispetto alle coppie.
Conclusione:
A questo punto non resta che chiederci: come evolverà il trend dei single in Italia nei prossimi anni? Cosa potrebbe influenzare ulteriormente questa tendenza? Potrebbero emergere nuovi modelli di convivenza o soluzioni abitative innovative per ridurre i costi per i single e favorire una maggiore indipendenza economica?
Fonte:https://energia-luce.it/news/carosingle/
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